Giulia Cerasoli, Chi 25/2/2015, 25 febbraio 2015
«IL MIO PRIMO ANNO DA MINISTRO»
Ha appena finito di traslocare in un novo appartamento più lontano dai Palazzi della politica, in una zona centrale, ma meno battuta dai paparazzi che ormai stazionavano quotidianamente sotto al suo portone, rendendole difficile condurre una vita normale. Ha quel sorriso disarmante che la contraddistingue anche quando sta varando una riforma difficile da digerire o a nome del governo annuncia che porrà la fiducia.
Camicia amaranto leggera, pantaloni azzurro scuro e décolleté con tacco a spillo. Sotto alla scrivania ministeriale, nel grande ufficio che si affaccia su Palazzo Chigi, una maxi Peekaboo di Fendi dello stesso rosso della camicia. A un anno esatto dal suo giuramento come ministro delle Riforme al Quirinale, quando il suo appeal solare e il tailleur blu elettrico di Zara fecero il giro del mondo scatenando il web. Maria Elena Boschi traccia con Chi un bilancio umano e politico dei dodici mesi più importanti della sua giovane vita. Prima però le chiediamo della sua prossima “fuga”.
Ministro, quando scapperà per uno dei suoi weekend con le amiche di sempre, Chiara, Sarà e le altre?
«Le confesso che ho già in tasca il biglietto aereo. Partiremo ad aprile, solo per tre giorni. L’ultima volta, con le mie amiche storiche siamo state in Croazia, ma si parla della scorsa estate. Vorrei scappare più spesso, ma non si può proprio».
Ricorda l’emozione del suo primo giorno da ministro? Come ha trascorso quest’anno al governo.
«Un anno di lavoro. Molto intenso. Abbiamo tenuto ritmi sostenuti e chiesto alle Camere di lavorare cinque e anche sei giorni a settimana. Il mio bilancio è positivo anche se resta molto da fare. Abbiamo avanti altri tre anni di duro lavoro per completare ciò che abbiamo in mente e che serve al Paese. La legge elettorale è stata approvata alla Camera e al Senato, siamo riusciti a far passare, anche a costo di qualche notturna, una riforma costituzionale non facile con una trasformazione totale del Senato e il Jobs Act. Questo è il punto più importante, visto che ci sono in ballo i posti di lavoro per migliaia di giovani della mia età...».
La sua vita personale è cambiata in meglio o in peggio da quando è ministro?
«Certo non ho tempo per la palestra. Il carico di lavoro è aumentato rispetto a quando facevo l’avvocato. Lamentarmi però sarebbe ingiusto. Faccio un lavoro bello e appassionante, mentre purtroppo molti miei coetanei sono costretti ad arrangiarsi ancora con lavoretti precari o poco remunerati... Diciamo che prima le cinque del mattino le facevo in discoteca, mentre ora mi capita solo al Senato».
Ballare le è sempre piaciuto, non come al ministro Madia, che ha confidato di essere andata solo una volta.
«Ho cominciato tardi, verso i diciotto anni. a frequentare le discoteche. Da quando siamo al governo sono riuscita ad andarci solo d’estate, al mare».
Ha cominciato l’anno da ministro da single, ora è cambiato qualcosa?
«Non ancora. Ma come diceva mia nonna "l’amore non vuole che gli si corra dietro"».
Come ministro di che cosa va fiera e di cosa si è pentita?
«In generale, sono fiera del fatto che abbiamo risolto numerose crisi aziendali a Taranto, Gela, Temi, Trieste e Piombino, salvando i posti dei lavoratori, ma non sono ancora soddisfatta su questo fronte. Il fatto che un ragazzo su due della mia età sia senza lavoro è gravissimo, anche se iniziano a esserci segnali positivi».
Alcuni, anche dentro il vostro partito, vi accusano di fare tutte queste cose senza ascoltare gli altri più di tanto.
«Credo di essermi sempre impegnata ad ascoltare tutti. Soprattutto i cittadini, gli esperti delle varie materie e anche i miei colleghi. Penso che in alcuni momenti sia necessario imporre un certo ritmo per ottenere dei risultati».
Qual è stato il momento più bello di quest’anno?
«Uno dei momenti più emozionanti è stato il viaggio in Congo, quando siamo andati a recuperare i bambini adottati dalle famiglie italiane. Anche lì il nostro lavoro non è finito. Sono sempre in contatto con le famiglie».
Le dispiace che il patto del Nazareno si sia interrotto?
«Ci abbiamo lavorato molto per varare le riforme ed è st to anche merito di Forza Italia partecipare a questo progetto... Mi dispiace che Fi abbia cambiato idea. Per me non è spiegabile che dopo reiezione di Mattarella abbia prevalso la linea Brunetta, che è sempre stato contrario alle riforme. Spero che ci ripensino».
Un anno questo appena passato di grandi divisioni anche nel Pd. «Per me l’importante è andare avanti e mantenere gli impegni con i cittadini. È questione di serietà fare quel che serve al Paese. Per il resto, diciamo che abbiamo molte occasioni di dibattito...».
Come ha vissuto il caos sulla Banca dell’Etruria e le accuse che le hanno mosso per il fatto che suo padre ne era vice- presidente?
«Mi dispiace per la mia famiglia e soprattutto per mio padre, che è molto riservato e si è trovato nel vortice. Per fortuna però siamo molto uniti. Entrando nel merito l’Antitrust ha stabilito che non c’è conflitto di interessi. Io non ero presente al Cdm del decreto. Del resto poi la Banca è stata commissariata dal nostro governo, per cui non vedo trattamenti di favore; anche se a volte può far male, la legge è uguale per tutti».
Non ha mai pensato, nei momenti più difficili: ma chi me lo ha fatto fare?
«Mai. Io non mollo mai. E ripeto: faccio un lavoro appassionante».
Nella sua prima intervista disse che avrebbe voluto dimagrire un po’, sembra essere riuscita anche in questo.
«Macché, ho ripreso due chili. Con questi ritmi si mangia in maniera disordinata».
Che cosa le manca della sua vita normale di giovane don-na?
«Fare una tranquilla passeggiata e andare al cinema qualche volta, forse. Per il resto non ho cambiato le mie abitudini casalinghe: stiro, lavo, pulisco la casa, faccio la spesa».
Non ha una persona che l’aiuta?
«Finora no».
Che cosa pensa del ministro greco delle Finanze Yanis Varoufakis? E diventato l’idolo delle donne europee. Per una volta è un uomo politico a essere sotto i riflettori per il suo sex appeal...
«Raggiungeremo la parità quando non sarà più importante per un politico come si veste o come è d’aspetto, a prescindere che sia uomo o donna. E comunque... non è il mio tipo».