Rassegna, 12 luglio 2012
La protesta dei minatori a Madrid: scontri e 70 feriti
• Mentre Rajoy annunciava i tagli, sempre a Madrid si è svolta la manifestazione di protesta dei 200 minatori arrivati a piedi, dopo tre settimane, dal nord del Paese (Asturie, Castilla e Leon). Appoggiati da migliaia di persone, tra cui molti Indignados, i minatori si sono presentati sotto il ministero dell’Industria per chiedere di tornare indietro sui tagli ai sussidi al settore minerario: il 63% quest’anno, da 301 a 111 milioni, fino all’esaurimento totale nel 2018. Ma la manifestazione è sfociata in scontri. Racconta la Rosaspina (Cds): «I tafferugli sono iniziati prima ancora dell’arrivo del corteo dei minatori, quando un gruppo di giovani manifestanti, aggregati alla protesta, ha cercato di rimuovere le transenne, scatenando la prima reazione della polizia. Tra lanci di oggetti, sassi e petardi, cui gli agenti hanno risposto con violente cariche, manganellate e proiettili di gomma, il mezzogiorno di fuoco davanti al ministero dell’Industria, sulla Castellana, si è concluso verso le 14 con 76 feriti (42 manifestanti, 33 poliziotti e un fotografo) e otto arrestati, nessuno dei quali però è minatore. Nuovi scontri si sono verificati in serata intorno a Plaza del Sol: nove gli arresti».
• «(…) Il carbone non serve più, almeno quello spagnolo, troppo caro rispetto a quello d’importazione, magari sudafricano, e i sindacati hanno capito che non si tratta di una fase critica, ma di un’eutanasia: l’industria mineraria spagnola, con i suoi 8 mila posti di lavoro, e altri 30 mila di indotto, è destinata a sparire, come una goccia nel mare della disoccupazione nazionale, oramai arrivata al 24,44 per cento della popolazione attiva». [Rosaspina, Cds]