
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Wikipedia compie 15 anni oggi, e gli ultimi numeri non sono buoni. Secondo uno studio di Business Insider, l’anno scorso ha perso 300 milioni di utenti, poco meno della popolazione degli Stati Uniti. A questo calo la voce “Wikipedia” di Wikipedia non fa nessun cenno. Ma ci informa, nella versione che ho letto ieri (solo in inglese) che le edizioni di Wikipedia sono a questo punto 291, che la più vasta di queste è quella in lingua inglese, capace di 5.055.597 articoli (ieri sera alle 20.51), appena un settimo, però, di tutti i pezzi contenuti in tutte le 291 edizioni, che assommano a 38 milioni e che risultano scritti in 250 lingue. Numeri che risalgono a febbraio 2014 parlano di 18 miliardi di pagine viste in un mese e di 500 milioni di visitatori nello stesso periodo. Forse un calo di 300 milioni è poca cosa.
• Il problema dell’accuratezza... Ci sono un sacco di errori.
La stessa voce “Wikipedia” di Wikipedia ricorda che la rivista Nature - prestigiosissima - mise a confronto 42 articoli scientifici di Wikipedia e dell’Enciclopedia Britannica «and founded that Wikipedia’s level of accuracy approached Encyclopedia Britannica
’s», cioè che il livello di accuratezza di Wikipedia si avvicina a quello dell’Enciclopedia Britannica. Possiamo dirla meglio di quanto abbiano fatto i redattori di Wiki: Nature trovò tre errori (in media) per ogni articolo della Britannica e quattro errori per ogni articolo di Wikipedia. Si trattava di articoli piuttosto lunghi, e in ogni caso mi indignano abbastanza i tre errori medi dell’Enciclopedia e trovo invece accettabili i quattro errori di Wikipedia. La Britannica tende infatti al più alto pensiero accademico, mentre Wikipedia, come sappiamo, è un frutto che nasce spontaneamente dal terreno in cui viviamo tutti no, e prospeta grazie al lavoro gratuito e alla dedizione di 127.601 redattori attivi e 1.327 amministratori. Questi benemeriti non solo redigono le voci, ma correggono di continuo le voci altrui con una serie di interventi che si avvicinano ormai al miliardo. Tuttavia, volendo continuare il confronto tra Wikipedia e la Britannica, si dovranno introdurre almeno altri due concetti. Primo concetto: se quelli della Britannica volessero stampare le voci di Wikipedia dovrebbero mandare in libreria 15 mila volumi. Secondo concetto: Wikipedia avrà pure perso 300 milioni di utenti, ma sta in piedi. La Britannica invece ha chiuso: pubblica solo on line e non si sa con quali vantaggi finanziari.
• E la Treccani?
Notizie non buone, sintetizzate da quella clamorosa idea dell’uomo che l’ha amministrata per tanti anni, cioè Franco Tatò, il quale ha voluto piazzare nel salotto della sua masseria pugliese un tavolino fatto con cento volumi della Treccani ancora avvolti nel domopak. Mai messaggio fu più devastante per un brand. E infatti nel bilancio 2014 - l’ultimo che conosciamo - la nostra celebre enciclopedia registra perdite per quattro milioni e quattrocentomila euro e il consulente chiamato a suggerire qualcosa ha suggerito, appunto, di smetterla con l’enciclopedia di carta e di rassegnarsi a stare solo in rete. Dove però, come sanno bene tutti gli editori, è ancora un mistero glorioso la quadratura tra entrate e uscite.
• Però il sito della Treccani è magnifico, magnifico anche per accuratezza.
E però nella classifica dei Top 500 occupa la posizione 203, mentre Wikipedia occupa la posizione numero 7. Dopo Google, Facebook, Yahoo, YouTube, Baidu (i cinesi), Amazon. Attenzione: la perdita di 300 milioni di utenti di cui sopra è dichiarata da un giornale che appartiene ad Amazon, e Amazon in definitiva è un concorrente, quindi quello che dice va preso con le molle. Creare un’altra Wikipedia però è parecchio complicato. Un tentativo di Google ha dato risultati penosi, altri - lo so per certo - hanno l’acquolina in bocca all’idea di mettergli le mani addosso.
• Già, quanto potrà valere un sito che genera un traffico simile?
Se si rassegnasse a mettere la pubblicità, fra i 10 e i 30 miliardi di dollari, secondo le stime riportate da Infojustice.org. Ma sulla questione pubblicità, uno dei due fondatori di Wikipedia, vale a dire Jimmy Wales, ha detto: «Siamo una no profit e se decidessimo di accettare i soldi della pubblicità ne andrebbe della percezione della nostra indipendenza. Non ho niente contro la pubblicità, ma mi piace pensare a Wikipedia come a un tempio per la mente, e nel tempio gli spot non stanno bene. Il modello delle donazioni volontarie sin qui ha funzionato. Gestiamo i soldi in maniera molto cauta, con riserve per andare avanti almeno un anno. Se le donazioni precipitassero, penseremmo a un piano B». Quasi quasi bisognerebbe augurare a Wales un calo drastico delle donazioni. Wales mise insieme i soldi per far partire la grande enciclopedia col portale Bomis, che faceva pagare due dollari e 95 per un link di tre giorni a film e foto porno. Oggi ha in banca un milione di dollari e se ne fa dare 70 mila quando gli chiedono un discorso. Nonostante tutto è poco, se si fa il confronto con i tesori accumulati da Zuckerberg o Bill Gates.
• Che significa “Wikipedia”?
“Wiki” è una voce hawaiana per dire “veloce”. “Pedia” viene dal greco “paideia”, educazione. Un’invenzione dell’altro fondatore dell’enciclopedia, Larry Sanger.
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