Il Sole 24 Ore, 16 ottobre 2015
Crisi di Atene, per Tsipras è l’ora della verità: per ricevere il terzo pacchetto di aiuti da 86 miliardi di euro, nella notte di venerdì il Parlamento greco dovrà approvare un corposo pacchetto di misure di austerità, ricco di tagli e di aumenti di imposte. Misure mai osate prima da un governo greco
Il governo Tsipras 2.0 è chiamato alla prova di maturità di fronte alla discussione giovedì e all’approvazione in Parlamento venerdì a mezzanotte del corposo pacchetto di misure di austerità tra tagli e aumenti di imposte, tra cui spicca la fine delle baby-pensioni e l’aumento delle aliquote per gli agricoltori, una mossa che nessun governo greco ha mai osato affrontare in passato.
L’occupazione da parte di 200 manifestanti del sindacato comunista Pame, che hanno bloccato ieri l’ingresso del ministero del Lavoro ad Atene per protestare proprio contro i tagli alle pensioni e che issavano un enorme striscione che recitava: «Non diventeremo schiavi del 21 ° secolo», segnala il pericoloso aumento della tensione sociale come avviene in occasione di ogni giro di vite.
Per ricevere il terzo pacchetto di aiuti da 86 miliardi di euro che permetteranno anche la ricapitalizzazione delle banche, provate dal controllo dei capitali ancora in vigore, la Grecia si è impegnata a ridurre il debito pubblico, e con le riforme che saranno approvate nelle prossime ore dovrebbe riuscire a risparmiare almeno 4,3 miliardi di euro. Tsipras non vuole perdere l’occasione di dimostrarsi affidabile e rispettoso degli impegni presi con la troika, seppure socialmente dolorosi, dopo la vittoria elettorale che lo ha riconfermato al potere. Sulla carta ci sono i voti sufficienti in parlamento per far passare le misure, ma visto gli interessi molto diffusi che si vanno a colpire non sono escluse sorprese dell’ultima ora. Se passa la madre di tutte le riforme strutturali i greci andranno gradualmente in pensione dal primo gennaio 2022 solo a 67 anni di età o a 62 anni ma con almeno 40 anni di anzianità contributiva.
Quanto agli agricoltori si vedranno aumentare le aliquote sul reddito e ridurre le numerose esenzioni che in passato hanno scoperchiato gravi truffe ai danni dell’Erario. È la fine di un’epoca: quella del clientelismo e della corruzione diffusa e socialmente tollerata. Questa è la scommessa di Syriza, il partito del premier. Ora Tsipras, dopo essere uscito vincitore contro l’ala massimalista del suo partito, ha il sostengo popolare sufficiente alla realizzazione del programma di salvataggio senza di loro.
Tsipras ha dimostrato a luglio con il ricorso al referendum, quando aveva tutti i maggiori partiti greci contrari, l’opposizione dei creditori, di saper fiutare il vento meglio di molti altri politici navigati.
Ha il vantaggio di essere estraneo al mondo politico precedente dominato da Nea Dimokratia e Pasok per quarant’anni e vuole mantenere intatta questa carica di diversità, dimostrando le sue reali capacità di cambiamento.
Nonostante i gravi errori tattici e perfino dilettanteschi nella conduzione di sette mesi di trattative con la troika, Tsipras ha saputo fare ammenda e raddrizzare la barra prima di cadere nel precipizio. In attesa di rendere sostenibile il debito greco una volta per tutte: ed Alexis Tsipras vuole essere lì a trattare il gran finale di una lunga partita sulla crisi dei debiti sovrani dell’Eurozona iniziata nell’ottobre 2009.