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 2015  febbraio 25 Mercoledì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Paolo Gentiloni
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Federica Guidi
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Maurizio Lupi
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Cominciamo con una didascalia: «Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al binario 1 della Stazione Termini a Roma sale sul Frecciargento per recarsi a Firenze, dove parteciperà all’inaugurazione dei corsi della Scuola superiore della magistratura di Scandicci. Sul treno anche il ministro della Giustizia, Andrea Orlando» (seguono, a seconda del sito prescelto, un bel po’ di fotografie: Mattarella, sciarpa al collo e una cartella piena di documenti sotto il braccio, che arriva; Mattarella che stringe mani; Mattarella che sale sul treno come uno qualunque di noi; Mattarella seduto in treno che chiacchiera col suo vicino; Mattarella al bar del treno; poi Mattarella che sale su un tram per andare a Scandicci, e lo vediamo seduto vicino al sindaco di Firenze Nardella con tanto di fascia tricolore; quindi immagini meno insolite, il presidente parla alla scuola, stringe altre mani, eccetera).

Beh, posso leggerla anch’io una didascalia di qualche giorno fa: «Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è imbarcato sul volo dell’Alitalia diretto a Palermo facendo la fila insieme agli altri passeggeri all’aeroporto di Fiumicino. Accompagnato da una ridottissima scorta, Mattarella è salito sull’aereo aspettando che entrasse la squadra giovanile del Napoli, che giocherà a Palermo. È la prima volta che un capo dello Stato viaggia su un aereo non presidenziale».
Già, e io potrei ricordare di quando, per andare a Montecitorio, salì su una Panda grigia, e guidava la figlia…  

A che serve questo esercizio?
Stiamo parlando dello stile Mattarella, uno dei fatti nuovi di questa stagione. Per esempio Mattarella ha ricevuto i politici dell’opposizione, furibondi con Renzi, senza farci conoscere il suo punto di vista su tutta la questione dell’approvazione ad aula vuota della riforma del Senato. Il silenzio di Mattarella è uno stile di comunicazione? È un modo diverso di fare il demagogo? È qualcosa di svizzero, dico del Paese dove non sanno nemmeno come si chiama il capo del governo? Ha un peso politico oppure segnala l’assenza totale di qualunque intenzione politica? Sono domande non da poco, perché, per esempio, tra poco Renzi tenterà di riformare la Rai con un decreto legge, e allora – dicono gli odiatori di Renzi – il presidente dovrà intervenire perché chiaramente un decreto legge («necessità e urgenza») sulla riforma della Rai è una stravaganza. A quel punto, per esempio, il suo silenzio precedente, o sobrietà che dir si voglia, darà al suo gesto eventuale una forza enorme. Perché un presidente che sta sempre zitto o prende l’autobus quando è in servizio (che è la stessa cosa), fa un un’impressione assai più grande quando improvvisamente parla. Quindi, nell’atteggiamento di Mattarella, oltre a una predisposizione naturale, potrebbe esservi un calcolo sottile: dare forza ai suoi effettivi interventi politici, tanto più di peso perché rari.  

Che ragionamento faremmo se il presidente, nel caso del decreto Rai, continuasse a stare zitto?
Non lo so. Diremmo che è talmente grigio da essere indifferente? Oppure dedurremmo che le ragioni di necessità e urgenza sussistevano, perché altrimenti uno come Mattarella… È sicuro però che il presidente, a differenza di quanto faceva Napolitano (largo di comunicati), non fornirebbe spiegazioni né in un caso né nell’altro.  

La domanda è: questo modo di comportarsi, che tanto ci meraviglia (e all’estero non risulterebbe così sensazionale) non è un modo per ricondurre la funzione del presidente nell’ambito che le è più proprio? Il capo dello Stato, privo di responsabilità politica, non può che essere un notaio, al quale è concesso al massimo di far discorsi e di respingere una legge una sola volta, salvo poi doverla ingoiare se il Parlamento insiste?
Così farebbe capire la Costituzione. Anche se dopo le presidenze Cossiga-Scalfaro-Ciampi e soprattutto Napolitano s’è sostenuto che la Costituzione lascia al capo dello Stato più libertà di muoversi di quanto si pensi.  

Si dice che l’interventismo presidenziale sia cominciato con Pertini.
Tentarono una loro politica personale anche Gronchi e Segni, se è per questo. Segni fino al limite del colpo di stato. Ma Pertini aveva, più di tutti i presidenti, il cosiddetto «logos», cioè la capacità di parlare agli italiani, di farsi capire, di interpretare subito il sentimento nazionale prevalente (vedi il caso della nostra vittoria ai Mondiali del 1982, o la tragedia di Alfredino). Era un interventismo prima di tutto emotivo. Il silenzio di Mattarella assomiglia poco a questo precedente. Aspettiamo di sapere se non si tratti di una sobrietà, di uno stile figli piuttosto del grigiore di cui tanti – senza dirlo – lo accusano. (leggi)

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