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 2015  ottobre 16 Venerdì calendario

LO SCOOP DEI DRONI

La chiamano, in gergo, la figurina. È una scheda, con un codice, assegnata ad un possibile bersaglio. Poi tutti i dati raccolti dall’intelligence per completarne il profilo. Legami con gruppi militanti, azioni, spostamenti, possibile minaccia. È aggiornata continuamente dalla task force Isr che successivamente la inserisce in una «cartella target» dove confluiscono le informazioni operative. Una volta completata la passano alla Casa Bianca per un esame da parte dei consiglieri presidenziali. In genere passano 58 giorni prima che il numero uno autorizzi lo strike di un drone per eliminare l’obiettivo. Dall’Afghanistan alla Somalia, dallo Yemen all’Iraq.
La minuziosa ricostruzione è contenuta in uno scoop di Intercept. Il sito animato da Glenn Greenwald ha ottenuto documenti riservati da una fonte interna al programma varato dall’amministrazione statunitense. Le rivelazioni mettono nero su bianco come sotto Obama, l’antiterrorismo abbia preferito eliminare l’avversario jihadista, anche quando ci sarebbe stata la possibilità di catturarlo. E il velivolo senza pilota si è trasformato in una instancabile macchina per uccidere in nome di una guerra segreta senza confini.
I missili Hellfire hanno finito per colpire anche chi non era stato indicato come obiettivo primario. A volte si è trattato di incursioni basate su segnalazioni non troppo accurate oppure legate a intercettazioni telefoniche o di altro tipo. Il sistema, gestito da Cia e Comando forze speciali, ha riposto grande fiducia su un apparato non proprio infallibile. Il dramma di Giovanni Lo Porto e dell’ostaggio americano Weinstein coinvolti per errore in un blitz in Pakistan ne sono la prova.
Considerazioni in parte ignorate dalla Casa Bianca, visto che secondo alcune stime i 522 strikes di droni hanno ucciso 3.852 persone, tra questi 476 civili. Intercept ha anche sottolineato come la strategia di impiego sia cambiata a seconda dei teatri, legata a quella che un documento chiama «la tirannia della distanza». In Iraq il terrorista era in media a circa 150 chilometri dalla base, in Somalia a 450 e in Somalia a mille.