Il Sole 24 Ore, 16 ottobre 2015
Canone Rai, il governo vuole includerlo nella bolletta elettrica. Si pagherà a rate bimestrali, e per quelli che già lo pagavano dovrebbe costare di meno (100 € nel 2016 anziché gli attuali 113,50 €). Critiche le società elettriche
Il canone Rai andrà nella bolletta elettrica e sarà ridotto per il primo anno a cento euro dagli attuali 113,50 e, se la misura funzionerà, a 95 euro nel 2017, con una «curva discendente» negli anni successivi. Lo ha annunciato ieri il premier Matteo Renzi, commentando: «Se non lo pagavi, non ti va bene. Ma se lo pagavi, paghi meno». Le società elettriche continuano a paventare criticità: «Ribadendo la nostra contrarietà – sostiene Chicco Testa, presidente di Assoelettrica – ricordiamo che il travaso delle competenze Rai nelle fatture comporta numerose difficoltà di ordine tecnico e giuridico. Auspichiamo un costruttivo confronto con operatori e Autorità dell’Energia».
Il canone si pagherà a rate, ogni due mesi, perchè è stata esclusa l’ipotesi di far pagare l’importo in due rate: rischia di aumentare la morosità.
I dettagli saranno affidati a un decreto del Ministero dello Sviluppo, sentita l’Autorità per l’Energia, da emanare entro 45 giorni dall’entrata in vigore della Legge di stabilità, il primo gennaio del 2016. Non è chiaro, quindi, se la nuova modalità di raccolta del canone entrerà in vigore dal 2016, com’è nelle intenzioni dell’esecutivo, o dal 2017.
Il canone sarà dovuto solo una volta da chi utilizza nella propria residenza anagrafica apparecchi «atti o adattabili» alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive. I cento euro, insomma, valgono anche per i tablet usati in famiglia. A pagare dovranno essere le prime case, e non le seconde, o, meglio, pagheranno e le utenze residenziali domestiche (conosciute dalle compagnie elettriche). Chi non pagherà la quota del canone sulla bolletta dovrà dimostrare di non aver alcun apparecchio per ricevere la tv. Non sembra vi sarà il distacco dell’utenza in quest’ultimo caso, ma solo una segnalazione all’Agenzia delle Entrate.
Il decreto attuativo dovrà definire i termini, le modalità, la probabile rateizzazione e il riversamento all’Erario delle somme incassate dalle aziende elettriche, le gestione incrociata delle banche dati. Tra le criticità che andranno affrontate, quella dei costi dell’operazione a carico delle compagnie elettriche e di come queste ultime saranno risarcite.
Il provvedimento elimina il pagamento del canone tramite bollettino, ne riduce l’importo (sono confermate le esenzioni attuali per chi ha più di 75 anni e non supera un determinato reddito) e, soprattutto, dovrebbe ridurre drasticamente un’evasione praticata, nella media nazionale, dal 27% delle famiglie, con punte oltre il 40% in alcune regioni. Si tratta di un mancato introito di almeno 500 milioni di euro. Se l’operazione “canone in bolletta” avrà gli effetti desiderati, si avrà un extragettito più o meno analogo. La cui destinazione è da definire: dovrebbe andare alla Rai, la cui concessione scade nel maggio 2016, in cambio, forse, di una riduzione dell’affollamento pubblicitario delle reti pubbliche o di una di queste. O di impegni vincolanti sul fronte dell’alfabetizzazione digitale. Aperto il problema dei canoni speciali dei soggetti giuridici. Le emittenti televisive locali che fanno informazione, rivendicano una quota del canone per la loro funzione di servizio pubblico. Dal 2015, infine, il 5% dell’introito viene trattenuto dal Tesoro, salvo una modifica di tale previsione.