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 2011  febbraio 10 Giovedì calendario

IL CADAVERE È UNA STAR HOLLYWOOD DÀ LA CACCIA A CHI VUOLE MORIRE SUL SET

"Ragazzi, vi restano pochi minuti da vivere". Così Amy Chozick comincia le sue giornate, ogni mattina alle otto in punto. Con l´annuncio della sua prossima morte. La Chozick fa parte di un esercito di attori specializzati in un solo ruolo, quello del cadavere. È un mestiere in rapida crescita, visti i gusti del pubblico televisivo che sta plebiscitando thriller e polizieschi sempre più violenti, per non parlare di intere serie a puntate centrate sui medici legali specializzati in autopsie. Nella Top Ten dei serial televisivi più popolari in America, ben sette usano sistematicamente "attori morti". Non è proprio la strada maestra verso la celebrità. Ma fra i tanti ruoli delle comparse, quello del cadavere è tra i meglio remunerati, e in questo periodo di alta disoccupazione la morte sul set offre una sicurezza invidiabile. Tariffa sindacale: 139 dollari per la giornata-standard di otto ore. «In più l´attore cadavere - spiega la Chozick - incassa 100 dollari supplementari quando gli chiedono di posare per fotografie da vivo, necessarie nel film per ricostruire la sua identità e la sua storia precedente». Altri extra, dai 14 ai 18 dollari al giorno, vanno a chi deve sottoporsi ad estenuanti prove di trucco: immobile per ore, mentre il mago degli effetti speciali gli applica sul corpo ferite sanguinolente, fori di pallottole, mutilazioni orrende. Uno di questi maestri del trucco sanguinolento è Matthew Mungle, premiato con un Oscar per gli effetti speciali (un "Dracula" del 1992): nel suo laboratorio ha già pronte centinaia di "protesi", finti petti squarciati da lacerazioni orrende. Oppure membra parzialmente tranciate. E non bastano mai. «Credi di avere immaginato tutti i modi possibili per morire - dice Mungle - ed ecco che un regista ti spiazza, escogita un´altra soluzione per fare a pezzi la vittima». Mungle incolla quei brandelli di corpi maciullati sulle comparse, poi aggiunge il sangue: di solito una miscela a base di sciroppi e melasse liquide. La scelta finale su quanto sangue far vedere la prenderà il regista: «Dipende dal modo in cui è morta la vittima, ma anche da quanto pensa che la sua audience televisiva voglia sopportare». In quanto a sopportazione, i veri campioni sono proprio i poveri attori. Devono essere sul set per primi alla mattina presto, stare fermi ore mentre gli si applica il trucco. Poi viene il momento del "ciack si gira", e anche quella è una sofferenza: l´immobilità totale, trattenendo il respiro, è più difficile di quanto si pensi. «E io sono fortunata - dice Amy Chozick - a recitare la parte della vittima recente. Quelli che devono fare i morti all´obitorio faticano molto di più: ci vogliono fino a tre ore d´attesa, perché il trucco di gesso gli si asciughi addosso e dia alla pelle quel biancore che ci vuole». La Chozick in realtà è fortunata per un´altra ragione. Il suo mestiere a tempo pieno non è quello della comparsa morta, lei è una reporter del Wall Street Journal. Ha ottenuto dai produttori di "Law and Order" (Nbc) il permesso per lavorare da cadavere in uno degli episodi, per sperimentare di prima mano una settimana di vita di questa categoria di attori. In un´èra in cui quasi ogni mansione umana sembra sostituibile con l´automazione, perché gli attori-cadavere sono così richiesti? «La verità è che esistono manichini per sostituire le comparse in carne ed ossa. Ma non sono mai altrettanto realistici. E soprattutto costano molto, molto di più». Ci vogliono due settimane per costruire in laboratorio un cadavere-manichino, e costa quasi ottomila dollari. Ecco un campo in cui il fattore umano è ancora vincente.