l’Espresso, 16 ottobre 2015
Anche gli scimpazè vivono la suspence e se la ricordano. Fissano nella memoria a lungo termine particolari informazioni dopo un’unica visione di una scena, e possono richiamare tali informazioni per anticipare ciò che sta per accadere
L’assassino comparirà dietro la tenda della doccia, la scanserà e colpirà ripetutamente la donna con un coltello. È così che Janet Leigh muore nel capolavoro di Hitchcock, “Psycho”. E rivedendo la scena, gli occhi non possono fare a meno di correre nel punto esatto in cui prima o poi vedremo apparire la sagoma. Anticipare le scene più temute non è però una prerogativa solo umana: scimpanzé e bonobo sono in grado di farlo, e anche a loro basta vivere la suspense una sola volta per imprimere le sequenze clou nella memoria. Lo hanno dimostrato due ricercatori giapponesi dell’Università di Kyoto, che per l’occasione hanno girato due mini thriller dedicati alle scimmie, intitolati “King Kong Attack” e “Revenge to King Kong”. Nella prima clip, un attore travestito da scimmia entra improvvisamente in scena da una di due porte identiche, e mostra un comportamento aggressivo; nella seconda clip, un essere umano afferra uno di due possibili oggetti, e lo usa per attaccare la scimmia. Guardando i film una seconda volta, a distanza di 24 ore dalla prima, gli occhi di scimpanzé e bonobo sono corsi soltanto verso la porta che si sarebbe spalancata, e hanno poi guardato unicamente l’oggetto che l’aggressore avrebbe usato per assestare il suo colpo. Come affermano gli studiosi su “Current Biology”, queste grandi scimmie fissano nella memoria a lungo termine particolari informazioni – come luogo e contesto – dopo un’unica visione di una scena, e possono richiamare tali informazioni per anticipare ciò che sta per accadere.