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 2015  febbraio 25 Mercoledì calendario

VAROUFAKIS ORA DEVE CAMBIARE RUOLO

Yanis Varoufakis, il ministro delle Finanze greco, deve cambiare rapidamente ruolo in campo. Come ha ammesso lui stesso, la Grecia «ha guadagnato qualche settimana» con la proroga del piano di aiuti della Ue. Ma evidentemente «è solo un passo nella direzione giusta», hanno affermato fonti del ministero delle Finanze, dopo il responso positivo dell’Eurogruppo alla lettera di impegni sulle riforme inviata da Atene.
«Chiaramente saremo sotto il controllo della Commissione. E nei prossimi quattro mesi dovremo superarci, in termini di lotta all’evasione, di riforma del servizio pubblico - hanno aggiunto dal ministero greco - e di lotta alla corruzione». Insomma tutto il contrario di quello che Varoufakis aveva chiesto, quando aveva proposto misure di stimolo sul fronte della domanda, rialzo di stipendi e pensioni, anche su suggerimento del suo collega di Università in Texas, James Galbraith , figlio di John Kenneth Galbraith, l’economista del presidente Kennedy. Ma Varoufakis ha dovuto tornare sui suoi passi e cedere il passo all’austerity di Wolfgang Schaeuble.
«Le riforme che abbiamo proposto avrebbero potuto essere più ampie», ma sarebbero servite risorse che non ci sono. Si è dovuto cercare «compromessi» con la Ue, hanno aggiunto le fonti del governo Tsipras. «Non ci sono nuove misure che siano recessive. Ma nemmeno misure di sviluppo». Insomma per Atene una situazione di parità. Ma la partita, in realtà, è solo all’inizio del negoziato e se Varoufakis saprà portare risultati sul fronte dell’offerta, migliorando la concorrenza, riducendo la burocrazia e mettendo ordine e trasparenza in quella giungla che sono le norme degli appalti statali greci, allora avrà trovato la strada per aprire gradualmente a quelle misure di sollievo per le fasce più deboli della società greca.
I mercati, per ora, sembrano snobbare l’ennesima crisi greca, perché convinti che ci siano margini per un accordo a giugno. Tutti scommettono che il Parlamento di Atene approvi l’estensione di quattro mesi del precedente piano, anche se l’ala radicale di Syriza è sul piede di guerra ed è tentata dal voto contrario in aula. Una mossa che potrebbe far piombare il paese nel vortice di una nuova bufera dei mercati e della eventualità di dover imporre misure di controllo sui capitali. Anche i governi di Germania, Finlandia, Slovenia e Olanda devono far approvare la proroga del programma di salvataggio ai loro Parlamenti.
Tutti gli occhi sono rivolti al 5 marzo quando la Bce potrebbe riaprire i rubinetti alle banche greche, ripristinando le agevolazioni sui collaterali. Ma queste sono ancora ipotesi di studio: quello che conta è che la Grecia ha evitato, all’ultimo momento, l’iceberg verso cui si stava dirigendo a tutta velocità. Fortunatamente ha invertito la rotta all’ultimo momento. Ora si tratta di lavorare sodo e fare i compiti a casa che per troppi anni si sono rinviati. Gli esami nella vita non finiscono mai.