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 2016  gennaio 15 Venerdì calendario

Non solo Volkswagen, anche Renault. Il costruttore francese avrebbe truccato i dati sulle emissioni delle diesel e perde il 10 per cento in Borsa

Dopo Volkswagen, esplode una nuova bufera nel mercato dell’auto. Questa volta tocca al costruttore Renault sospettato, come nel caso tedesco, di aver truccato i dati sulle emissioni delle vetture diesel. La polizia francese anti frode ha infatti deciso di fare perquisizioni in numerosi uffici e impianti di Renault. Le ispezioni sono avvenute la settimana scorsa, ma sono state rivelate solo ieri dai sindacati. La notizia ha provocato un immediato crollo in Borsa del titolo, che ha perso fino al 20%, trascinando al ribasso anche i listini europei, prima di chiudere a — 10,3%. Gli investigatori si sarebbero in particolare concentrati sulle aree di test per i motori, alimentando così il sospetto che Renault possa avere inserito nelle sue vetture un software in grado di eludere i controlli sulle emissioni, come quello scoperto su centinaia di migliaia di auto diesel di Volkswagen.
Renault ha confermato le ispezioni della polizia anti frode, ma ha fatto sapere che non è stato trovato alcun software fraudolento che consenta di aggirare deliberatamente i testi sulle emissioni, come quelli trovati invece sulle vetture Vw. «Non c’è nessuna frode » ha commentato il ministro dell’Ecologia e dei Trasporti, Ségolène Royal che dopo lo scandalo esploso in Germania aveva lanciato dei test sui principali costruttori attraverso una commissione indipendente. In seguito ai controlli, spiega il ministro, le emissioni di anidride carbonica e diossido di azoto delle auto diesel Renault sono risultate superiori a quelle consentite, ma sui motori non sono stati trovati dispositivi per truccare i dati. Sempre secondo Royal, ci sarebbero altre due case automobilistiche non francesi per cui sono state rilevate emissioni fuori dalle norme.
Il caso Renault ha trascinato al ribasso molti altri titoli automobilistici. Flessione del 7,13% per Fca, che paga le voci secondo cui le vendite in Russia avrebbero subito un drastico calo, mentre il sito Automotive News ha rivelato che due concessionari di Chicago avrebbero denunciato il gruppo accusandolo di averli costretti a gonfiare i dati sulle vendite. Sui risultati delle perquisizioni della polizia francese anti frode non trapelano altri dettagli. Secondo Renault, ci potrebbero essere ulteriori accertamenti nei prossimi giorni. L’indagine mette in difficoltà il governo che aveva preso una posizione molto critica con il costruttore tedesco qualche mese fa, quando scoppiò il “Dieselgate”. «È una situazione incomparabile con Volkswagen» ha aggiunto il ministro dell’Economia, Emmanuel Macron, che si trovava ieri in visita a Berlino. Inoltre, lo Stato ha da pochi mesi aumentato la sua quota in Renault dal 15 al 19,7%, con una mossa a sorpresa che aveva colto di sorpresa anche il management. Macron ha sottolineato che «mantiene la fiducia nel gruppo automobilistico» e ha precisato che i servizi anti-frode hanno effettuato «molti controlli e perquisizioni per verificare l’affidabilità e la qualità delle informazioni trasmesse al consumatore».
Renault è stato «solo uno dei costruttori controllati», ha aggiunto il ministro dell’Economia che ha sottolineato come la commissione incaricata dei test sulle emissioni dovrà portare «tutti i chiarimenti». I controlli del governo francese sono ancora in corso su un campione di 100 automobili. Finora sono già state verificate otto marche diverse: Renault, Psa, Volkswagen, Mercedes, Ford, Opel e Bmw. Altri quattro costruttori saranno sottoposti all’esame, ovvero Nissan, Volvo, Suzuki e Fiat. I primi risultati avrebbero segnalato “fuori norma” rispetto ai livelli di legge sulle emissioni la Renault e altri due costruttori esteri, di cui non è stato precisato il nome. L’esito finale dei test potrebbe essere annunciato già la settimana prossima, assieme alle iniziative che i costruttori si saranno impegnati a prendere per rientrare nelle norme sui livelli di anidride carbonica e ossido di azoto.