Rassegna, 12 luglio 2012
Spagna, Rajoy annuncia tagli per 65 miliardi
• All’indomani della prima tranche del salvataggio europeo (30 miliardi destinati alle banche), il premier spagnolo Mariano Rajoy ha illustrato la cura di tagli lacrime e sangue con cui si propone di portare il Paese fuori dal guado. Si tratta di 65 miliardi di euro in due anni: in assoluto la sforbiciata più pesante dopo l’addio di Franco. «La situazione è gravissima: non ci resta altro rimedio, ci piaccia o no» ha spiegato Rajoy. I sindacati sono già scesi sul piede di guerra e hanno annunciato una prima grande manifestazione di protesta per il 19 luglio. [Orighi, Sta]
• Scrive Orighi (Sta) che l’elenco dei sacrifici decisi ieri, trasmesso via tv in tutto il Paese mentre Rajoy rispondeva al question time del mercoledì è lunghissimo. Per cominciare, come ripetutamente richiesto sia dal Fmi e dalla Ue, l’aumento dell’Iva: finora era al 18%, passerà al 21%. Quella ridotta (trasporti, la maggioranza dei prodotti alimentari, medicine, turismo in generale) passerà invece dall’8 al 10%.L’aumento fiscale comporta per le casse dello Stato entrate per 6 miliardi di euro l’anno. Secondo dolorosissimo punto: la soppressione della quattordicesima di Natale (gli spagnoli prendono la tredicesima a luglio). «Il taglio sarà applicato a tutto l’organico dell’amministrazione centrale, locale e regionale (ossia a 3, 2 milioni di lavoratori) e chiedo di estenderlo anche a deputati e senatori», ha detto Rajoy. Questa legnata vale 5 miliardi di incassi per lo Stato. Intanto, con la prossima finanziaria saranno diminuite del 20% le sovvenzioni ai partiti politici, ai sindacati e alle organizzazioni imprenditoriali. La terza grande mazzata è invece destinata al salario di disoccupazione, che dura due anni. A partire dal sesto mese i disoccupati percepiranno il 50% (non più il 60%) dell’ultimo stipendio. La decisione colpirà duramente il Paese che registra il maggior tasso di disoccupazione d’Europa, il 24%. Infine il “tagliatore máximo” (in Spagna c’è già chi lo chiama così) ha eliminato le agevolazioni fiscali per l’acquisto della prima casa (altri 2,5 miliardi in cassa) in una Spagna che ha circa 1 milione di case vuote per lo sboom immobiliare. L’unica nota positiva (che potrebbe aumentare l’occupazione) è rappresentata dalla diminuzione dei contributi sociali degli imprenditori, dell’1% nel 2013 e di un altro punto nel 2014».
• Dallo scorso dicembre, cioè da quando è salito al potere, il governo Rajoy ha già tagliato per 53 miliardi di euro. [Orighi, Sta]