F.De., Il Sole 24 Ore 22/3/2015, 22 marzo 2015
DIVORZI
Il divorzio sarà breve, anzi brevissimo: solo sei mesi o un anno dalla separazione per dirsi addio, a seconda che si sia d’accordo o si litighi. Il testo già varato al Senato e che – con tutta probabilità – diventerà legge, taglia di molto i tempi del cosiddetto “ripensamento”, fissato in 5 anni nel 1970 e ridotto a 3 nel 1987. E la riduzione va certo incontro alle ex coppie (circa 50mila ogni anno) che vogliono uscire al più presto da una situazione di “limbo”.
Ma proprio perché i tempi si accorciano drasticamente, le norme in arrivo mostrano il compromesso sottostante (niente divorzio immediato). L’iter di giustizia o di accordo tra avvocati sulla separazione – secondo la riforma varata nel 2014 – per quanto rapido, finirà per sovrapporsi a quello successivo di divorzio. Con prevedibile ingorgo. Il termine di “ripensamento”, concepito all’origine come modalità per ricomporre il matrimonio in un’Italia ancora profondamente cattolica, si tradurrà da domani in un tempo di ricorsa a carte bollate, avvocati e giudici. E senza alcuna diminuzione di costi per famiglie già in crisi anche economica, visto che le risorse di un nucleo si devono dividere in due. Si potrebbe fare di meglio. Si potrebbe avere più coraggio.
F.De., Il Sole 24 Ore 22/3/2015