Massimo Tosti, Corriere della Sera 12/7/2012, 12 luglio 2012
Casanova, ormai caduto in disgrazia, andò in esilio volontario a Dux, in Boemia, dove aveva accettato l’incarico di bibliotecario nel castello del conte di Waldstein
Casanova, ormai caduto in disgrazia, andò in esilio volontario a Dux, in Boemia, dove aveva accettato l’incarico di bibliotecario nel castello del conte di Waldstein. Qui subiva le angherie di un maggiordomo villano di nome Giorgio Faulkircher, che lo trattava come un suo sottoposto, si rifiutava di fargli servire i pasti in camera e pretendeva che sedesse al tavolo con il resto della servitù. In una lettera Casanova gli manda a dire: «Sono cinque anni che voi veniste a Dux, dove mi vedeste; e appena avete saputo quale era il mio impiego, non avete fatto altro che lambiccarvi il cervello per conoscere il motivo che poteva avere il conte di Waldstein per gettare mille fiorini all’anno per un bibliotecario. Nel vostro zelo per i suoi interessi, gli consigliaste di disfarsi di me e, non riuscendo nell’intento, formaste il maligno progetto di suscitarmi contro tante avversioni, di farmi subire tante umiliazioni, di disgustarmi al punto che io fossi costretto a prendere la risoluzione di lasciare l’impiego volontariamente». Poi Casanova non ebbe coraggio di consegnare la lettera al suo aguzzino, probabilmente perché Faulkircher gli aveva aizzato contro gli altri servitori, arrivando al punto da farlo aggredire a bastonate per strada da uno di loro.