Attilio Barbieri, Libero 10/2/2011, 10 febbraio 2011
BRUXELLES FA LE PULCI A FIAT SUGLI AIUTI IN POLONIA
Più che dei sindacati Marchionne deve aver paura della Commissione europea. Bruxelles ha deciso di aprire un’indagine formale sugli aiuti di Stato che la Polonia è pronta ad accordare per la produzione di motori a benzina in Slesia, regione ai confini con Germania e repubblica Ceca. Nel mirino dell’Europa è finito lo stabilimento Fiat Powertrain di Bielsko-Biala da dove è uscito di recente il quattromilionesimo motore diesel 1.3 MultiJet a 16 valvole. Marchionne ha previsto investimenti per 180 milioni di euro. Il governo polacco parteciperebbe all’operazione con aiuti nell’ordine dei 41 milioni, in parte sotto forma di sgravi fiscali, in parte di sovvenzioni all’innovazione. E in misura minore con tagli agli oneri sociali sugli stipendi dei neoassunti.
Nulla di segreto. Varsavia ha notificato all’Unione europea il piano all’inizio dello scorso anno. Quindi Bruxelles conosce nei dettagli le cifre in gioco. E anche se in ritardo si è mossa. Ieri il commissario Antitrust Joaquín Almunia ha aperto un’indagine. «La Commissione è a favore degli aiuti a progetti d’investimento nelle regioni meno sviluppate o maggiormente colpite dalla disoccupazione», ha affermato lo spagnolo, «ma dobbiamo verificare che le distorsioni della concorrenza che ne derivano non siano superiori ai benefici degli aiuti, specie nei settori caratterizzati da sovraccapacità o da altri problemi».
E in effetti il settore dell’auto è alle prese quasi ovunque con un mercato incapace di assorbire l’intera produzione dei costrutto-ri. Ma come sempre accade nei mercati maturi alcuni modelli si vendono altri molto meno. Vale per tutte le case, Fiat inclusa. Guardacaso a Bielsko-Biaka, il piano del Lingotto prevede che si costruisca il rivoluzionario propulsore Twin Air, il motore con le minori emissioni di anidride carbonica al mondo, il più ecologico in assoluto. L’asso nella manica nella strategia con cui Marchionne punta a ribaltare il trend negativo che ha visto Fiat perdere nel solo 2010 il 16% della propria quota sul mercato europeo. Destinato ad equipaggiare dapprima la Cinquecento, il Twin Air dovrebbe sostituire a poco a poco i vecchi propulsori anche sugli altri modelli di piccola e media cilindrata. Un
mattone importante sulla strada per ridurre le emissioni responsabili dell’effetto serra.
Secondo Almunia l’indagine dell’Antitrust europeo è un atto dovuto visto che la quota di mercato detenuta dal beneficiario potrebbe superare il 25% del totale. Il governo polacco ribatte dicendo che i propulsori Twin Air sono destinati a equipaggiare sia le auto sia i veicoli commerciali: spalmando il loro numero su quello che si più considerare un unico mercato non viene oltrepassata la soglia del 25%. Comunque sia la scure di Bruxelles rischia di abbattersi sul progetto motoristico destinato a cambiare la fisionomia del mercato. Paradossi ecologici a parte c’è poi chi fa notare che col maxi finanziamento da 1,3 miliardi concesso alla Opel per non smantellare lo stabilimento di Rüsselsheim si verificò probabilmente un’alterazione del mercato ben più profonda. Si trattava di salvare l’industria dell’auto tedesca, si disse allora. Forse Polonia e Italia non valgono altrettanto.
Ma mentre la partita sullo scacchiere europeo rischia di complicarsi, Fiat ha firmato ieri l’accordo per sbloccare la cassa integrazione straordinaria per le carrozzerie di Mirafiori. Disco verde per un anno, in attesa del miliardo di investimenti promesso dall’azienda. Sulla questione della fusione con Chrysler e del possibile spostamento del quartier generale a Detroit, poi, è nuovamente intervenuto Marchionne: «Il tema della governance non è all’ordine del giorno nel breve e neppure nel medio termine», ha affermato parlando al Salone dell’auto di Chicago. Se ne discute dopo il 2014.