varie, 25 febbraio 2015
TORTA «È
e sarà sempre difficile avere un’amicizia con il pilota che vuole vincere e guida la tua stessa moto. Però se c’è rispetto può funzionare e in questo momento la relazione tra me e Valentino è perfetta. Ma tutti e due vogliamo lo stesso pezzo della torta» (Jorge Lorenzo e il suo rapporto con Rossi).
SUPERSTAR «Non scherziamo: è ridicolo paragonare me a Ibrahimovic, lui resta la superstar degli svedesi» (la sciatrice Charlotte Kalla, 12 vittorie in Coppa del Mondo, appena eletta la sportiva dell’anno in Svezia).
SCHERZO «Lotito ha tanti soldi, probabilmente dovrebbe comprarsi il Parma. È uno scherzo eh… Ma poi: la situazione del Parma sarà ancora un problema se telefona ogni giorno?» (il presidente giallorosso James Pallotta).
SCIACALLETTO «Quando ho saputo che i miei dirigenti volevano trattare con gli agenti di Barreto, ho subito chiamato Zamparini. Lui è stato gentile. A febbraio abbiamo concluso l’affare: a quel punto, non avendo rinnovato col Palermo, Barreto poteva firmare con noi. Tutto sereno? Macché, Zamparini mi ha mandato messaggi orribili, davvero irriferibili, minacce di morte. Poi ha fatto dichiarazioni pubbliche definendomi uno sciacalletto. Non può offendermi così. Ha settant’anni e dovrebbe sapere come comportarsi» (Massimo Ferrero).
RABBIA «La rabbia la smaltisco la sera stessa della gara mi sfogo durante la partita quando vedo che non mi ascoltano e mi accorgo di avere ragione. Con Iachini siamo sposi e una cena a quattr’occhi la dovevamo fare da tempo» (Maurizio Zamparini).
RUGGINE «Dopo tutte queste partite senza andare in campo, per togliermi la ruggine dovrò spingere sempre. Devo finire questo anno al meglio, soprattutto per me stesso. Il futuro di Denver? Non lo so, non lavoro con i gm. So che in breve tempo sono passato da giocare in una delle migliori squadre dell’Ovest a non andare ai playoff» (Danilo Gallinari).
RITI «Per più di vent’anni aspettavo la domenica per il rito dello stadio con gli amici. Il miei idoli erano Rivera e Prati. Andavamo presto, prima al bar Cicala , in piazzale Lotto, gestito da interisti che ogni volta ci dicevano “ma non potete andare da un’altra parte?”, poi guardavamo lo stadio che si riempiva ed era già uno spettacolo» (Teo Teocoli, che ieri ha compiuto 70 anni).