Martini, Sette 16/10/2015, 16 ottobre 2015
TUTTI I NUMERI DELLE BIONDE
LA CITAZIONE
La bocca di un uomo perfettamente
contento è piena di birra.
Iscrizione egizia risalente all’Età del Bronzo
Vicino all’odierna Tel Aviv sono stati trovati 17 contenitori di birra, che erano adoperati nell’Età del bronzo dagli Egizi per accumulare e conservare prodotti agricoli: è il più antico birrificio del mondo, dove veniva prodotta, più di tremila anni fa, birra a base di grano. Su una delle ceramiche ritrovate appare, ben leggibile, la scritta sopra riportata. Del resto, nell’antico Egitto la birra, una cui tazza contrassegnava la paga-base quotidiana del manovale, era considerata anche un medicinale. In precedenza il titolo di più antica distilleria di birra lo aveva un’area archeologica che si trova a Roquepertuse, nel sud-est della Francia, dove le popolazioni celtiche avevano costruito questo impianto birrario, che risalirebbe al quinto secolo prima di Cristo.
Esperienze dal retrogusto amaro da ripetere solo a conti fatti
5 euro e 50, costo di una pinta di birra nei brew-pub del Lambrate a Milano
7 sterline, ovvero circa 9 euro e mezzo, il costo medio di una pinta nei brew-pub a Londra
600 isk - corone islandesi, circa 4 euro e 20, il costo di una pinta al Microbar di Reykjavík
5 dollari, circa 4 euro e 40, costo di una pinta nello spaccio della brewery Brooklyn NY
7-8 dollari, costo di una pinta artigianale in media nei pub americani
11,5 dollari, costo di una pinta di Goose Island in uno Sport bar all’aeroporto Jfk di New York
Di riffa o di raffa (vedi in alto a destra) bere buona birra artigianale ha un costo notevole. Si dice che la forza di una birra ale, ovvero ad alta fermentazione, sia la persistenza del retrogusto amaro, che viene esaltato dall’impiego di alcuni luppoli americani. E di sicuro l’amaro resterà bene a lungo in bocca e in mente di chi decide avvicinarsi all’imbarco del terminal 8 del più trafficato aeroporto del mondo, dopo essere stato alleggerito del controvalore di più di dieci euro, per una peraltro ottima e pluri-premiata India Pale Ale del birrificio di Chicago (da qualche anno Goose Island è entrato a far parte di uno dei più grandi gruppi multinazionali delle bionde, che ha portato la paletta con il simbolo dell’oca a svettare sulle spine di molti locali americani).
DA UN’AFERESI DI PREPOTENZA ALLA CADUTA DELLE VOCALI
Di riffa o di raffa è un’espressione che, sostengono Giorgio De Rienzo e Victoria Haziel (Scioglilingua), si forma con “riffa”, che vuol dire “lotteria”, per adattamento della voce spagnola “rifa”; e con “raffa”, che, invece, deriva dall’antico verbo “raffare”, aferesi di “arraffare”: l’aferesi è la caduta di una o più lettere di una parola. Altri esperti sostengono che questa espressione non sia proprio l’equivalente di “o per amore, o per forza”, dove al sentimento si sostituisce la sorte: seguendo la lezione di metà Ottocento del filologo e lessicografo Pietro Fanfani, la riffa dal modo avverbiale assai frequente nel toscano “di riffa”, usato per indicare “di prepotenza”. Le aferesi sono ricorrenti nei dialetti (si pensi a moroso in veneto o a ‘ndrangheta in calabrese) e anche nel linguaggio quotidiano italiano: invece di buongiorno e buonasera, tanti dicono ‘ngiorno, giorno ecc., per non citare le varie stasera, stanotte, stamattina. Un caso particolare, recita la Treccani, è la discrezione dell’articolo determinativo, in casi come obscurum -oscuro-scuro (da l’oscuro interpretato come lo scuro), harenam- arena- rena, cioè sabbia (da l’arena intesa come la rena), lusciniolum - usign(u)olo (da lusignuolo segmentato come l’usignuolo). Ma ormai, altro che aferesi, apocope o sincope! Nel mondo dei social media, siamo nel pieno della caduta generale delle vocali, con l’orgia delle abbreviazioni di sole consonanti, soprattutto in inglese, cui fa eccezione peraltro la birra (br per beer sa più di freddo che di luppolo, meglio l’emoticon con l’icona di una pinta schiumante…).
Namasté a letto e fitness per la bocca piena
Si vede scritto quasi sempre solo Brklyn, per esempio, a Brooklyn, nella capitale mondiale delle contraddizioni hipster, dove la nuova tribù tardohippie ama giocare con le contraddizioni. Oltre al vintage-denim e all’usato, gli hipster per vestire al massimo pescano pezzi di divise da lavoro negli store di popular clothinghs. Ascoltano la musica dai giradischi su vecchi vinili, non guardano la tv ma tutt’al più solo Netflix, non parlano quasi mai al cellulare, preferiscono il cibo naturale e bevono birre rigorosamente artigianali, magari delle micro-brewery a km zero. I ragazzi girano in bici o a piedi, e le ragazze amano fare yoga. Qualcuna, provocatoriamente, s’aggira con bene impresso sulla T-Shirt l’inequivocabile motto: “Namasté in bed”, gioco di parole tra il saluto rituale dello yoga e l’idea che è sempre meglio starsene a letto che andare a lezione col maestro. In ogni caso, una bibbia del fitness come Shape ha scelto questa maglietta come la numero uno tra le venti T-Shirt più divertenti con cui fare yoga: al secondo posto un gioco di parole tra i contorcimenti fisici e le contorsioni mentali: “Yoga girls are twisted”, le ragazze dello yoga sono intrecciate e/o pervertite. Il marchio Pebby Forevee, di Culumbus, Ohio, che commercializza la maglietta celia-yoga, vanta come bestseller altre T-Shirt simili, come: «Fitness? Piuttosto che di fitness, mi riempio la bocca di Pizza».