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 2015  marzo 22 Domenica calendario

D’Alema attacca Renzi • I risparmi del governo per evitare l’aumento da 16 miliardi dell’Iva previsto per il 2016 • Il patto tra Italia e Francia per monitorare la Libia • Francesco a Napoli: «La corruzione spuzza» • Quando Claretta mise le corna a Mussolini • Più di quattro italiani su dieci si dedicano a orti e giardini anche nelle case in città D’Alema Durante la riunione di tutte le minoranze dem intitolata «A Sinistra nel Pd», Massimo D’Alema ha attaccato il Pd di Renzi, «un partito a forte conduzione personale e con un certo carico di arroganza»

D’Alema attacca Renzi • I risparmi del governo per evitare l’aumento da 16 miliardi dell’Iva previsto per il 2016 • Il patto tra Italia e Francia per monitorare la Libia • Francesco a Napoli: «La corruzione spuzza» • Quando Claretta mise le corna a Mussolini • Più di quattro italiani su dieci si dedicano a orti e giardini anche nelle case in città D’Alema Durante la riunione di tutte le minoranze dem intitolata «A Sinistra nel Pd», Massimo D’Alema ha attaccato il Pd di Renzi, «un partito a forte conduzione personale e con un certo carico di arroganza». L’arroganza è quella di Renzi a cui interessa una cosa sola e cioè vincere, perciò ha usato il metodo di tenere insieme il partito per eleggere Mattarella al Quirinale e non certo per afflato unitario. Ragione per cui «non servono ultimatum», stile quelli di Bersani, è il sottinteso, ma bisogna «essere in-tran-si-genti e dare dei colpi quando è necessario, facendo in modo che lascino dei segni». Replica di Renzi: «Mi si vuole provocare per trascinarmi in una rissa ma io non ho né voglia né tempo, devo occuparmi di cose concrete e non di polemiche. La minoranza, ora che non c’è più il patto del Nazareno pensa di tenermi in ostaggio, ma non c’è la farà, i numeri nel Pd ce li ho io». Spesa pubblica Il governo è a caccia di 10 miliardi di euro per evitare che nel 2016 scattino le clausole di salvaguardia previste dalle ultime due leggi di Stabilità. Clausole inserite per ottenere il via libera di Bruxelles e che prevedono l’aumento dell’Iva e delle accise l’anno prossimo per un maggior gettito di 16 miliardi. Per ridurre la spesa pubblica di 10 miliardi (su un totale di oltre 800 miliardi) il governo punta su un piano con molte voci. Applicazione massiccia dei costi standard a Regioni, Comuni e spesa sanitaria. Taglio delle società partecipate dagli enti locali (11 mila, secondo l’Istat, di cui 1.454 non attive). Le misure già previste dall’ultima legge di Stabilità potrebbero intanto essere rafforzate con il disegno di legge delega di riforma della Pubblica amministrazione all’esame del Parlamento. Razionalizzazione del trasporto pubblico locale, con l’obbligo di gare per l’affidamento del servizio, il taglio dei trasferimenti alle Regioni che non ottemperano e l’applicazione dei costi standard per la definizione dei trasferimenti stessi, come prevede un disegno di legge che dovrebbe arrivare presto in Consiglio dei ministri. Riassetto delle articolazioni periferiche della Pubblica amministrazione e dei corpi di polizia. Anche qui le prime novità (assorbimento del corpo forestale) potrebbero arrivare con gli emendamenti alla riforma Madia. Introduzione di severi criteri di valutazione costi benefici sulle opere pubbliche. Abbattimento delle 30 mila stazioni appaltanti e allargamento del perimetro di azione della Consip, la Centrale pubblica degli acquisti di beni e servizi, passando dai 38 miliardi presidiati ora a 50 miliardi (su un totale potenziale di 90). (Marro, Cds) Libia Italia e Francia si preparano a un ruolo di primo piano in Libia per sostenere — se mai venisse raggiunto — un futuro accordo tra le fazioni in lotta, hanno detto Paolo Gentiloni e Laurent Fabius, i ministri degli Esteri italiano e francese riuniti a Caen (in Normandia) assieme ai responsabili della Difesa Roberta Pinotti e Jean-Yves Le Drian. «Il sostegno dei due Paesi comprenderebbe un’attività di monitoraggio svolto con forze di polizia o militari in un quadro Onu», ha precisato Gentiloni. L’intervento sul campo è escluso oggi, ma già allo studio in caso di intesa tra le parti. Francesco 1 Durante la sua visita a Napoli, nella messa in piazza del Plebiscito, papa Francesco chiede di «non cedere alle lusinghe di facili guadagni o redditi disonesti, pane per oggi e fame per domani» e scandisce: «Non lasciatevi rubare la speranza! Reagite con fermezza alle organizzazioni che corrompono i giovani, non lasciate che siano sfruttati da questa gente, corruzione e delinquenza non sfigurino il volto di questa bella città!». Chiede di «fare una buona politica, tutti». E si rivolge «ai criminali e ai loro complici», ai camorristi: «Convertitevi all’amore e alla giustizia! Lasciatevi trovare dalla misericordia di Dio! Gesù vi sta cercando per abbracciarvi, baciarvi, amarvi. Con la grazia di Dio, che perdona tutto e perdona sempre, è possibile ritornare a una vita onesta». E ancora: «Se chiudiamo la porta ai migranti, se togliamo lavoro e dignità alla gente, come si chiama? Si chiama corruzione. Uno scivolare verso affari facili, la delinquenza, lo sfruttamento delle persone [...] Quanta corruzione c’è nel mondo! È una parola brutta. Una cosa corrotta è sporca. Se troviamo un animale morto è corrotto, spuzza ! La corruzione spuzza ! La società corrotta spuzza ! E un cristiano che lascia entrare dentro di sé la corruzione non è cristiano, spuzza !». Francesco 2 Francesco è stato il primo Papa ad assistere alla liquefazione del sangue di san gennaro, non era capitato né a Wojtyla né a Ratzinger, si parla di Pio IX nel 1848 ma non ci sono documenti. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno] Claretta Giuseppe Pardini, professore di Storia contemporanea, lavorando sulle carte di Renzo De Felice ha trovato la documentazione che prova la liaison segreta di Claretta Petacci con Luciano Antonetti, latin lover ed ex miliziano dannunziano. Il capo del fascismo, il 13 luglio 1937, viene informato della tresca con colui che, stando ai questurini, è «un cattivo arnese», cerca di fare contrabbando di armi e si accompagna pure a una «prostituta ermafrodita». Mussolini alle 19 telefona a casa Petacci urlando: «So tutto, di voi non ne voglio più sapere». Claretta finge di cascare dalle nuvole: «Non so di che parlate». Poi, alla tempesta di improperi che la investe scoppia in un pianto dirotto. Tra le accuse e le offese, Mussolini le ingiunge di riprendersi i quadri che la fanciulla, pittrice in erba, ha portato a Palazzo Venezia, e di non farsi più vedere. Poi ci ripensa, telefona a casa Petacci e quando Claretta risponde le dice: «Ho bisogno di parlare con vostra madre. Fatela venire da me alle 8 di questa sera». Mussolini interroga donna Giuseppina, vuole sapere se sua figlia è «limpida». «Sono solo voci malevole», risponde lei. Perdonata dal capo del governo, Claretta non lo è dai genitori: «Se ora non fili dritta, ti dò un pugno in testa e ti ammazzo», l’allerta il padre. E la madre: «Ti ho salvata; ho fatto il mio dovere; ma d’ora in avanti se non lasci per sempre Luciano, ti metto io a posto!». L’Antonetti verrà malmenato per strada da «estranei», riferiscono i questurini che lo portano al gabbio senza motivo. Privo di lavoro, tallonato da un segugio, finirà la vita povero e malato. (Serri, Sta). Orti Coldiretti ha calcolato che con la primavera il 46,2% degli italiani si dedicano a orti e giardini anche nelle case in città (Serra, Cds)