Marisa Fumagalli, Corriere della Sera 10/02/2011, 10 febbraio 2011
LE RICETTE E LA LISTA DEI VINI. IL MENU SI SFOGLIA CON
L’iPAD — iPad, passione contemporanea. Dai giornali alla carta dei vini, al menù. Così la magica tavoletta è finita al ristorante. Un po’ per gioco, un po’ per utilità. Hanno cominciato Giovanni Grasso e Igor Macchia de «La Credenza» (1 stella Michelin) di San Maurizio Canavese (Torino), trasferendo 900 etichette della lista vini. Poi, l’ottantenne Gualtiero Marchesi, curioso, eclettico e attento alle novità, ha rilanciato a Milano con il menù del suo Marchesino, in piazza della Scala: antipasti, pasta e riso, pesci, carni, dolci; descrizioni in italiano e inglese, foto ingrandibili.
«Con il libro elettronico — spiega il fondatore della nuova cucina italiana — i piatti sono subito in tavola, per essere sfogliati come un catalogo d’arte» . Presunzione? No. Spesso le sue creazioni culinarie assomigliano a quadri d’autore. Marchesi ribadisce un concetto a lui caro: «La materia è forma, la conoscenza genera semplicità» . Inoltre, al Marchesino, con un clic, l’ospite che manifesta intolleranze alimentari sa immediatamente se la vivanda scelta può essere realizzata con altri ingredienti. In caso contrario, viene esclusa dal menù. Reazioni? In generale, favorevoli. Strano ma vero: pare che a divertirsi di più siano i clienti anziani.
Eppure, c’è qualcuno che fa pollice verso, sostenendo che la novità tecnologica rompe l’incantesimo, attenua il piacere fisico della buona tavola. «Così si rischia di omologare un prodotto artigianale e forse significa dare troppo peso all’immagine» , è il commento di Gianluca, lasciato nel sito «Dissapore» , che ha aperto un dibattito sul tema. Ancora: «Ma una volta non si prendevano in giro quei ristoranti che ti portavano il menù con le foto dei piatti?» . Roba da turisti di serie zeta, in effetti, si diceva. I consensi, tuttavia, sono molti. La sintesi di un blogger è: «Questo è il futuro, o ti adegui o sei tagliato fuori. Non nell’immediato, ma più vai avanti, più sarà difficile stare al passo» . «Anche Gordon Ramsay, nel suo tre stelle di Londra utilizza l’iPad per la carta dei vini» , scrive un altro che la sa lunga.
Senza scomodare Ramsay c’è un tre stelle nostrano che di recente ha messo in rete la sua eccezionale carta dei vini, con 1.400 etichette italiane e straniere. È il ristorante Vittorio a Brusaporto (Bg) della famiglia Cerea. Lanciata durante le ultime feste di fine anno, la novità è stata accolta con entusiasmo dai clienti del famoso locale. «Quest’operazione ci è costata parecchio — spiega Chicco Cerea —. Ma ne valeva la pena. È utile per tutti ma soprattutto per gli stranieri. Le informazioni, infatti sono in 5 lingue: italiano, inglese, francese, spagnolo, russo» . L’applicazione consente di consultare schede tecniche dettagliate, immagini delle bottiglie, suddivise in bollicine, bianchi, rossi. Cliccando su un vino, si può risalire al Paese di provenienza, alla regione, al vitigno, alla cantina. Aggiunge Cerea: «Abbiamo selezionato le 30 cantine più meritevoli, almeno secondo noi. Visitabili virtualmente, grazie al collegamento wireless, da chi vuole vedere non solo la bottiglia, ma anche il luogo dove viene prodotta» . Metterete anche il menù sull’iPad? «No, non ne sentiamo l’esigenza. Per i piatti preferiamo tenere la carta tradizionale, e quindi descrivendoli direttamente all’ospite» .
Lo chef del ristorante Vittorio chiude sul filo dell’ironia: «Quando lasciamo la tavoletta per la consultazione della lista dei vini, capita che il cliente, preso dal giochino, si attardi a cliccare, quasi dimentico dell’ordinazione. Allora, il sommelier interviene garbatamente. Fatta la scelta, nel caso, l’iPad viene riportato al tavolo. E il divertimento riprende» .
Marisa Fumagalli