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 2016  gennaio 15 Venerdì calendario

Il M5s ha un problema anche a Civitavecchia

«L’opposizione ha dimostrato una totale mancanza di cultura politica civile». Primo piano del comune di Civitavecchia. Fuori, un vento come solo a Trieste scuote le palme davanti all’ingresso, mentre, incurante, un gruppo di ragazzini si allena con lo skateboard; dentro, in una stanza spoglia, il sindaco M5S Antonio Cozzolino, giacca e cravatta, una fedina color argento al mignolo, rigira tra le mani un foglio protocollato trattenendo a stento la rabbia. Si tratta di una diffida inviata una settimana fa da tutti e nove i consiglieri di minoranza. «Un’ingerenza gravissima all’attività gestionale, penso vadano presi provvedimenti». Quali provvedimenti, a parere del sindaco, è presto detto: la sospensione in blocco di tutti i consiglieri di minoranza. E pazienza se vorrà dire lasciare in splendida solitudine una maggioranza già piuttosto solida.
Tutto nasce da un bando fatto dal Comune per individuare chi si debba occupare della gestione di un fondo immobiliare. Prima che la commissione esaminatrice si pronunci, l’opposizione compatta, da destra a sinistra, firma e invia una diffida al sindaco, ma anche ai membri della Commissione, al prefetto, all’Autorità anticorruzione e a una sfilza di altri soggetti istituzionali, per dire che all’unica società interessata manca un requisito, e quindi non è a lei che va affidato il compito. Apriti cielo: il sindaco si infuria, fa un esposto alla Procura «che valuterà se c’è un reato», e fissa un appuntamento per lunedì col prefetto Gabrielli. Per chiedere provvedimenti, appunto: sospenderli, magari, «in base all’articolo 142 del Testo unico degli enti locali», che prevede addirittura l’ipotesi di rimozione dei consiglieri che commettano «atti contrari alla Costituzione». Nientemeno. «Hanno fatto un’intimidazione a semplici dipendenti comunali che fanno parte della Commissione: chi mai vorrà farne più parte?», dice il sindaco, preoccupato per la posta in gioco, tre milioni di euro da quella gara, in un comune di 53mila abitanti finanziariamente in difficoltà, con gli occhi della Corte dei conti già puntati addosso.
Una reazione forte, Cozzolino non lo può negare. «Mi hanno dipinto come un dittatore, anziché valutare la gravità di quello che ha fatto l’opposizione», insiste però. Non si dica che vuole rimanere solo in Consiglio comunale, «ma guardi che se ci fosse la rimozione subentrerebbero i primi non eletti»: e durante la sospensione? Sarebbe il M5S solo in Consiglio comunale: «E non sarebbe la prima volta: è già successo quando c’erano da votare i debiti fuori bilancio», reagisce pronto. Certo, infuriarsi così per un’iniziativa dell’opposizione proprio lui, che fa parte di una forza politica autrice di vari esperimenti di opposizione creativa, appare un po’ strano. «Ma un conto è occupare il tetto del Parlamento, un conto mandare una diffida: potrebbe configurarsi una turbativa d’asta», azzarda. Ipotesi che fa ridere di gusto i firmatari della diffida. Convinti che fosse l’unica strada per farsi sentire, «visto che il sindaco non ci ascolta mai, non c’è mai alcuna dialettica», lamenta la consigliera dem Rita Paola Stella, ex assessore in provincia con Zingaretti. Ora, chissà se rischia la sospensione con i colleghi, «ma penso che Gabrielli abbia altro da fare», sorride. «Sarebbe il primo caso nella storia repubblicana», valuta Massimiliano Grasso, di una lista civica, che con Cozzolino si contese l’accesso al ballottaggio. E il capogruppo dem, Marco Piendibene, 50 anni d’età e 22 di consiglio comunale, sospira tra il rassegnato e il divertito: «Ma se il prefetto ci sospende, ci divertiamo».