GIAN ANTONIO ORIGHI, La Stampa 10/2/2011, pagina 23, 10 febbraio 2011
Tempo d’esami per le statue - Numero chiuso per la «statue umane» che affollano le celebri Ramblas di Barcellona, probabilmente il miglior teatro all’aperto del mondo per i seguaci dei mimi Étienne Decroux e Marcel Arceau
Tempo d’esami per le statue - Numero chiuso per la «statue umane» che affollano le celebri Ramblas di Barcellona, probabilmente il miglior teatro all’aperto del mondo per i seguaci dei mimi Étienne Decroux e Marcel Arceau. Non solo: un concorso pubblico con tanto di formulario e book fotografico delle interpretazioni, un punteggio ed una giuria. Di più: un tesserino valido per un anno, con tanto di orario di lavoro, dalle 10 alle 16 e dalle 16 alle 20. «Il numero delle statue non può essere senza limite, sono necessari criteri artistici minimi», spiega l’assessore all’urbanistica del distretto barcellonese Ciudad Vella che ha indetto l’insolito bando, la socialista Assumpta Escarp. Gli attori, che sbarcano il lunario con le donazioni dei passanti, scelgono il viale che va da Plaza Catalunya al Porto Vecchio perchè è gettonatissimo: ogni anno vi transitano 70 milioni di persone, tra turisti e barcellonesi. Interpretano cowboy, fate, elfi, ciclisti, romani con i colori del Barça, Charlot, vichinghi, uomini senza testa e sono artisti di tutte le nazionalità. Dalla prossima primavera saranno solo 30, con un posto fisso, divisi in due turni. Con uno spazio delimitato: 70x70 cm, altezza massima del piedistallo 20 cm, proibizione di usare maschere, costumi, animali, armi e musiche «contro il pubblico decoro». «L’arte di fare statue umane richiede una tecnica specifica in quella disciplina artistica che è il mimo - assicura Paula Noviel, presidente della Asociación Española y Comunitaria Estatuas Vivientes -. Ed è molto difficile: non basta comprarsi un costume e restare immobili. Bisogna saper respirare per ossigenere bene i muscoli ed evitare gli strappi dovuti all’immobilità. E concentrazione, equilibrio ed armonia». Che le Ramblas siano un piatto ricco è dimostrato dal numero dei concorrenti: 81. La zona prescelta sarà quella centrale, che va dal mercato de la Boqueria alla piazza Arc de Teatre. Finora il viale è una terra di nessuno e tante rappresentazioni intralciano il «paseo». «Molti opportunisti fanno una giornata di 12 ore», lamenta Fabian. «Io perdo due chili per ogni rappresentazione», gli fa eco Jorge. Se è vero che le Ramblas sono pubbliche, quello delle «statue viventi» non è un lavoro per tutti. E non mancano le denunce di comportamenti mafiosi. «C’è chi affitta il costume in cambio di un pizzo del 50%», denuncia Patricia. Per vincere il concorso i mimi dovranno presentare un attestato di formazione teatrale, poi passeranno al voto della giuria. Non tutti gli attori, però, sono favorevoli a un bando che nel resto della Spagna non esiste. «Dovrebbero avere la priorità quelle “statue” che sono presenti da più tempo», protesta «Il ciclista macabro», uno degli interpreti storici delle Ramblas.