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 2012  luglio 12 Giovedì calendario

I BIOETICISTI STANNO DIVENTANDO BIOETILISTI, CIOÈ RARAMENTE SOBRI


Al Comitato di bioetica, incapace di farsi i fatti suoi, proprio non va giù che le ragazze si rifacciano il seno o che ricorrano in qualsiasi altro modo alla chirurgia estetica. È una questione di salute, direte, cioè «biologica» in senso lato? Be’, in parte è così, immagino: ragazze, evitate le protesi, a meno che non siano proprio necessarie (tipo gli occhiali, non so, se ci vedete poco). Ma è anche una questione estetica, naturalmente: giovinotte, siete belle così, col seno e le labbra e i nasi che vi ha fatto la mamma. Ma soprattutto, naturalmente, è una faccenda più etica che bio (sia pure inespressa e, a scanso di sbertucciamenti, soltanto sottintesa): se così vi ha volute l’Altissimo, ragazze, con i seni piatti, le labbra sottili, il naso storto, è così che dovete restare, sull’attenti e sbattendo i tacchi, guardandovi dal discutere la Sua autorità. Bioetica: un insieme d’opinioni, per lo più ridicole, che cerca di spacciarsi per il dernier cri in fatto di filosofia morale, quando non addirittura di disciplina scientifica. Labbra e seni a parte, la bioetica storce il naso (un naso mai rifatto, al naturale) di fronte a tutto ciò che esiste, vale a dire che «nella bioetica» (come si legge su Wikipedia, sempre che pescare le citazioni da Wikipedia sia per così dire bioeticamente kosher) «sono coinvolte diverse discipline come filosofia, filosofia della scienza, medicina, biologia, genetica, embriologia, giusnaturalismo, diritto, così come le problematiche collegate alle varie visioni morali», sia «atee sia spirituali o religiose». Su tutto si posa l’Occhio a Triangolo della biotica, anche sotto i reggiseni, come abbiamo visto, delle ragazze scontente di sé. Niente sfugge alla sua indagine. «Oggetto dei suoi studi», per chiamarli così, «è l’esame sistematico della condotta umana nel campo della scienza della vita e della salute». Nessuno è al riparo. Siamo tutti sotto giudizio. Ai bioeticisti, ormai anche un po’ bioetilisti, cioè raramente sobri, sostanzialmente non piace l’idea (figurarsi il fatto, o la cosa) che gli umani, donne e uomini, vecchi e bambini, scienziati e profani, produttori e consumatori, politici e amministrati, facciano quello che gli pare come gli pare e come gli vien meglio senza preoccuparsi della loro opinione, che non manca mai, qualunque sia l’argomento, e che in questo somiglia alle opinioni dei politici, che rispondono a qualsiasi domanda, talvolta a tono, più spesso no, pure facce di tolla, indifferenti ai propri strafalcioni come ai diritti dei cittadini.