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 2012  luglio 12 Giovedì calendario

Lady Benigni, schianto con l’autista filippino - Premessa: ne parliamo con leg­ge­rezza solo ed esclusivamente per­ché non è successo nulla di grave

Lady Benigni, schianto con l’autista filippino - Premessa: ne parliamo con leg­ge­rezza solo ed esclusivamente per­ché non è successo nulla di grave. Qualchecontusione, moltospaven­to, l’interventodeimedicienatural­mente parecchia curiosità su tutta la vicenda. Soprattutto su un miste­rioso factotum che in quel­momen­tositrovavaincompagniadellapro­tagonista della vicenda e che anzi, a voler ben vedere, è stato il protago­nista della vicenda, visto che era al volante. Allora, è successo questo: lunedì Nicoletta Braschi, moglie di Rober­to Benigni, stava tornando a Cese­na, più precisamente a Diolaguar­dia (dove con Roberto ha una casa da molti anni essendo lei originaria del luogo) dopo essere stata a Cese­natico per una fugace visita al nipo­tino. A guidare la macchina, il do­mestico- autista di origini filippine che, per colpa di un impertinente raggio di sole che lo ha accecato qualche istante, in via Fiorenzuola, hasbandatoedèfinitocontrounpa­lo della luce. Seduta dietro, e senza cinturadisicurezza, lasignoraNico­letta Braschi, appunto, che è anda­ta a sbattere. Un colpo in faccia, il ri­covero al reparto di chirurgia maxil­lo facciale del Bufalini di Cesena, qualcheinterventoalvolto, poiledi­missioni, ieri dopo i trenta giorni di prognosi annunciati. E dopo una vi­sita premurosa e urgente del mari­topremioOscarilquale, appenaap­presa la notizia, si è fiondato al «ca­pezzale » della pallida consorte per coccolarla e rassicurarla. Nicoletta era «a casa sua», che è poi, di norma, dove ti aspettano i tuoi parenti più stretti e il medico di base. Era dove vivono sua madre e i suoi fratelli. Ed era andata a far visi­ta al nipote su quella Golf incande­scente ( sotto la calura di luglio) gui­data dal fedele filippino. Rilassata, inorgoglita come tutte le star che fanno ritorno al paesello, probabil­mente distratta. Per questo, forse, non ha avuto i riflessi troppo pronti quando il fidato di casa ha stretto gli occhi, si è parato il volto con il gomi­to e ha deviato dal percorso consue­to. Pochi attimi e l’impatto contro il palo.Fumo,motorespento,ungraf­fio importante al volto e un sacco di scocciature con la stampa. Tanto che il nome del filippino non viene riportato in agenzia, la signora Bra­schivieneprotettadariguardososi­lenzio, la notizia appare solo a due giorni dal fatto. Nicoletta come Daisy ( quella di A spasso con... ), lei con l’autista filippi­no, l’altra con il paziente,empatico Morgan Freeman, nero in un’epo­ca in cui i neri venivano fatti tali dal pregiudizio della gente. E dire che Nicoletta ha preso la patente a di­ciannove anni ( lei è del 1960,l’abili­tà alla guida del 1979) ed è tutt’ora immacolata con ventotto, invidiabi­li punti. Solo che l’altro giorno,e for­se non solo l’altro giorno, a riaccom­pagnare a casa la moglie del benia­mino dei valori semplici, del follet­to della frugalità, c’era il filippino. C’era lui a scorrazzarla da una visita all’altra,dopolagitafamigliare.Evi­dentemente senza occhiali da sole e con le iridi fragili. A lui sette giorni di prognosi e l’anonimato (o quasi) garantito dalle agenzie di stampa. Un mese di medicazioni a lei, la fati­na eterea dell’uomo che pensa che La vita è bella , che parla a singhioz­zo per incorniciare le battute pre­gnantideifilmimportanti. Lebattu­te con dentro il cuore e la morale, e le cose semplici, che poi sono le mi­gliori se davvero si vuole, si è capaci di vivere bene, senza fronzoli e ten­tazioni. Lei, la dea struccata del pic­colo mondo antico, quella che reci­taacopioneunalogicaparallela, fat­ta di lampi e intuizioni e ragiona­menti puri che scavallano il banale a faticano a farsi seguire dai medio­cri. Lei con la faccia perennemente allampanata che si danna e non comprendeedissentedacertiuma­ni, puerili ragionamenti. Chissà cosa stava dicendo al filip­pino (e come) mentre quello l’ha portata a sbattere contro la realtà.