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 2011  febbraio 10 Giovedì calendario

«NESSUNA CONFESSIONE ATTRAVERSO I CELLULARI»


La tecnologia può essere uno strumen­to utile per avvicinare ai Sacramenti aiutando la ricerca spirituale, ma da­vanti alla celebrazione dei «segni efficaci della Grazia» si ferma «sulla porta». Ecco perché, ad esempio, «non si può parlare in nessun modo di ’Confessione per iPhone’». La sottolineatura è venuta ieri da padre Fe­derico Lombardi, direttore della Sala stam­pa vaticana, che, parlando ai giornalisti, ha voluto chiarire la notizia, rilanciata nei gior­ni scorsi in maniera distorta da alcuni me­dia, secondo cui, grazie a una nuova appli­cazione, sarebbe possibile confessarsi tra­mite iPhone, il noto cellulare intelligente della Apple. In realtà l’applicazione svilup­pata con il consenso della Conferenza epi­scopale statunitense altro non è che un pic­colo sussidio per l’esame di coscienza. «È es­senziale capire bene che il sacramento del­la Penitenza richiede necessariamente il rapporto di dialogo personale fra il peni­tente e il confessore e l’assoluzione da par­te del confessore presente – ha precisato Lombardi –. Questo non può essere sosti­tuito da nessuna applicazione informatica. Bisogna mettere l’accento su questo per e­vitare equivoci». In un mondo in cui molte persone usano supporti informatici per leg­gere e riflettere anche con testi per pregare, ha aggiunto il religioso, «non si può esclu­dere che qualcuno rifletta in preparazione alla Confessione aiutandosi con strumenti digitali, come in passato si faceva con testi e domande scritte su fogli di carta, che aiu­tavano a esaminare la propria coscienza». Il tutto, però, con l’attenzione che «vi sia u­na vera utilità pastorale e non di un business alimentato da una realtà religiosa e spiri­tuale come un Sacramento».

Parole, quelle di Lombardi, «giustamente ’puntigliose’ sulla questione sacramenta­le ma anche coraggiose nel riproporre con serietà l’utilità degli strumenti tecnologici a supporto della spiritualità e della preghie­ra », sottolinea da parte sua don Paolo Pa­drini, sacerdote della diocesi di Tortona, in­ventore dell’applicazione iBreviary, che per­mette di pregare con i testi della Liturgia delle Ore e seguire il Messale quotidiano su iPhone, iPad, BlackBerry, telefoni Android e sul web. In questo campo, spiega il sacer­dote, l’attenzione deve essere sempre quel­la di «usare questi strumenti non a sostitu­zione di una presenza fisica sacramentale ma a supporto di un’autentica ricerca di spi­ritualità ». Padrini, poi, ricorda che «abbia­mo un tesoro in vasi d’argilla», il Vangelo, per comunicare il quale attraverso i nuovi me­dia occorre essere «attenti, precisi, preparati e anche professionali». Molte risorse ven­gono investite nelle comunicazioni di mes­saggi di ogni genere, ricorda il sacerdote, «altrettanta attenzione e impegno richiede la comunicazione di contenuti religiosi». Visto la specificità del discorso religioso, i­noltre, aggiunge Padrini, non basta – anche se rimane necessaria – una profonda pre­parazione ma è richiesto «un atteggiamen­to e una conoscenza sapienziale dei lin­guaggi dei singoli media». Un’attenzione, ricorda il sacerdote, ricorrente sia negli in­terventi della Cei, che punta soprattutto «al­la formazione dei formatori», che nelle pa­role del Papa. Il messaggio per la prossima Giornata mondiale delle comunicazioni so­ciali di Benedetto XVI, sottolinea Padrini, «è davvero profetico, soprattutto perché co­niuga la dimensione educativa con i fronti più avanzati dei nuovi media, come i social network. E ricorda che comunicare il Van­gelo non è solo trasmettere dei contenuti ma soprattutto vivere una testimonianza». Padrini, infine, annuncia il lancio di una nuova iniziativa nata grazie all’accordo con il custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa: «iBreviary pro Terra Sancta». Già disponibile per BlackBerry, l’applicazione arriverà il prossimo mese anche sui dispo­sitivi Apple e permetterà di pregare con i te­sti usati nelle liturgie dei luoghi della Terra Santa, soprattutto nelle feste particolari o le­gate ai singoli santuari. «Sarà un modo per stringere un legame ancora più forte con i cristiani di Terra Santa», spiega Padrini.