Fulvio Bufi, Corriere della Sera 22/3/2015, 22 marzo 2015
L’ASSALTO GIOIOSO DELLE SUORE SEPE: «E SONO PURE DI CLAUSURA»
NAPOLI Il Papa che non ama il protocollo e lo stravolge spesso — e un po’ lo ha stravolto anche ieri quando sul lungomare ha indossato un casco da motociclista facendo per un attimo il testimonial della sicurezza stradale — stavolta nel fuori programma ci si è trovato in mezzo. Doveva venire a Napoli per non essere lui a sorprendere ma a restare sorpreso. E per qualche attimo pure disorientato. E proprio nel luogo più solenne tra i tanti in cui è stato durante le sue dieci ore partenopee: il Duomo.
Su Corriere.it (e anche su altri siti di informazione) c’è il video, ed è imperdibile. Un minuto e 25 secondi di un siparietto accompagnato dalle risate dei presenti nella Cattedrale e dal commento esilarante, e tutto in dialetto, del cardinale Crescenzio Sepe.
Il Papa aveva appena preso posto sulla sedia al centro dell’altare e non aveva ancora nemmeno annunciato che avrebbe messo da parte i fogli con il discorso preparato, per parlare invece a braccio con i fedeli, quando l’arcivescovo di Napoli gli ha detto di aver concesso, in occasione del grande evento della visita pastorale, il permesso di uscire a tutte le monache di clausura dei sette conventi della città. Saranno state una ventina quelle che hanno colto l’occasione ed erano presenti in Duomo, e quando monsignor Sepe le ha indicate a papa Francesco che si è girato verso il presbiterio per salutarle, una di loro, giovane e piccolina, si è alzata ed è quasi corsa verso di lui. Non era previsto, e tanto meno era previsto che la seguissero le altre. Non tutte, solo in quattro, di cui una con un voluminoso pacco con tanto di nastro e fiocco che chissà che regalo conteneva. In un attimo, il pontefice si è trovato circondato e sommerso dai discorsi fitti fitti delle monache. Se non fosse stato davvero troppo, lo avrebbero abbracciato, ma certo gli tenevano forte le mani, e lui si è capito che non se l’aspettava tanto affettuoso slancio, perché per un attimo è parso chiaramente spaesato. E a nulla è servito il tentativo del cardinale di venirgli in soccorso, con un richiamo alle monache tanto colorito quanto inascoltato. «Uè, addò jate?». Dal Papa, andavano, e non volevano proprio tornarsene indietro. E le parole di Sepe nemmeno le sentivano: «Sorelle! Dopo, dopo... Tenimme che ffa’»; cercava di convincerle l’arcivescovo. Macché. «Ma guarda... E cheste so ‘e clausura... figuriamoci quelle di non clausura... So’ mangiano n’atu ppoco».
In realtà il cardinale, che è uomo di grande ironia e qualcosa dalle monache se l’aspettava — mentre le presentava al Papa già gli scappava da ridere —, aveva l’aria di divertirsi moltissimo. E alla fine si è divertito pure Francesco, che alla più insistente (Sepe: «È semp’essa») ha continuato a sorridere e a tenere la mano finché qualcuno del cerimoniale non è intervenuto per portarla via.