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 2016  gennaio 15 Venerdì calendario

Ecco perché Cruz è meglio di Trump. Discussione sulle presidenziali Usa

I lettori di ItaliaOggi conoscono Angelo Codevilla. Giovanissimo. fu incaricato dal presidente Reagan della transition del Pentagono e della Cia, professore a Georgetown, a Stanford, a Boston, traduttore principe del «Principe» di Machiavelli, ho avuto il privilegio di essere suo editore per quella che è diventata la mia Bibbia, «Ruling Class», la Classe Dominante (Grantorinolibri, si trova su Amazon).

Per il futuro dell’Occidente liberale, è il mondo di cui liberarsi il più in fretta possibile.
Caro Angelo, sono stato un suddito felice dell’Impero Americano durante il nazi-fascismo prima, e durante la Guerra Fredda poi. Dopo la caduta del Muro, i Presidenti (Clinton, Bush, Obama) che si succedettero, li giudicai simili agli Imperatori romani del Terzo secolo. Così, in base ai sondaggi, il prossimo presidente avrà l’orrendo profilo politico di Hillary, oppure quello imbarazzante di Trump, le classiche due facce della stessa medaglia. I democrat hanno già deciso per Hillary, mentre il Gop (Grand Old Party) ha una pletora di candidati.
Partiamo con Ted Cruz, senatore texano. A pelle mi è piaciuto, ignora Trump (per potergli sfilare l’elettorato?), parla la lingua del popolo pur essendo uomo di alto spessore culturale, è personaggio dell’establishment ma si capisce che gli è antagonista. Uno che considera il mix «felpe californiane-gessati newyorkesi-smoking washingtoniani» alla stregua del cartello messicano di Tijuana, non può non piacermi. Sarà veramente così? Ha chances?
Caro Riccardo, Cruz è nato nel ’70, padre cubano, operaio nell’ industria petrolifera, madre americana di ascendenze italiane.
Cresciuto in Texas, il cristianesimo evangelico influenzò la sua gioventù. Di intelligenza straordinaria, fu ammesso alla Princeton University con borsa di studio. Divenne allievo del professor Robert George, costituzionalista, conservatore, cattolico, fondatore del James Madison Center for American Ideals and Institutions.
Robert, amico mio, considera Cruz tra i migliori allievi mai avuti nella sua lunga carriera. Cruz seguì il cursus honorem della professione legale, quello che, a furia di esami e di prove, porta la créme degli studenti, prima alle più quotate scuole di legge, poi a stages nelle Corti di Appello federali. Assistente del Chief Justice della Corte Suprema, poi al Department of Justice, quindi Procuratore di Stato per il Texas. Presentò nove cause alla Corte Suprema, vincendone sette.Aveva 40 anni, e la politica nel sangue.
Puntò al Senato, connotandosi come conservatore-populista, fu eletto. Pur essendo texano è lontano dalla Famiglia Bush, e al complesso d’interessi che fanno capo alla stessa. Cruz e i cittadini che lo portarono al Senato appartengono a quello che in Italia chiamate popolino, qua gente che va in chiesa e cita la Bibbia.
Mentre nel mondo dei Bush la politica ha che fare con «chi ottiene cosa, come, e quando», la maggioranza che votò Cruz vede nella politica il mezzo per salvaguardare le proprie libertà e uno stile di vita. Mentre da una parte si parla di eminenze grigie e di quattrini, dall’altra si parla del bene e del male.
Come si colloca la candidatura di Cruz nel quadro politico del 2016?
Nello scontro tra la Classe Dominate (democratica e repubblicana) e la maggioranza dei cittadini (specie repubblicani) che vuol liberarsi di questa classe e del modus vivendi da loro imposto, lui punta a esserne leader. Necessariamente, per arrivare a ciò, la strategia di Cruz era una sola: sconfiggere le élite del Gop, conquistando la nomina alla presidenza. Lui contro tutti.
L’entrata in campo di Donald Trump sconvolse questo scenario. Il messaggio di Trump è sì anti sistema, ma molto diverso da quello di Cruz, seppur più vigoroso.
Basandoci solo su sondaggi e non su risultati elettorali, possiamo ipotizzare che ci sia una divisione tra «trumpisti» che vogliono semplicemente spazzare via la Classe Dominate, e un popolo che segue l’impostazione strategica, le analisi, i programmi di Ted Cruz (o del Dottor Ben Carson).
In altri termini, tutti gli altri candidati delle Primarie Repubblicane, se eletti, continuerebbero a fare le cose come sono state fatte negli ultimi decenni, e le farebbero con più o meno lo stesso personale politico, mentre Ted Cruz cambierebbe tutto, in primis gli equipaggi. Per ora c’è il «paracarro» Trump, offrirà pure un salto nel buio, ma c’è. L’ eventuale successo di Cruz dipende dalle scelte finali dei i «trumpisti».
Grazie caro Angelo, la prossima volta parleremo di Marco Rubio.