Leonard Berberi, Corriere della Sera 25/2/2015, 25 febbraio 2015
HOTEL - Asciugamani, ciabatte, cuscini, pile dei telecomandi, televisori, lampadine, accappatoi, cartelli «Non disturbare», numeri delle porte delle stanze, posate, shampoo
HOTEL - Asciugamani, ciabatte, cuscini, pile dei telecomandi, televisori, lampadine, accappatoi, cartelli «Non disturbare», numeri delle porte delle stanze, posate, shampoo. E ancora: Bibbie, tende, quadri con cornici o soltanto le cornici, penne, taccuini, telefoni, tappeti, rotoli di carta igienica. Ma anche impianti della doccia, rubinetti, lavandini, minibar (vuoti). Persino animali impagliati, un quadro di Andy Warhol (valore 300 mila dollari), un modellino del Concorde, una spada medioevale e un pianoforte. Dagli hotel sparisce di tutto. In certe stagioni (estate e inverno, soprattutto) quello degli albergatori somiglia a un bollettino di guerra. Con costi imponenti. Se è vero – come ha calcolato un paio d’anni fa l’ American Hotel & Lodging Association – che gli oggetti che spariscono dalle stanze comportano un esborso ulteriore alle società che supera gli 88 milioni di euro. All’anno. Souvenir o refurtiva? Il dibattito è aperto. «Agli alberghi non sfugge nulla», ha spiegato a Yahoo! Travel Bjorn Hanson, docente della New York University. Ogni mese quasi tutti gli hotel «smarriscono» il 20% di lenzuola e asciugamani. «A loro interessa la portata del fenomeno per intervenire sui costi di pernottamento». In realtà un po’ la cosa importa. Lo dimostra il successo della Linen Tracking Technology che produce microchip di localizzazione per asciugamani, lenzuola e accappatoi. Meglio lasciare al suo posto il «souvenir». Leonard Berberi