Mirella Serri, la Stampa 22/3/2015, 22 marzo 2015
Claretta Giuseppe Pardini, professore di Storia contemporanea, lavorando sulle carte di Renzo De Felice ha trovato la documentazione che prova la liaison segreta di Claretta Petacci con Luciano Antonetti, latin lover ed ex miliziano dannunziano
Claretta Giuseppe Pardini, professore di Storia contemporanea, lavorando sulle carte di Renzo De Felice ha trovato la documentazione che prova la liaison segreta di Claretta Petacci con Luciano Antonetti, latin lover ed ex miliziano dannunziano. Il capo del fascismo, il 13 luglio 1937, viene informato della tresca con colui che, stando ai questurini, è «un cattivo arnese», cerca di fare contrabbando di armi e si accompagna pure a una «prostituta ermafrodita». Mussolini alle 19 telefona a casa Petacci urlando: «So tutto, di voi non ne voglio più sapere». Claretta finge di cascare dalle nuvole: «Non so di che parlate». Poi, alla tempesta di improperi che la investe scoppia in un pianto dirotto. Tra le accuse e le offese, Mussolini le ingiunge di riprendersi i quadri che la fanciulla, pittrice in erba, ha portato a Palazzo Venezia, e di non farsi più vedere. Poi ci ripensa, telefona a casa Petacci e quando Claretta risponde le dice: «Ho bisogno di parlare con vostra madre. Fatela venire da me alle 8 di questa sera». Mussolini interroga donna Giuseppina, vuole sapere se sua figlia è «limpida». «Sono solo voci malevole», risponde lei. Perdonata dal capo del governo, Claretta non lo è dai genitori: «Se ora non fili dritta, ti dò un pugno in testa e ti ammazzo», l’allerta il padre. E la madre: «Ti ho salvata; ho fatto il mio dovere; ma d’ora in avanti se non lasci per sempre Luciano, ti metto io a posto!». L’Antonetti verrà malmenato per strada da «estranei», riferiscono i questurini che lo portano al gabbio senza motivo. Privo di lavoro, tallonato da un segugio, finirà la vita povero e malato.