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 2013  maggio 12 Domenica calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Enrico Letta
Il Vicepresidente del Consiglio è Angelino Alfano
Il Ministro degli Interni è Angelino Alfano
Il Ministro degli Esteri è Emma Bonino
Il Ministro della Giustizia è Anna Maria Cancellieri
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Fabrizio Saccomanni
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Maria Chiara Carrozza
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Enrico Giovannini
Il Ministro della Difesa è Mario Mauro
Il Ministro dello Sviluppo economico è Flavio Zanonato
Il Ministro delle Politiche agricole è Nunzia De Girolamo
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Maurizio Lupi
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni culturali e Turismo è Massimo Bray
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Andrea Orlando
Il Ministro degli Affari europei è Enzo Moavero Milanesi (senza portafoglio)
Il Ministro di Affari regionali e autonomie locali è Graziano Delrio (senza portafoglio)
Il Ministro della Coesione territoriale è Carlo Trigilia (senza portafoglio)
Il Ministro dell’ Integrazione è Cécile Kyenge (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità, dello Sport e delle Politiche giovanili è Josefa Idem (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Semplificazione è Gianpiero D’Alia (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento e di Coordinamento dell’attività è Dario Franceschini (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme costituzionali Gaetano Quagliariello (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Jean-Marc Ayrault
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Muhammad Mursi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Guglielmo Epifani, 63 anni compiuti da poco, è il nuovo segretario del Partito democratico. L’Assemblea del Pd lo ha eletto ieri, ma il via libera sul suo nome era arrivato già venerdì, grazie a un mega accordo tra i capi delle molte correnti del partito. L’elezione è così risultata quasi plebiscitaria: l’85,8 per cento lo ha votato.

Però fuori dalla sede della Nuova Fiera di Roma, dove s’è riunito il parlamento democratico, c’erano quelli di OccupyPd a gridare di non essere d’accordo.
C’è una zona del Pd che non vuole il governo con Berlusconi. Costoro dicono: «Saremmo dovuti ritornare a votare». Non tengono conto che una nuova tornata elettorale avrebbe visto la vittoria del Cavaliere alla Camera e uno stallo al Senato analogo a quello di adesso. Notiamo che mentre i democratici erano riuniti sulla Portuense, quelli di Sel manifestavano contro il governo Pd-Pdl in piazza Santi Apostoli, presente Stefano Rodotà e con lettura pubblica di una forte lettera del capo della Fiom, Maurizio Landini. Nello stesso tempo, a Brescia, contro Berlusconi che gridava di essere il nuovo Tortora, erano schierati i militanti del Movimento 5 Stelle e, dall’altra parte della strada, quelli dei centri sociali della città. Nessuno del Pd. Questo rende plasticamente l’idea della difficoltà in cui si trova il partito: una parte degli elettori di sinistra, non si sa se minoritaria, carica a testa bassa contro il governo delle larghe intese. Il Partito democratico però non può azzardarsi a nessuna mossa che metta in pericolo l’esecutivo di Letta. Oltre ad Epifani, che ne ha riferito nel suo intervento, anche Stefano Fassina si è sgolato a persuadere i contestatori della Nuova Fiera  sull’ineluttabilità della scelta compiuta. Dico, Fassina! L’uomo politico più vicino alla Cgil che ci sia nel Pd, quello che voleva tassare i patrimoni superiori al milione di euro, l’alfiere della linea dura contro Berlusconi e il berlusconismo prima che Napolitano costringesse tutti a prendere atto della realtà e che infatti adesso è viceministro dell’Economia, principale collaboratore cioè addirittura del banchiere Saccomanni (sia detto con tutta la simpatia per Saccomanni).  

Beh, adesso la Cgil ha conquistato addirittura la segreteria del partito.
Nel senso che Epifani è stato a lungo segretario della Cgil, dunque ha una sensibilità speciale per le tematiche sindacali. Il discorso che ha preceduto la sua votazione è stato però prudentissimo: poco o niente sul problema Berlusconi, e solo la rassicurazione/avvertimento: «Il governo sa di poter contare sul Pd, seriamente e lealmente. Lui deve trarre forza da questo consenso e noi traiamo forza da lui. Ma il tempo delle risposte venga presto e venga bene, perché è il miglior modo di affrontare i problemi che non possono più aspettare». In precedenza il neosegretario aveva detto che «la vera sfida è far ripartire il paese, i consumi, i redditi».  

Chi è, alla fine, questo Epifani?
Il primo socialista che ha guidato la Cgil (anni 2002-2010, succedendo a Cofferati) e, a questo punto, il primo socialista che guida il Pd. Al vertice della Cgil non ha dato una prova del tutto convincente: voleva che l’Alitalia fosse salvata con capitale pubblico, impedì al segretario confederale Trasporti di firmare l’accordo conclusivo, ma, dopo pochi giorni, tornò sui suoi passi. Idem in una trattativa sul pubblico impiego del 2008: abbandono del tavolo dopo un quarto d’ora e poi repentino pentimento. Rapporti difficili con l’ala sinistra del sindacato cioè la Fiom. Ottime referenze relative al periodo in cui ha guidato i poligrafici (equilibrio, moderazione) al punto che la Rizzoli, un bel giorno, gli offrì la poltrona di amministratore delegato.  

È certo che questo, per un sindacalista, sia un titolo di merito?
Non lo so. Fatto sta che adesso, messo in mezzo alle 17 tribù che compongono il Pd, dovrà arrivare fino al congresso di ottobre senza che il partito vada in pezzi. Obiettivo non semplicissimo. L’incognita su chi sarà il prossimo segretario vero resta: Epifani non sarebbe che un traghettatore. Ma tutti sanno che, quando sarà il momento, cercherà di restare in sella e di battere Matteo Renzi, Gianni Cuperlo e gli altri sfidanti.  

Matteo Renzi ieri c’era?
Sì, e ha ribadito quanto anticipato in un’intervista a Repubblica: non corro per nessuna poltrona, sono amico del governo di Enrico Letta, che sostengo con convinzione, invito tutti a uscire dalla depressione e a lavorare per fare del governo in carica il nostro governo e non il governo di Berlusconi e per imporre al governo in carica le nostre idee senza farci sopravanzare dalle idee di Berlusconi.   (leggi)

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