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 2015  febbraio 25 Mercoledì calendario

LORENZO: «IO E ROSSI AMICI? È DURA SE VUOI LA STESSA TORTA...»

La seconda è quella giusta. Tre settimane fa, per il primo test, al secondo giorno finì davanti a tutti, ieri si è fermato a soli 58 millesimi da Marc Marquez. Jorge Lorenzo si prepara per il Mondiale che vuole essere del riscatto con tutto un altro animo. E oggi la sua candidatura a sfidante numero uno del campione sembra decisamente la più accreditata.
Allora Jorge, quanto è diverso il pilota che stiamo vedendo in pista rispetto a 12 mesi fa?
«E’ 5 kg più leggero, ha più esperienza, meno capelli…».
E l’uomo?
«Ho passato professionalmente un anno duro e questo mi ha rafforzato».
Operazioni e poco allenamento a parte, cos’è davvero successo l’inverno scorso?
«Nelle gare in un giorno cambia tutto. In questi test, il primo giorno non avevo dormito bene, la moto scivolava ed ero decimo a più di un secondo. Solo 12 ore dopo ho migliorato un secondo. Se ti manca qualcosa come moto o come fisico sei finito».
Azzardiamo un’ipotesi: alla fine del 2013 si è convinto che Marquez l’aveva battuta solo perché aveva una Honda più forte della Yamaha, si è demoralizzato e si è lasciato andare...
«La Honda 2013 era un pelino più competitiva. Ma ho perso il campionato perché, anche se ero più esperto, ho fatto più errori di lui. Con le due lesioni alla clavicola ho perso tanti punti. E poi nell’inverno 2014 ho sbagliando allenandomi poco e facendo le operazioni, con anestesia generale: tre in un inverno sono troppe per il fisico».
Le capita mai di rivivere in un incubo quella folle partenza (scattò quando il semaforo era ancora clamorosamente rosso) di Austin?
«Ogni atleta ha un giorno pazzo e fa un errore gigante. A qualcuno tocca quando ha 15 anni, a qualcuno quando è nel Mondiale. Non mi succederà mai più».
Perché ha bisogno di soffrire in palestra per sentirsi bene e competitivo?
«Quando correva Agostini o anche i grandi della 500, come Gardner, Schwantz, Doohan potevi anche tralasciare la condizione fisica. Oggi, con queste moto, no. Io l’ho sempre avuta, meno che a inizio 2014. Quando succede che la perdi non te ne rendi conto. Ma dopo questa esperienza so che non succederà più».
Il bambino adesso è uomo: come si sente, ragazzo maturo o giovane uomo?
«Compirò 28 anni, sono vicino ai 30, quindi più all’età adulta. Però non mi sento ancora un uomo maturo al 100 per cento in tutti gli aspetti della vita e non lo sarò mai. Puoi e devi sempre migliorarti».
È entrato come età in zona-famiglia... Ma non ci sono indizi di relazioni serie: preferisce sempre le avventure?
«Non sai mai quando trovi la persona giusta. Io sono aperto. Se domani la trovo, starò con lei».
A proposito di cambiamenti, continuano a cambiare le persone del suo staff: troppo esigente o capriccioso?
«Mah, per esempio Juanito (il suo meccanico, n.d.r.) è con me da 17 anni. Altre situazioni sono cambiate per vari motivi. Non sono solo io a prendere queste decisioni, ma se una relazione professionale non funziona meglio chiuderla».
Uno sguardo in pista... Le piace la nuova Ducati?
«L’ho vista in foto. Deve piacere ai ducatisti a me piace la mia Yamaha. Speriamo non vada troppo forte».
Non è un mistero che potrebbe piacerle correre con la moto di Gigi Dall’Igna, l’ingegnere dei suoi due titoli 250 con l’Aprilia, giusto?
«Il mio sogno è correre tutta la mia carriera con la Yamaha, qualcosa che non molti piloti possono dire. Ma non sai mai. Magari le cose cambiano, magari la Yamaha non mi vuole più. Ho lavorato con Gigi e credo lui sia il miglior team leader che la Ducati possa avere».
Cosa può succedere in estate? Sia lei, sia la Yamaha avete la possibilità di svincolarvi...
«Ad una certa data, non mi ricordo quale, dobbiamo confermare l’accordo di due anni. È una porta che si può aprire, ma oggi tutto sta andando bene tra noi».
I rapporti con Valentino sembrano davvero da ottimi compagni di squadra...
«E’ e sarà sempre difficile avere un’amicizia con il pilota che vuole vincere e guida la tua stessa moto. Però se c’è rispetto può funzionare e in questo momento la nostra relazione è perfetta. Ma tutti e due vogliamo lo stesso pezzo della torta».
L’ha riconosciuto anche Rossi che lei è stato un signore a non “vendicarsi” del muro... Solo merito della maturità, oppure meglio lasciar correre, perché qualche volta se si tocca Valentino ci si scotta?
«Il muro non ha senso, perché non ti fa andare più veloce e non rallenta l’altro. In realtà, nel 2012 avevo il potere di bloccare il suo arrivo. Ma non mi è mai importato del compagno di squadra».
Anche tra voi spagnoli non c’è più la guerra di una volta...
«Qualche volta in pista ce le siamo date, ma fuori c’è sempre rispetto».
Si sente pronto per affrontare la stagione?
«Sì! Più o meno sì. Se io e la Yamaha saremo a posto, possiamo vincere il campionato. Io mi sento bene, come nelle ultime gare dell’anno scorso, la moto è migliorata».
Desiderio: in Qatar vorrei iniziare il campionato...
«Facile, vincendo! L’importante è non cadere e fare zero come l’anno scorso. Bisogna fare podio e se si può, vincere la gara».