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 2016  gennaio 15 Venerdì calendario

Ecco perché il M5S è un partito a tutti gli effetti

Quando Roberto Fico dichiara, autorevolmente, «non siamo più noi ad amministrare Quarto», infligge un severo colpo all’idea che il Movimento Cinque Stelle non sia un partito come gli altri, ma solo una piattaforma utile alla democrazia diretta esercitata dai “cittadini”. Insomma non il fine, ma il mezzo. I “cittadini” espressi dal M5S, in questo caso, hanno deciso di mantenere la loro investitura, ricevuta prima dal voto online, poi dai seggi elettorali. Il “noi” enunciato da Fico rimanda invece a una struttura collettiva (un partito, appunto) che ha l’autorità e il potere di interrompere quel mandato perché ritiene che sia stato svolto malamente. Ed ecco che i “cittadini” di Quarto diventano ciò che effettivamente sono: gli iscritti di un partito politico ai quali il partito stesso ha il pieno diritto di affidare un incarico e allo stesso modo di revocarlo.
Mi chiedo: ma non varrebbe la pena, infine, riconoscere che tutta la puerile utopia del “governo diretto dei cittadini” è, appunto, una puerile utopia, già ripetutamente contraddetta da espulsioni e anatemi di vario tipo, non importa se decisi da fantomatici meet-up o direttamente dai capoccia? Perché mantenere il tabù della forma- partito quando lo si è di fatto, un partito, perfino nelle lotte intestine, nelle beghe interne, nella facoltà di degradare sul campo i militanti ritenuti indegni?