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 2015  marzo 22 Domenica calendario

LIBRO IN GOCCE NUMERO 31

(Materia sacra. Corpi, oggetti, immagini, feticci nella pratica religiosa)

Vedi Biblioteca in scheda: 2308020
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SANGUE, VIOLENZA E MARTIRII –
Religio. Cicerone faceva risalire il termine religio al verbo lègere (che rimanda all’idea di “riunire”). Tra i primi autori cristiani, come Lattanzio e Tertulliano, prevaleva invece l’idea che religio derivasse da ligàre, “legare”.
Corpo. Agostino considerava il corpo dell’essere umano come un contenitore di energie individuali “finite”, ma anche come la possibile via di fuga di queste energie, quindi come un pericolo per l’anima. Le energie potevano disperdersi fuoriuscendo dal corpo invece di dirigersi verso l’anima e fortificarla. Per indirizzare bene le energie a disposizione bisognava pertanto adottare delle pratiche che inducessero il corpo alla rinuncia. Queste pratiche erano sia la continenza sessuale (meglio l’astinenza) sia il digiuno. Il dovere di procreare figli per la città terrena mediante un moderato piacere, approvato anche dai medici, non era più sufficiente a giustificare l’atto sessuale. Gli sposi cristiani dovevano «abbassarsi» a compierlo «con una certa mestizia» perché l’atto stesso, attraverso il corpo, esprimeva la caduta di Adamo.
Corpus Domini. Proclamato nel 1311 da papa Clemente V come festa di precetto, il Corpus Domini esisteva, di fatto, come rito diffuso in gran parte della cristianità europea già da più di cinquant’anni, e cioè dalla metà del Duecento. Tutto ebbe inizio verso il 1220 con la visione di una suor Julienne del monastero di Mont Cornillon (Belgio) che sognò ripetutamente per una ventina d’anni di seguito una luna luminosa e raggiante come un volto sfigurato tuttavia da una specie di cicatrice nera. Verso la metà del Duecento suor Julienne ebbe alla fine la visione rivelatrice. Cristo stesso le apparve rivelandole come la luna fosse il simbolo del ciclo delle feste liturgiche cristiane, mentre la striscia nera sul volto dell’astro era il segno di un’omissione: la mancanza, nel ciclo di tali festività, di un giorno dedicato alla celebrazione dell’ostia consacrata, il corpo e sangue di Cristo medesimo. Suor Julienne, che nel frattempo era diventata priora del monastero di Mont Cornillon, riuscì a far istituire nel 1246 dal vescovo di Liegi una festa in onore del corpo di Cristo “rappresentato” dall’ostia consacrata.
Sangue. La violenza e il sangue sono temi ricorrenti di tutte le religioni: l’autosacrificio del dio Parusa, dal cui corpo smembrato nasce il mondo (hinduismo); la morte violenta di Cristo (cristianesimo); i rituali di sangue delle religioni politeiste; la circoncisione (comunità islamica), eccetera.
Violenza. «Nel cuore della religione, incombe, affascinante, la violenza sanguinaria» (Walter Buckert).
Kambo! Gli orokaiva della Nuova Guinea celebravano sino a non molti anni fa rituali iniziatici in cui gli adulti, travestiti da spiriti della foresta, inseguivano i bambini da iniziare al grido di «Kambo! Kambo! Kambo!» («Mordere! Mordere! Mordere!»).
Jihad. jihad, termine malamente tradotto, nelle lingue europee, con l’espressione “guerra santa”, ma il cui senso autentico è qualcosa come “lotta sulla via di Dio”.
Shahid. Shahid, l’aspirante martire islamico, prima di compiere il gesto che porterà alla propria morte e a quella dei suoi nemici, si sottopone a un processo di sacralizzazione. Poi sceglie il suo obiettivo, si mimetizza, e parte per la sua missione come individuo «sacralizzato». Poiché assieme alle vittime del suo gesto diventerà vittima lui stesso, l’aspirante martire è a questo punto in uno stato di «sospensione» che ne fa, per certi aspetti, un «già morto». Infatti l’espressione con cui egli è indicato dai suoi è al shahid al hayy, «il martire vivente».
Giorgio Dell’Arti, Domenicale – Il Sole 24 Ore 22/3/2015