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 2015  marzo 22 Domenica calendario

MALACALZA, SOCIO DISSIDENTE E VELOCE ORA BRINDA E GUADAGNA 300 MILIONI CHE GLI RIPAGANO L’INVESTIMENTO IN CARIGE

Vittorio Malacalza ama essere piuttosto enigmatico e, anche in occasione dell’annuncio del nuovo socio cinese in Pirelli, conferma la regola. Attualmente è alla finestra, anche perché gli aspetti tecnici dell’operazione e i numeri devono ancora essere comunicati. Di sicuro, ancora una volta, ha occasione di brindare a una plusvalenza importante: circa 300 milioni di euro in un paio d’anni, considerando che in Pirelli ha investito 200 milioni nel 2013 (con un valore di carico delle azioni a 6,7 euro ognuna) e che oggi la sua partecipazione, appena inferiore al 7 per cento, supera i 500 milioni (l’offerta pubblica di acquisto annunciata è di 15 euro).
Nonostante ciò la ferita della rottura clamorosa con Marco Tronchetti Provera è ancora aperta e Malacalza va tenuto d’occhio. Negli anni ha dimostrato di essere molto abile, molto rapido e anche di avere molto intuito. Per questo, nel caso che qualche banchiere d’affari coltivi progetti alternativi all’entrata in Pirelli della China chemical corporation, proprio Malacalza diventerebbe un punto di riferimento naturale. Certo, secondo opinioni diffuse tra gli analisti, non ci sono i margini per blitz di carattere finanziario. Altra faccenda è se uno dei grandi gruppi costruttori di pneumatici, preoccupati dall’arrivo dei cinesi e dall’alleanza con i russi di Rosneft, decidesse di contrattaccare perché potrebbe considerare sinergie industriali che permetterebbero di valutare il titolo Pirelli più del prezzo dell’opa a 15 euro.
Nell’attesa Vittorio Malacalza, insieme ai figli Davide e Mattia, è pronto a incassare l’ennesimo guadagno. Tale da ripagare totalmente l’investimento appena deciso in Banca Carige, dove ha acquistato il 10,5 per cento pagandolo poco più di 66 milioni, a cui dovrà aggiungerne fino a un centinaio per non diluirsi in occasione dell’aumento di capitale annunciato giovedì scorso. Considerando che la plusvalenza in Pirelli si aggira intorno a 300 milioni, ne sono disponibili un altro centinaio per altri acquisti in Carige senza intaccare il patrimonio di famiglia. E in effetti, nei giorni scorsi, Vittorio Malacalza ha aperto alla possibilità d’incrementare la partecipazione nel capitale della banca genovese, pur restando al di sotto del 25 per cento, la soglia che farebbe scattare l’offerta pubblica di acquisto. Sempre che, naturalmente, decida di utilizzare il ricavato dalla partecipazione in Pirelli. L’alleanza iniziale con Tronchetti Provera è del 2010, con l’investimento di 80 milioni in società della catena di controllo del gruppo, che poi sono diventati un centinaio. Nel 2013, dopo il divorzio preceduto da uno scontro duro, le quote gli sono state pagate 160 milioni, investiti in titoli Pirelli insieme con altri 40 milioni, che hanno permesso di raggiungere quasi il 7 per cento del capitale.
Il bilancio dell’operazione di Malacalza in Pirelli è sintetizzato da due numeri. L’investimento complessivo è stato finora di 140 milioni che oggi, dopo l’arrivo dei cinesi, sono più che triplicati, arrivando ad almeno 500 milioni. Quanto basta per rendere meno amaro il rimpianto di un sogno che non si è realizzato e che Vittorio Malacalza ricorda ogni volta che ne ha l’occasione: contribuire a dare un azionariato industriale stabile di matrice italiana alla Pirelli. L’obiettivo era stato scelto dopo avere concluso un colpo grosso, cioè la vendita nel 2008 delle attività nella siderurgia al gruppo ucraino Metinvest, che ha permesso d’incassare oltre 1 miliardo di euro.