Sette, 16 ottobre 2015
Lotta tra giraffe. Usano collo e corna, si muovono a rallentatore ma sanno come farsi male. E i leoni? Li prendono a calci
Una giraffa che scalcia è una vera furia. Usa non solo gli zoccoli delle zampe posteriori, ma colpisce anche con gli anteriori. Gli studiosi definiscono questo come un comportamento di aggressività difensiva, messo in atto per difendersi appunto dai predatori. Aggressività difensiva, ma che può uccidere. I predatori infatti possono lasciarci la pelle. Basta un colpo ben assestato che la leonessa (il suo nemico più frequente) può ritrovarsi col torace sfondato.
Coi suoi simili la giraffa o usa il collo o le corna. Occorre tener conto che le corna delle giraffe sono una sorta di corti tubercoli, ricoperti di morbida pelle vellutata. Di norma sono due, a volte tre, talora perfino cinque, ma sempre e comunque armi delicatamente offensive. Prendendosi gentilmente, se così si può dire, a cornate, oppure a testate, o spingendosi collo contro collo, le giraffe conducono i loro combattimenti. Vedendole in azione sembra si muovano al rallentatore.
Il maschio dominante. Le giraffe, dicevo, sono molto sociali. Le loro lotte infatti, non si concludono con l’allontanamento dello sconfitto e il confronto non serve quindi per distanziare gli individui nello spazio. Semplicemente chi perde segnala la sua resa al vincitore e spesso i contendenti, finita la lotta “in gravità zero”, stanno insieme, strofinandosi ritualmente il lungo collo. È difficile così per gli studiosi capire la posizione gerarchica dei singoli individui in un branco. Quasi impossibile per le femmine, mentre per i maschi, se si è osservatori, qualcosa si coglie. Un maschio di rango superiore tiene il mento appena un po’ sollevato, mentre un sottomesso ha il capo leggermente più abbassato. Solo il predominante, del resto, avrà accesso alle femmine.