
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
La Procura di Milano ha effettivamente chiesto, come previsto, che si proceda con rito immediato contro Silvio Berlusconi per i reati di concussione e prostituzione minorile. Cioè, salto di tutta la fase preliminare e premier in aula tra un paio di mesi. La decisione se concedere o no la procedura dell’immediato spetta ora al giudice per l’indagine preliminare (gip) Cristina Di Censo, che si occupò già di Berlusconi all’epoca in cui Tartaglia gli tirò in faccia un statuetta del Duomo di Milano (la Di Censo lo spedì in un ospedale psichiatrico). Il gip non accorderà o rifiuterà la procedura lampo prima di lunedì.
• Perché tanto chiasso? Abbiamo detto ancora ieri che la Boccassini e gli altri avrebbero fatto questo.
Beh, adesso il fatto è accaduto. E poi c’è stata una reazione di Berlusconi molto violenta. Ieri, in conferenza stampa, rispondendo alla domanda di un giornalista il premier ha detto: «Queste pratiche violano la legge, vanno contro il Parlamento perché la Procura di Milano non ha la competenza territoriale, è chiarissimo, la Procura di Milano non ha la competenza funzionale, la concussione non c’è perché il concusso non esiste, non ha subito nessuna minaccia. Io sono intervenuto come presidente del Consiglio perché ero preoccupato che non potesse succedere un incidente diplomatico internazionale e anche per aiutare, come faccio sempre, delle persone in difficoltà. Quindi la concussione è risibile, non esiste. L’altra cosa assolutamente non esiste per dichiarazione delle persone interessate, con tutte le testimonianze a riguardo, quindi sono cose pretestuose. A me spiace che queste cose abbiano offeso la dignità del paese, abbiano buttato fango sul nostro paese, sul governo oltre che sulla mia persona internazionalmente. Mi domando chi pagherà per queste attività che a mio modesto avviso hanno soltanto finalità eversive. È una vergogna, veramente guardi, uno schifo e una vergogna, e non so come pagheranno alla fine, pagherà lo stato naturalmente, intenterò una causa allo stato perché non c’è la responsabilità dei magistrati ed è una cosa da cambiare e che cambieremo». Tutto questo difilato – cioè senza leggere – in un minuto e 29 secondi durante i quali il capo del governo non ha quasi ripreso fiato.
• Ma ha ragione?
È la sua linea di difesa. Tecnicamente non ha ragione, perché la competenza non è stabilita dal Parlamento. E anche sulla territorialità, la competenza sembrerebbe proprio di Milano perché il reato più grave è la concussione, che assorbe, per così dire, l’imputazione minore. La concussione, se c’è stata, è avvenuta a Milano, perché a Milano si è realizzato il rilascio della ragazza, e non ha importanza che il funzionario al telefono stesse a Sesto San Giovanni. Questo non ha niente a che vedere con la colpevolezza o l’innocenza, che devono essere stabilite nel processo. Ricordo che non è Berlusconi a dover provare la sua innocenza, è invece la Procura che deve dimostrare la sua colpevolezza. Il processo non ha natura morale, cioè non riguarda le feste del premier: si tratta di stabilire se effettivamente Berlusconi si sia portato a letto Ruby sapendo che era minorenne (e Ruby nega), e se abbia forzato la Questura di Milano a far qualcosa di proibito valendosi della propria posizione dominante di primo ministro. Anche qui: ha telefonato come privato cittadino (nel qual caso la concussione c’è) o da presidente del consiglio, nel qual caso la concussione non c’è? Sembra che i magistrati abbiano in mano altre carte, non ancora rivelate, le quali renderebbero plausibile la loro affermazione che i supposti reati commessi dal Cav sono evidenti. Per sapere come andrà a finire bisogna star calmi e aspettare, qualunque opinione si abbia, in termini morali o semplicemente di gusto, su come Berlusconi passa le sue serate.
• E la causa allo stato?
Non so come potrebbe. Sulla responsabilità dei giudici ci fu anni fa un referendum ampiamente favorevole, ma finito in nulla per il quorum non raggiunto.
• È in atto uno scontro istituzionale?
Potrebbe essere sollevato conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale. Ma è un’iniziativa che spetterebbe alla Camera. E qui c’è Fini, e il fatto che nel suo ufficio di presidenza Pdl e Lega sono in minoranza. Restano le vie della denuncia o dell’iniziativa politica, che non possono avere influenza sul processo. Ieri c’erano un centinaio di manifestanti berlusconiani davanti alla Procura, Giuliano Ferrara ha indetto una manifestazione per sabato a Milano.
• Bossi?
Sta dalla parte del Cavaliere. «I giudici hanno esagerato, vogliono lo scontro tra istituzioni. Tra giudici e Parlamento è guerra totale». Però ha aggiunto: «Anche Berlusconi… Se è lì è perché ha delle colpe. Certe cose le ha fatte lui, mica io». [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 10/2/2011]
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