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 2015  febbraio 25 Mercoledì calendario

E a Firenze Mattarella sale sul tram. Dal pontefice al presidente passando per la regina d’Inghilterra: i potenti che preferiscono la semplicità

La tentazione dei raffronti è irresistibile. Mattarella che si muove col tram a Firenze esercita la stessa carica evocativa della regina Elisabetta quando prende il treno per Balmoral. O di Papa Francesco, il quale si immerge tra i fedeli senza l’auto blindata, con grande angoscia della sicurezza vaticana...
C’è un trend alla semplicità che accomuna istituzioni un tempo simboli intangibili del privilegio: la Corona, il Pontificato, il Colle. Nel caso di Mattarella, il «tram presidenziale» segue la Panda grigia su cui montò il giorno dell’elezione, la scarpinata per andare a messa e il volo di linea con cui tornò a Palermo: tre gesti che il cittadino medio ha interpretato come ripudio dei privilegi sovrani. Mentre altri, per quel vezzo italico di diffidare comunque, ci vedono un cedimento all’anti-casta se non addirittura una tattica per alzare l’indice di gradimento. Chi applaude e chi critica, insomma, che è il bello della democrazia.
Ma se si mollano i paragoni per aderire ai fatti, si scopre che dietro la scelta del tram non c’è alcuna strategia studiata a tavolino. Tantomeno quirinalizia. L’idea del mezzo pubblico appartiene al sindaco di Firenze, Nardella, memore di altre occasioni in cui l’arrivo di cariche anche straniere causò ingorghi della circolazione con contraccolpi sull’umore cittadino. Meglio evitare cortei di lampeggianti blu e blocchi del traffico, ha suggerito il successore di Renzi: c’è un tram moderno che da Santa Maria Novella porta in un attimo a destinazione, si fa prima e si fa meglio, perché non sfruttarlo? Mattarella (o chi per lui) ha accolto volentieri il suggerimento del sindaco. Ma senza nulla togliere allo scrupolo del Presidente, va soppesato il rovescio: se dal Quirinale fosse arrivato un no, «pretendiamo un bel corteo di berline blu, magari con sirene spiegate», quello sì che sarebbe risultato in conflitto coi tempi.
Oltretutto, problemi di sicurezza non ce n’erano, né si sono manifestati. Il Freccia Argento con Mattarella a bordo è arrivato al binario 9 della stazione: lo stesso da cui sbarcava Napolitano, altro estimatore della rotaia. Il Presidente è sceso dal marciapiede di servizio per non intralciare il flusso dei viaggiatori, che forse nemmeno avrebbero notato quel signore alto e con i capelli bianchi se non fosse stato per la presenza anomala di poliziotti in divisa e cameramen (oltre che per gli 8 minuti di anticipo del treno). Pochi passi, e sul piazzale della stazione era lì pronto il tram, senza passeggeri a bordo in attesa. Unici segni distintivi, due bandiere appese in capo e in coda al convoglio, però solo all’interno, senza ostentazione. Mattarella si è accomodato su una panca, vicino a lui il sindaco con fascia tricolore e il ministro Orlando, più qualche collaboratore. Subito si sono chiuse le porte e il tram è scivolato via, ecologico, quasi inosservato, in una città che stavolta non avrà nulla da brontolare.