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 2015  febbraio 25 Mercoledì calendario

Rai, Laura Boldrini mette il veto al decreto perché non c’è l’urgenza, ma Renzi replica: «Saremo in grado di fare qualche decreto in meno, se le opposizioni faranno qualche atto di ostruzionismo in meno»

Il presidente della Camera, Laura Boldrini, interviene sulla Rai: «Il decreto legge si deve fare quando c’ è materia di urgenza. Sulla Rai non c’è qualcosa di imminente, non c’è una scadenza». È il no della terza carica dello Stato all’ipotesi formulata dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, un possibile decreto legge di modifica dei criteri di nomina dei vertici di Viale Mazzini. Ne aveva riparlato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan: «Si ricorrerà al decreto legge se ci sarà ostruzionismo». E in serata è lo stesso premier a rimarcare: «Saremo in grado di fare qualche decreto in meno, se le opposizioni faranno qualche atto di ostruzionismo in meno». E se Ncd e Forza Italia si trovano in pieno accordo con Boldrini, dal Pd interviene il vicesegretario Lorenzo Guerini: «La valutazione sulla necessità e urgenza dei decreti spetta al presidente della Repubblica e a nessun altro». E Michele Anzaldi: «Critiche stupefacenti». Intanto il sottosegretario allo Sviluppo con delega alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, parla di un «equivoco» a proposito delle dichiarazioni di Padoan interpretate come un via libera al discusso piano di riforma dell’informazione Rai del direttore generale Luigi Gubitosi «… sicuramente voleva riferirsi alle quotazioni di Rai Way. Con tutto quello che ha da fare non credo che il ministro abbia avuto il tempo di approfondire le criticità del progetto informazione del servizio pubblico». Chi è vicino a Padoan conferma: era una «valutazione generale» sull’operato dei vertici Rai. Per domani è convocato il consiglio di amministrazione Rai a Milano. Con una novità. Gubitosi non solo presenterà il piano (riduzione a due soli direttori per i tg Rai) ma lo metterà immediatamente in votazione. Un’accelerazione decisa ieri per chiudere una partita che Gubitosi ritiene conclusa in base al principio per il quale ai vertici Rai spettano i compiti di gestione dell’azienda. Si annuncia un clima incandescente in Vigilanza Rai, convocata per oggi alle 14. Per il presidente Roberto Fico, Movimento 5 Stelle, è possibile avviare un meccanismo di revoca del consigliere di amministrazione Rai Antonio Verro (Forza Italia) rivolgendosi all’assemblea dei soci Rai. Forza Italia lo diffida con una lettera firmata dai consiglieri (tra cui Maurizio Gasparri, Paolo Romani, Renato Brunetta, Giorgio Lainati): «La commissione non può avocare a sé un potere che la normativa vigente chiaramente attribuisce al ministero dell’Economia». Fico controbatte: «Useremo tutti gli strumenti necessari per fare definitivamente chiarezza su questa vicenda. Non ci fermiamo davanti a niente!». Intanto l’ufficio di presidenza ha deciso la convocazione della presidente Rai, Anna Maria Tarantola. Verro è sotto accusa per una lettera dell’agosto 2010 inviata a Silvio Berlusconi (di cui l’interessato disconosce completamente la paternità) in cui si elencano trasmissioni «fortemente connotate da teoremi pregiudizialmente antigovernativi» (Berlusconi allora era a Palazzo Chigi, ndr) e si suggeriva la nomina di Susanna Petruni a direttore di Rai Due.