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 2011  febbraio 10 Giovedì calendario

Se la fortuna passa due volte - Era un rito, un atto di fede, una sfida al destino. Ogni settimana, puntuale, la stessa ricevitoria, gli stessi numeri puntati alla lotteria, chissà, magari anche la stessa penna per segnarli sul cartoncino

Se la fortuna passa due volte - Era un rito, un atto di fede, una sfida al destino. Ogni settimana, puntuale, la stessa ricevitoria, gli stessi numeri puntati alla lotteria, chissà, magari anche la stessa penna per segnarli sul cartoncino. Scaramanzia, parola tutt’altro che in voga al di là della Manica. Eppure questo, per anni, hanno fatto Susan, 40 anni, e Lee Mullen, 38 anni, coppia di Grimsby, Nord-Est dell’Inghilterra, 1 ore e mezza di macchina dall’operaia Leeds. Con il sogno di sferrare un calcio a una vita fatta non certo di agiatezze, tre figli da mantenere, Susan parzialmente invalida. Reddito 300 sterline a settimana, 1200 al mese. Ma anche se preghi, e persino se ti affidi agli amuleti, i numeri hanno logiche tutte loro, per definizione imperscrutabili e il caso certo non si fa sottomettere dai sogni di milioni di giocatori e aspiranti miliardari. Figuriamoci da gesti e riti. Così quando è nata la quarta figlia, il signor Mullen, un uomo corpulento il cui amore per il gioco evidentemente non gli ha fatto perdere la testa, ha dovuto scegliere: pannolini o i soldi per il lotto? Pannolini. E così per tre anni quella manciata di pens e sterline che finivano a ingrassare la lotteria è andata in pannolini, omogeneizzati e tutti gli arredi ad hoc della nuova arrivata. Ma dopo pochi giorni, beffardo il destino, i numeri magici, «i loro» numeri escono. Addosso a Susan e Lee anziché soldi piomba la disperazione. Lo stomaco - hanno raccontato - si contorce fra rabbia, delusione. E c’è quella sensazione che la dea bendata ha bussato e nessuno ha aperto. D’altronde i signori Mullen erano impegnati a cambiare pannolini nella casa in affitto. «Eravamo delusi e pensavamo che la nostra chance se ne fosse andata per sempre», hanno detto nel corso di una conferenza stampa. Tre anni più tardi, archiviato il periodo di pannolini e omogeneizzati, nella notte di Natale Susan fa un sogno. Lei e il marito avrebbero vinto una somma ancora più grande. E sempre con i loro numeri. Li hanno traditi una volta, ma loro mica hanno rinnegato quella combinazione che per anni hanno segnato sui cartoncini del lotto. Fiducia ben riposta. Il 4 febbraio la pioggia di milioni, 4,8 per la precisione, inonda la casa in affitto di Grimsby. La ruota gira, le palline fissano la loro combinazione. Sin troppo facile dire, come spiega gongolando Susan che «è un sogno che diventa realtà». Siamo al di là del sogno. Nel campo dove fede e caso, determinazione e fortuna all’ennesima potenza si incontrano. Ora gli statistici spiegheranno che le possibilità di vincere con la stessa combinazione sono dello 0 virgola infinito. Susan e Lee sono quella virgola. In mezzo però a quattro e otto. Come i milioni che tre anni dopo si sono «ripresi» dalla lotteria. E con gli interessi.