Roberta Camesasca, varie, 10 febbraio 2011
I QUIZ IN TV, PER VOCE ARANCIO
(Voce Arancio)
«Secondo la Genesi, quale fu la prima azione compiuta da Adamo uscito dal Paradiso terrestre?». A: Offrì sacrifici a Dio. B: Lavorò la terra. C: Si unì a Eva. D: Edificò una casa.
Rispondendo «C: si unì a Eva. È la mia risposta definitiva. L’accendiamo», Michela De Paoli, 43 anni, casalinga di Pavia in cerca di lavoro, ha vinto un milione di euro a Chi vuole essere milionario?. Di lei Gerry Scotti ha detto: «È la concorrente più preparata che io abbia mai avuto in trasmissione».
In dieci anni hanno partecipato al gioco oltre 7.000 concorrenti. A vincere, oltre a Michela, sono stati in due: nel 2001, Francesca Cinelli, che si aggiudicò un miliardo di vecchie lire e nel 2004 Davide Pavesi, 22enne studente di Ingegneria. Erano praticamente sette anni che nessuno vinceva.
Record. Michela De Paoli è la prima e unica concorrente italiana arrivata a leggere l’ultima domanda senza bisogno degli aiuti. Se li è giocati tutti alla fine. «Caso vuole che fossero cose che sapevo». Nella storia mondiale del format ci è riuscito soltanto l’americano John Carpenter, che il 19 novembre 1999 vinse il milione, chiamando casa per dire al padre che conosceva la risposta e stava per vincere.
«Noi raccontiamo storie, non facciamo quiz» (Gerry Scotti).
A convincere Michela a partecipare è stato il marito, Dulin Pici, operaio albanese in Italia dal 1991: «Senza lavoro, dopo un periodo a una reception, in casa lei passava il tempo tra il computer, a soddisfare curiosità, e la televisione. Io vado a lavorare alle 7.30. La sera tornavo e la cena era così: piatti in tavola, occhi suoi al televisore, pronta a rispondere rapida alle domande di Gerry Scotti. Le ho detto: non rispondere da qui, vai là» (al Corriere della Sera).
«[…] Per partecipare al quiz di Scotti […], snobbate per un po’ le insistenze di amici e familiari, improvvisamente ho composto il numero sovraimpresso al teleschermo e l’avventura è cominciata. Ho giocato per il gusto di giocare. Mi bastava non far brutta figura. E pensavo già che, comunque, le cose non sapute mi sarebbero servite da stimolo per impararle, per colmare dei vuoti. […] No! Non sono un primo della classe, anche se a scuola me la sono sempre cavata bene. No: non sono lo stereotipo dello studente secchione, alla Leopardi per intenderci. Penso che la conoscenza, il sapere lo si costruisca giorno dopo giorno, con il ragionamento, con la voglia di capire e di andare oltre lo studio fine a se stesso» (Davide Pavesi al Corriere della Sera).
Francesco Biraghi, ex concorrente del Milionario: «Ho mandato una mail, brevissima, nome cognome e professione. Dopo un mesetto mi chiamano, e passo una prima selezione telefonica, 13 domande semplici, molto nazionalpopolari, bisogna rispondere almeno a dieci. Poi, altra selezione, nella sala convegni di un albergo: 36 domande a risposta secca, in venti minuti. Eravamo 27, passiamo in tre. Poi colloquio con gli autori, davanti a una piccola telecamera. Poi ancora un appuntamento telefonico, pesante: per due ore ti fanno parlare delle 36 domande cui hai risposto, per capire competenze e incompetenze. Bene, mi selezionano. A quel punto, ho dovuto scegliere l’accompagnatore, mia moglie Chicca, e l’aiuto da casa. Che però sono tre. Il concorrente fornisce tre opzioni, e l’impegno degli aiutanti dura tutto il pomeriggio, e magari più giorni. Perché si sa quando si va, ma non quando si sarà chiamati. […] Il rapporto che si crea tra i partecipanti è sereno, non competitivo. Io mi sono divertito da pazzi e mi sono trovato benissimo» (alla Stampa).
Il tempo per vincere il milione: «Ci ho messo un’ora circa, più o meno come andare in bicicletta dal mio paese, Cerro al Lambro, alle porte di Pavia» (Davide Pavesi).
La regina Elisabetta non si perde una puntata di Who wants to be a millionaire?, la versione inglese di Chi vuol essere milionario?.
«Ogni due anni devo diminuire il livello di difficoltà delle domande. I concorrenti di oggi non sarebbero in grado di superare le selezioni di 6 o 7 anni fa. C’è stato anche chi, in trasmissione, ha confuso Rinascimento con Risorgimento» (Ludovico Peregrini).
Arrivi e partenze, il primo quiz della televisione italiana: debuttò nello stesso giorno in cui nacque la tv, il 3 gennaio 1954. Lo conduceva Mike Bongiorno.
«Una volta la preparazione per partecipare ai quiz era più incanalata: ti presentavi su una materia, ti dicevano su che libro studiare e ti facevano domande difficilissime solo su quello. E a noi da casa sembrava tutto così difficile, Inardi ci pareva inarrivabile. Oggi invece i grandi campioni sono spesso studenti preparati a 360 gradi. Con tutto il rispetto per la nomenklatura dei campioni di Mike, ma il mio ragazzino di Valenza Po che a 20 anni si è dimostrato un grande campione è uno che sapeva tutto di storia, geografia, letteratura, cinema» (Gerry Scotti al Corriere della Sera).
I sedici argomenti di Lascia o raddoppia (1955): musica lirica, musica sinfonica e da camera, musica leggera e jazz, teatro di prosa, teatro di rivista e varietà, cinema, arti figurative, storia d’Italia, letteratura italiana, scienze fisiche e naturali, moda, calcio, ciclismo, atletica, filatelia e numismatica, gastronomia.
La prima domanda di Lascia o raddoppia? (1955): «Qual è l’ultima opera composta da Verdi?». Lando Degoli: «Falstaff». Esatto. La vincita massima era di 5 milioni e 250.000 lire; se il concorrente al raddoppio finale decideva di «lasciare», poteva ritirare una Fiat 600.
«Se in uno dei tanti quiz che vanno ora in onda venissero riproposte le domande di Lascia o raddoppia? ben pochi concorrenti riuscirebbero a superare il primo turno. Il motivo è semplice: erano domande per esperti e presupponevamo una competenza specifica. […] Il neoquiz, invece, è basato sulla cosiddetta cultura generale, su quel bagaglio di nozioni che la scuola dell’obbligo e più di cinquant’anni di tv dovrebbero ormai aver inoculato in ogni spettatore. […] Il premio è parte integrante del gioco, questo resta indiscutibile. Il fastidio nasce se mai per quei quiz telefonici con montepremi che hanno l’unico scopo di legare alla trasmissione un numero considerevole di persone interessate non ai contenuti del programma ma alla vincita in palio. Tutti i cruciverboni, i fagioloni, le domandone che promettono soldi sono una specie di inganno per attrarre pubblico […]» (Aldo Grasso).
Qualche anno fa alcuni quiz televisivi (Rai, Mediaset e La7) finirono sotto inchiesta per non aver chiesto le dovute autorizzazioni al ministero delle Finanze. E le telefonate dei telespettatori, tutte con prefissi come il «166» e l’«899», sarebbero servite per pagare i premi. Tra l’autunno 2001 e marzo 2002, le telefonate dei telespettatori avrebbero reso circa dieci milioni di euro (fonte: Corriere della Sera).
Sulla tv generalista ogni giorno vengono trasmesse 11 ore di programmi con montepremi (7 ore la Rai, 4 Mediase) per un totale di oltre 15 milioni di euro a settimana: più due milioni di euro al giorno, 84.272 euro ogni ora, 1.404 euro ogni minuto, 23 ogni secondo. Solo Canale 5 mette in palio oltre un milione di euro al giorno. Raiuno più di 800mila.
Per partecipare ad un programma come concorrenti, bisogna essere maggiorenni. Non può candidarsi chi ha già partecipato a edizioni precedenti e chi è dipendente o collaboratore di Rai/Mediaset (compresi i parenti) e delle società di produzione dei format (solitamente Magnolia ed Endemol). Si chiama un numero di telefono (02.28970640 per L’eredità; 199.123.000 per Affari tuoi e I soliti ignoti; o2.37057400 per il Milionario) o si compila il modulo on line (Per I soliti ignoti: www.casting.rai.it; per L’eredità: eredita@magnoliatv.it), indicando: nome, cognome, luogo e data di nascita, recapiti telefonici e consenso al trattamento dei dati personali. Poi, si viene contattati per telefono e sottoposti a un primo test di cultura generale. Se l’esito è positivo si procede con un provino video, valutato dalla produzione che, a discrezione, sceglie i concorrenti. Per L’eredità, al secondo provino è prevista anche l’aggiunta di un altro test. Il superamento dei provini consente di diventare concorrenti.
Dal 26 gennaio 2011 al 28 febbraio 2011, Endemol seleziona i concorrenti per l’ottava edizione di Affari tuoi, in onda dal 14 febbraio al 27 maggio 2011 (Raiuno, 20.40). In palio ogni sera fino a 500.000 euro in gettoni d’oro. Per L’eredità, i casting sono aperti fino al 28 maggio 2011. I casting per questa edizione de I soliti ignoti, il cui montepremi finale può arrivare a 250 mila euro, si sono chiusi il 3 gennaio.
Walter Veltroni disse che i quiz di Mike Bongiorno erano meglio dei pacchi di Affari tuoi: «Lì almeno bisognava aver studiato».
Secondo Umberto Eco, la “Ghigliottina”, il gioco finale dell’Eredità, «provoca frenetiche telefonate tra amici, che fanno a gara in tempo reale a chi indovina per primo».
Nel primo anno (1970) del Rischiatutto arrivarono 25 mila richieste di partecipazione.
Il 9 marzo 1998, Antonio De Ponte, concorrente di Sarabanda (Italia1), vinse 425 milioni di lire, indovinando il gioco finale del 7x30. Da alcune segnalazioni giunte a Striscia la notizia, risultò che qualche mese prima aveva partecipato, vincendo, anche a Ciao Mara (Canale 5), contravvenendo alla clausola di Mediaset che impediva a un concorrente di un quiz di tornare a gareggiare entro i dodici mesi. De Ponte fu squalificato e perse la vincita.
Andreina Carfagna di Venzago (Milano), super-campionessa di Passaparola (Canale 5, conduzione Gerry Scotti). Laureata in lingue, impiegata alla biglietteria della Stazione Centrale di Milano, perse dopo 50 sere, due en plein della ruota finale, 13 superpremi (motorini, pellicce, vacanze ai tropici) e un montepremi di 140.000 euro. A fine puntata, il fidanzato, presente in studio, le chiese davanti alle telecamere di sposarlo. Pubblico in lacrime.
Vincite totali de Il pranzo è servito, in onda dal 13 settembre 1982 al 12 settembre 1992: 5.112.900.000 lire.
Nel 1972 Massimo Inardi, medico esperto di parapsicologia, vinse al Rischiatutto di Mike Bongiorno 48 milioni e 300 mila lire. Nel ‘92 Isabella Lama, a TeleMike portò a casa un miliardo e 265 milioni di lire. Nel 2001 David Guarnieri, detto «Allegria», indovino il 7x30 a Sarabanda e conquistò un miliardo di lire. Nel 2010, Laura Pavanati ha stabilito il record di 240.000 euro al gioco della Ghigliottina, il gioco finale dell’Eredità.
Le vincite sono più basse di quel che si crede. Primo, bisogna sottrarre il 20% di tasse (il milione di euro vinto da Michela De Paoli diventerà più o meno 800 mila euro). Secondo, considerato che tutti i premi sono in gettoni d’oro, bisogna calcolare che poi si devono rivendere e il valore varia a seconda del valore di mercato dell’oro. Si aggiunga poi, che solitamente il montepremi arriva dopo mesi (almeno 6).
«Sì, la vita è tutt’un quiz/ e noi giochiamo/ e rigiochiamo/ perché noi non ci arrendiamo/ fino a quando non vinciamo/ sì la vita è tutt’un quiz/ e se indovini/ quante emozioni/ perché è col quiz/ che ci danno i milioni/ evviva le televisioni/ Aspetta e spera/ […] siam tutti quanti/ felici e contenti/ noi siamo un popolo/ di concorrenti/ e alla conquista/ del quiz partiremo/ bisogna vincere/ e vinceremo/ […] sì la vita è tutt’un quiz/ e noi sogniamo/ fantastichiamo/ è col quiz/ che risolviamo/ i problemi che abbiamo/ sì la vita è tutt’un quiz/ grandi occasioni/ grandi emozioni/ perché è col quiz che ci danno i milioni/ evviva le televisioni/ zaza» (Renzo Arbore).