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 2015  ottobre 16 Venerdì calendario

Un’italiana nella casa turca che ospitava una decina di uomini e donne pronti ad arruolarsi nelle file dell’Isis

In Turchia c’è una minorenne italiana che da dieci giorni tiene in allarme i funzionari diplomatici della Farnesina. Si chiama S.H.,17 anni nemmeno compiuti, ed è sospettata dall’intelligence turca di avere avuto “possibili contatti con ambienti estremisti”. L’hanno fermata vicino al confine con la Siria e trattenuta in un centro dove vengono tenuti anche i
foreign fighter arrestati. Non è la sola italiana segnalata dagli 007: l’altra di anni ne ha 22, dovrebbe trovarsi a Istanbul e i genitori temono che sia stata plagiata da fanatici musulmani e convinta a raggiungere lo Stato Islamico.
Sono due storie simili e diverse, queste. Probabilmente neanche legate tra loro, ma con alcune analogie. Il passaporto, ad esempio. Entrambe le ragazze hanno cittadinanza italiana, hanno vissuto nel nostro paese prima di trasferirsi, ormai da qualche anno, nella periferia di Parigi. La diciassettenne ha il padre tunisino e la madre italiana ed è cresciuta in un piccolo comune alle porte di Piacenza. E’ lei che si trova nella posizione più rischiosa.
Dai primi di ottobre è sotto sorveglianza in un centro per minorenni della provincia di Adana, sud est della Turchia, a pochi chilometri dalla frontiera con la Siria. Secondo la polizia locale aveva intenzione di oltrepassare il confine, non è chiaro se per unirsi all’Is, ai qaedisti di Al Nusra o all’esercito curdo Ypg di Kobane. Nella segnalazione inviata da Ankara al Viminale e al consolato italiano di Smirne, si parla genericamente di potenziali “contatti con ambienti estremisti”. Niente di più. La nostra Antiterrorismo dubita che sia una vera fanatica religiosa, tuttavia la diciassettenne è stata portata in una struttura dove di solito finiscono i jihadisti stranieri minorenni.
È stata fermata in un villaggio vicino al confine dieci giorni fa e non era da sola: stava con qualcuno, non italiano, la cui identità è oggetto di accertamenti. Quando però il gendarme ha inserito il nome della ragazza nel computer, la faccenda si è complicata. È venuto fuori che era già stata identificata alla fine di agosto nel quartiere di Fatih a Istanbul. Era sola, senza un euro in tasca e stava cercando un posto dove dormire. «Sono qui con i miei genitori, sono solo una turista», si era giustificata. Ma papà e mamma erano invece a Parigi e ne avevano denunciato la scomparsa. Si sono messe in moto le diplomazie e a metà settembre le è stato dato il foglio di rientro obbligatorio in Francia. Per il Viminale, in quel momento, si trattava di un semplice caso di minorenne, con passaporto italiano ma residente all’estero, scomparsa e ritrovata.
A metà settembre, però, di lei si perdono le tracce. Non si capisce se sia tornata a Parigi o se sia rimasta in Turchia, né da chi — in tale ipotesi — sia stata aiutata. Due settimane di buio. Dove ha dormito? Chi le ha dato i soldi per mangiare? Chi ha incontrato? Ai primi di ottobre è riapparsa vicino alla frontiera siriana, di nuovo individuata e fermata dalla gendarmeria. Non ha confessato alcun contatto con lo Stato Islamico, ma ha messo a verbale una frase sibillina: «Voglio compiere i miei 18 anni qui in Turchia. Non torno a Parigi». A quel punto si è attivato il consolato italiano di Smirne, che ha avvertito i genitori ed è riuscito a comunicare più volte con la ragazza. «È abbastanza tranquilla e siamo in una fase di attesa: se non ci saranno ostacoli sarà espulsa nei prossimi giorni», dice il console Luigi Iannuzzi. «Non sappiamo però di cosa sia accusata».
Di certo c’è che gli investigatori, italiani e turchi, stanno cercando di ricostruire la sua rete di contatti. Domenica scorsa è stato arrestato proprio ad Adana un uomo ritenuto essere un fiancheggiatore dell’Is che ha fornito supporto logistico ad aspiranti reclute straniere del Califfato, aiutandole ad affittare appartamenti e mettendole in contatto con i jihadisti oltreconfine. Tra loro ci sono quattro francesi e cittadini di nazionalità tedesca, tunisina, egiziana, indonesiana, saudita e un’italiana.
Potrebbe trattarsi di S.H., oppure dell’altra, la ventiduenne. E’ sparita da Parigi a fine settembre e le autorità turche l’hanno identificata pochi giorni dopo sempre a Istanbul. Al momento non risulta niente a suo carico, infatti è stata rilasciata. Ma i genitori, un’italiana e un tunisino, temono che la figlia abbia iniziato un percorso di radicalizzazione religiosa.