
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Seguiamo il Papa in questo suo viaggio a Napoli.
• Sì, seguiamolo.
Naturalmente tutti parlano delle durissime parole contro i corrotti. E del fatto che a un certo punto, a Scampia, ha salutato in napoletano («’a Maronn v’accumpagne»). E del sangue di san Gennaro che s’è sciolto benché il 21 marzo non sia una delle tre date prestabilite…
• S’è mezzo sciolto.
Sì, s’è mezzo sciolto. Nel pomeriggio Francesco è entrato nel Duomo di Napoli, ha preso con le sue mani la teca che contiene il sangue, e il sangue ha cominciato a sciogliersi. Ma, a metà strada, lo squagliamento s’è arrestato. Il cardinale Sepe ha detto: «San Gennaro vuole bene al Papa e a Napoli. Il sangue si è sciolto a metà». Francesco ha commentato: «Il vescovo ha detto che il sangue è metà sciolto: si vede che il santo ci vuole bene a metà». Quando vennero Giovanni Paolo II (21/10/1979) e Benedetto XVI (21/10/2007) il sangue non si sciolse. Prima di ieri, s’era sciolto solo con Pio IX, in fuga dai rivoluzionari di Roma (novembre 1848). Pio IX regalò poi il famoso calice d’oro massiccio, uno dei pezzi pregiati del tesoro di San Gennaro. La Chiesa, a parte il cardinale Sepe che è di quelle parti, ci crede e non ci crede. A un certo punto tolse di mezzo, dalla categoria dei santi, San Gennaro. Di fronte alla rivolta napoletana, lo riammise come santo locale. Napoli rispose a questa degradazione facendo apparire sui muri la scritta: «San Genna’, futtetenne». Oltre tutto, per tradizione, San Gennaro detesta la provincia di Napoli e sta solo con Napoli-città.
• E il cardinale Sepe è della provincia di Caserta.
E si vede che se era di Napoli, il sangue si sarebbe sciolto tutto.
• Noi stiamo pazziann’, e intanto i camorristi si stanno facendo il segno della croce.
Il Papa ha detto: «Cari napoletani, non lasciatevi rubare la speranza. Non cedete alle lusinghe di facili guadagni o di redditi disonesti. Reagite con fermezza alle organizzazioni che sfruttano e corrompono i giovani, i poveri e i deboli, con il cinico commercio della droga e altri crimini. […] La mancanza di lavoro ci ruba la dignità. E senza lavoro ciascuno di noi può scivolare verso la corruzione. Una società corrotta spuzza, non è cristiano chi si lascia corrompere. Tutti abbiamo la possibilità di essere corrotti, è uno scivolare verso lo sfruttamento. Quanta corruzione c’è nel mondo. Andiamo avanti nella pulizia perché non ci sia la spuzza della corruzione nella vostra città. San Gennaro interceda per voi. È tempo di riscatto per Napoli. […] Ai criminali e a tutti i loro complici la Chiesa ripete: convertitevi all’amore e alla giustizia! Lasciatevi trovare dalla misericordia di Dio!» Questo, che sia la misericordia a trovarci, è un altro dei passaggi epocali di Francesco. La misericordia, come un’ombra di lacrime vagante per il mondo in cerca di anime che implorano di essere trovate…
• Aveva promesso che avremmo seguito il Papa in tutto il suo territorio.
È andato prima a Pompei, poi in elicottero è atterrato nel campo sportivo di Scampia. Erano le 9 di mattina. La scelta di Scampia, una delle città di Gomorra
, dice tutto sulle intenzioni profonde del viaggio. Francesco ha parlato anche degli immigrati, della loro domanda di essere riconosciuti come figli di Dio: «Ma è necessario arrivare a questo?». Dopo Scampia, il Papa è arrivato in piazza del Plebiscito a Napoli. Almeno 60 mila persone ad accoglierlo. Dopo la messa, è andato a pranzo a Poggioreale: maccheroni al forno, arrosto con patate, dolci napoletani, tutti cucinati dai prigionieri. A tavola anche dieci transessuali. Francesco non ha battuto ciglio. « I carcerati troppo spesso sono tenuti in condizioni indegne della persona umana, e dopo non riescono a reinserirsi nella società». Quindi il Duomo, col sangue di San Gennaro mezzo sciolto. Tutto l’itinerario è stato reso possibile dal lavoro di 1500 volontari, reclutati attraverso i social network. Sono state distribuite centomila bandierine, diecimila cappelli, diecimila foulard, diecimila mantelline antipioggia. Sui muri sono stati attaccati 15 mila manifesti. Migliaia di libretti per la messa, biglietti d’invito, badge, permessi stampati, 50 mila bottiglie d’acqua ecc. In carcere hanno fatto in modo che accanto a Francesco sedesse un detenuto argentino.
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