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 2012  luglio 12 Giovedì calendario

SCHETTINO E SOTTILE, IL NAUFRAGIO IN TV

Non voglio neanche pensarci all’eventualità che l’intervista a Francesco Schettino sia stata pagata da «Quinta colonna», il programma condotto da Salvo Sottile. Preferisco pensare a una strategia della difesa, alla voglia di scoop della solita Ilaria Cavo (cresciuta alla scuola del delitto di Cogne), al ridicolo teatrino messo in scena dalla trasmissione (dalla richiesta di applauso per le vittime al gioco delle parti dei vari protagonisti, sospesi tra l’indulgenza e la dura condanna), a una brutta serata di tv (Canale 5, martedì, ore 21.25).
Ovviamente sarà il tribunale a stabilire la verità sul naufragio, ma lì, in tv (con tutti i limiti di ogni rappresentazione), Schettino è parso un uomo modesto, più furbetto che pentito. Si confessa alla Cavo perché sente il bisogno di spiegare, di «metterci la faccia», di difendersi pubblicamente. In apertura definisce addirittura l’intervista come un «dovere morale» nei confronti del pubblico televisivo. Dovere morale? Non voglio neanche pensarci all’eventualità che l’intervista sia stata pagata.
Il tutto si svolge nella casa di un amico fidato, alle spalle di Schettino troneggia un vascello in miniatura, a vele spiegate (i dettagli parlano più di lui). La frase più farsesca la dice a inizio intervista: «Ognuno ha la sua verità». Poi scarica la ragazza moldava come «un’amica di tutti», sostiene di aver mentito alla capitaneria sul black out a bordo per «proteggere i passeggeri», spiega che se avesse saputo che la celebre telefonata con De Falco sarebbe stata resa pubblica gli avrebbe parlato con tutt’altro tono (cosa gli avrebbe detto: «fatti i c… tuoi!»?).
La Cavo ci tiene a elogiare il difficile lavoro svolto per ottenere il colloquio (una lezione di grande giornalismo trash), i pazienti e prolungati contatti con la famiglia del comandante, la promessa (mantenuta) di totale riservatezza e poi chiude così: «Lei si sente ancora comandante?». Premio Gigi Marzullo alla giovane carriera.
Aldo Grasso