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 2011  febbraio 10 Giovedì calendario

QUELLE LATTINE (DISPARI) IN FRIGO. IL DISORDINE CHE CI FA PAURA —

Ossessionato dalla pancetta, Stendhal la ritraeva di continuo fino a trasformare il gesto in tic. Il cardinale Federico Borromeo (antesignano della misofobia, la paura del contatto con lo sporco) faceva precedere le sue visite da persone incaricate di igienizzare tutto quello che avrebbe toccato.
Manie e rituali tramandati fino a oggi, con conseguenze molto meno innocue: il britannico The Independent riporta la notizia della morte di Samantha Hancox, 40 anni, uccisa dalla sua ossessione per la pulizia, che la portava a trascorrere 20 ore al giorno sotto la doccia. Una mania esplosa a 18 anni, che i genitori (ora agli arresti per mancato soccorso) non hanno saputo arginare. La vicenda si è trasformata immediatamente in un dibattito sull’Ocd (obsessive compulsive disorder), il disordine ossessivo compulsivo, una patologia che, con diversi gradi di gravità, colpisce il 2 per cento della popolazione britannica e quasi 2 milioni di italiani (un dato che non comprende le forme più lievi). Ansie che portano a controllare ripetutamente se il gas o il rubinetto dell’acqua è chiuso, a detergersi di continuo le mani, a disporre gli oggetti secondo un proprio schema mentale o a compiere gesti irrazionali per propiziare una situazione a cui si tiene.
Non ne è immune neanche David Beckham, che replica la cura maniacale per il suo corpo anche in frigo, dove ordina le lattine simmetricamente e in numero pari. Persino la vitaminica Megan Fox mostra il lato più schizzinoso al ristorante, dove ha il terrore di mettere in bocca le posate che altri avventori hanno utilizzato prima di lei, proprio come Jack Nicholson in Qualcosa è cambiato. La mania di lavarsi continuamente le mani — rubricata come «sindrome di Pilato» — ha già intaccato il derma di George W. Bush, solito spruzzarsi di disinfettante dopo le strette di mano ufficiali, quello di Ronn Moss (l’azzimato Ridge di Beautiful), di Kelly Osbourne e del nostrano Carlo Delle Piane che confessa di usare un fazzoletto per aprire le porte e di lesinare abbracci persino agli amati nipoti. Fobie e inquietudini a cavallo tra mito e realtà, come la germofobia dell’aviatore Howard Hughes, che finì per rinchiudersi in una stanza d’albergo sterilizzata, ispirando così Martin Scorsese per il film The Aviator.
La gamma dei tic è ampia: il conduttore Michele Cucuzza instilla compulsivo il collirio negli occhi, Gigi Marzullo si abbassa di continuo per sistemare i tappeti di casa, mentre l’attrice Piera Degli Esposti, con l’incubo perenne (e infondato) di venire aggredita da un serial killer si è fatta costruire, a casa propria, un ascensore trasparente. «Si tratta comunque di atteggiamenti compatibili con la vita— spiega il professore Claudio Mencacci, direttore del reparto di Neuroscienze all’Ospedale Fatebenefratelli di Milano —, spesso legati alla sfera del controllo: la ripetizione di questi gesti non arriva a compromettere la sfera relazionale e affettiva» . Il campanello d’allarme suona quando il rituale invade la vita delle persone. «Quando il disturbo da ossessivo diventa psicotico è necessario ricorrere a cure farmacologiche con antidepressivi capaci di controllare l’ansia, oltre a forme di psicoterapia cognitiva» . All’inventario dei più comuni disturbi ossessivo compulsivi se ne aggiungono altri, figli della contemporaneità. Tra i più diffusi (e insospettabili) quello che il New Yorker ha definito kitchen porn, cioè l’ossessione per il mondo della tavola che ha fatto proliferare un business milionario legato a ricette, trasmissioni e pellegrinaggi forzati nei luoghi del gusto.
Oppure la sindrome Crackberry, la dipendenza malata dal proprio Blackberry, che ha già contagiato Madonna (dorme con uno dei tre palmari sotto al cuscino). «Il controllo continuo di mail, sms o addirittura la paura di una chiamata "partita"inavvertitamente dal nostro telefono ci hanno trasformato in appendici del cellulare» . Una fobia dei nostri tempi al pari dell’ortoressia (voler mangiar sano a tutti i costi), la tanoressia (il culto dell’abbronzatura), e l’attività fisica esasperata. «Nell’ 800 si confinava tutto nella categoria acchiappatutto dell’isteria — osserva il sociologo Massimo Introvigne —. Oggi possiamo dare qualche colpa al mondo in cui viviamo: le incertezze che una volta si stemperavano anche con la religione, adesso, con l’indebolimento della fede, moltiplicano gesti scaramantici e irrazionali» .
Michela Proietti