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 2015  ottobre 16 Venerdì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Paolo Gentiloni
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Federica Guidi
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Graziano Delrio
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Un paio d’ore di discussione e il consiglio dei ministri ha varato ieri la cosiddetta legge di stabilità, cioè la legge con cui il governo italiano spiega al Parlamento (che dovrà approvarla), ai cittadini e all’Unione europea, di cui fa parte, come impiegherà i suoi soldi l’anno prossimo, dove incasserà, dove spenderà, dove troverà i denari per spendere quello che vuole spendere, tasse, agevolazioni, insomma tutto.

Tasse?
Dobbiamo premettere che parliamo sulla base di quello che Renzi ha detto in conferenza stampa, tirando fuori le solite slides, e utilizzando anche qualche anticipazione dei giornali e qualche riassunto assortito in tutta fretta. Il testo vero e proprio della legge è stato quasi secretato, fatto di cui si sono lamentati moltissimo i sindacati, parecchio duri comunque su quello che sembra essere emerso. Sulle tasse, Renzi ha detto che «per la prima volta nella storia repubblicana con il nostro governo le tasse vanno giù». Restano gli 80 euro, spariscono Imu e Tasi, le tasse sui profitti delle imprese, dal 2016, saranno ridotte al 24% e inoltre le società potranno ammortizzare il 140% degli investimenti in macchinari...  

Che significa?
Quando un’impresa compra un macchinario non può scaricare dai ricavi (con vantaggio fiscale) tutta la spesa fatta. Deve ammortizzarla un tanto all’anno, per dieci o più anni. Il governo adesso permette che il vantaggio fiscale sia più alto: sei hai speso in macchinari cento euro, invece di scaricare 10 euro all’anno ne potrai scaricare 14. Quindi, all’apparenza, le tasse, nel complesso, diminuirebbero addirittura. Sempre che l’Europa ce lo permetta. Renzi ha dato tutte queste «buone notizie» (definizione sua) senza però dirci dove prenderà i soldi per una manovra simile. Spera che la Ue gli consenta di portare il rapporto deficit/pil al 2,4%, rapporto comunque molto più basso di quello permesso da Maastricht (3%) per via del nostro debito mostruoso. Se l’Europa dirà di sì, il pemier potrebbe trovarsi in portafoglio 16-17 miliardi.  

Che succede se l’Europa dice di no? E questo “no” sarebbe pro forma o costringerebbe il governo a rifare tutto?
L’Europa ha già fortemente criticato la legge di stabilità spagnola, sia pure senza costringere ancora il premier Rajoy a riscriverla (leggi qui l’articolo di Federico Fubini). Noi ricevemmo una lettera di monito anche l’anno scorso, e vedremo se la Merkel ce la farà passar liscia anche quest’anno. L’anno scorso la legge di stabilità, che rinviava tra l’altro al 2017 la parità di bilancio, cadde nel momento in cui stava sorgendo il fenomeno Tsipras, che si tirava dietro molte paure. Quest’anno proprio la fine che ha fatto Tsipras dà più forza ai rigoristi. E a suo tempo noi abbiamo dato all’Europa il potere di bocciare la legge di stabilità e di costringerci a rivedere la manovra, se l’Europa lo pretende. Quello che ha spiegato Renzi ai giornalisti ieri ha due difetti gravi: non c’è una lista credibile delle coperture e non ci sono tagli di spesa, cioè indicazioni di risparmi.  

Quanti soldi ha intenzione di muovere?
Tra i 27 e i 30 miliardi. Dipende, appunto, dall’Europa. Ci sono altre due novità destinate a far discutere. La prima è la possibilità di far spese in contanti fino a tremila euro invece che fino a mille com’era prima. Provvedimento assai elogiato dai commercianti e da tutti coloro che operano sul territorio a contatto col pubblico. Molto criticato dalla sinistra Pd, dall’ex ministro Visco, da Milena Gabanelli e da parecchi economisti: incoraggiando di nuovo il contante, si rende più facile la vita agli evasori e a chi lavora in  nero. E non si aiuta il Paese a cambiare mentalità, ad abituarsi alla moneta elettronica (carte di credito, bancomat ecc.) in un momento in cui i pagamenti si possono perfezionare anche via cellulare. L’altra questione riguarda i pensionati. Si potrà andare in pensione prima continuando a lavorare part time e permettendo quindi l’ingresso, ugualmente a part time, di un giovane. È possibile che nel corso della discussione vengano adottate altre misure a integrazione o in sostituzione di questa. È forse prematuro parlarne adesso. Un’uscita anticipata dal lavoro, in nessun caso prima dei 62 anni, potrebbe essere sanzionata anche con una decurtazione dell’assegno pensionistico del 10%.  

Reazioni agli annunci di Renzi?
In genere negative. Ai sindacati e alla sinistra non piace l’abolizione della tassa sulla prima casa che non distingue tra ricchi e poveri. I soldi stanziati per il rinnovo del contratto di lavoro degli statali vengono giudicati una miseria, 300 milioni che equivalgono ad aumenti salariali di 7 euro al mese. Ma è presto per giudicare e far polemiche. L’anno scorso la legge di stabilità venne approvata appena in tempo al prezzo di una maratona notturna in fine d’anno. Non sarà troppo diverso neanche stavolta. (leggi)

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