Piergiorgio Odifreddi, la Repubblica 22/3/2015, 22 marzo 2015
LE ECLISSI GLI EQUINOZI GLI EQUIVOCI
L’equinozio di primavera, che a seconda degli anni cade il 20 o il 21 marzo, quest’anno è arrivato l’altro ieri. Un venerdì nero, o almeno oscurato, visto che per combinazione il Sole si è eclissato: parzialmente in Italia e totalmente sulle nordiche isole Færøer.
Una combinazione che accade raramente, e che non tornerà fino al 20 marzo 2034. In realtà, la combinazione è duplice, perché a sua volta anche il fenomeno delle eclissi di Sole si basa su una combinazione: il fatto che la piccola ma vicina Luna, e il grande ma lontano Sole, siano disposti rispetto alla Terra in modo da avere esattamente la stessa grandezza apparente. Cioè, il disco lunare è esattamente sovrapponibile al disco solare, e le eclissi totali di Sole lo dimostrano.
Le eclissi hanno turbato e confuso a lungo gli antichi. Un poeta razionale e sensato come Lucrezio si domandava ancora nel De rerum natura se la causa non fosse lo spegnersi e riaccendersi del Sole. Ma già un secolo prima lo scienziato Ipparco aveva valutato la distanza della Luna dalla Terra dal fatto che in un’eclisse il Sole si era oscurato completamente nell’Ellesponto, ma solo quattro quinti ad Alessandria. A dimostrazione del fatto che è meglio tenere i piedi per terra che la testa nelle nuvole, soprattutto osservando le eclissi.
Piergiorgio Odifreddi, la Repubblica 22/3/2015