VARIE 12/5/2013, 12 maggio 2013
APPUNTI PER GAZZETTA - IL GOVERNO VA IN RITITO E BERLUSCONI CONTINUA LA POLEMICA CONTRO I MAGISTRATI
SARTEANO (Siena) - E’ iniziato il ritiro di due giorni del governo nell’abbazia di Spineto. Tra questa sera e domani all’ora di pranzo i componenti dell’esecutivo guidato da Enrico Letta cercheranno di "fare spogliatoio", come ha detto lo stesso presidente del Consiglio nei giorni scorsi. Ma soprattutto tenterà di mettere a punto i primi provvedimenti economici e chi chiarire i rapporti tra le varie forze della maggioranza.
Diversi ministri si sono ritrovati a palazzo Chigi e sono partiti su due pullmini per la località in provincia di Siena. Sul primo minivan hanno viaggiato il premier, il vicepremier Angelino Alfano, i titolari dei Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini e delle Infrastrutture Maurizio Lupi. Sul secondo, un po’ più grande, c’erano Emma Bonino (Esteri), Beatrice Lorenzin, Cecile Kyenge (Integrazione), Gianpiero D’Alia (Funzione Pubblica), Mario Mauro (Difesa), Enrico Giovannini (Lavoro), Gaetano Quagliariello (Riforme), Anna Maria Cancellieri (Giustizia), il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi.
"Parleremo di tutto", ha risposto all’arrivo il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni ai giornalisti che gli avevano chiesto se si risolverà il nodo Imu.
Laconico anche il titolare della Coesione territoriale Carlo Trigilia che alla domanda sulle sue aspettative replica: "Molto, speriamo".
Saccomanni e Trigilia sono tra quanti sono arrivati in auto e non con il pullman della presidenza del Consiglio. Il primo a raggiungere l’abbazia è stato il ministro dei Beni culturali Massimo Bray. Poi è stata la volta dei responsabili dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza e dell’Ambiente Andrea Orlando, che abitano in Toscana e Liguria e sono partiti da casa. Ad accoglierli tutti hanno trovato un finto Enrico Letta, inviato di Striscia la notizia. E ai giornalisti che chiedevano cosa si aspettassero da questa due giorni tutti hanno risposto con brevi frasi del tipo "Una bella discussione tra di noi", "Capire meglio cosa fare per il Paese e come coordinarci meglio".
Per la riunione informale del governo sono state prese imponenti misure di sicurezza. Polizia e carabinieri presidiano l’uscita Chiusi-Chianciano Terme dell’A1, e la strada che da lì porta a Sarteano e poi a Spineto. Massiccia la presenza di forze dell’ordine nel sito dell’abbazia, dove possono entrare solamente giornalisti, fotografi e cameraman muniti di un regolare pass.
(12 maggio 2013)
REPUBBLICA.IT -
ROMA - La presenza di Alfano e degli altri a Brescia? "Polemiche inconsistenti". Così il coordinamento del Popolo delle libertà replica alle critiche avanzate ieri dalle opposizioni - ma anche dai democratici - sulla partecipazione del ministro dell’Interno e vicepremier al comizio del Cavaliere. E attacca la presidente della Camera Laura Boldrini e il leader del suo partito Nichi Vendola. "Mi rivolgo a voi, presidenti Boldrini e Vendola, come autorità istituzionali e nello stesso tempo massime figure politiche di Sinistra Ecologia e Libertà - si legge in un comunicato di Brunetta - Ieri a Brescia, i teppisti, che hanno cercato di impedire in piazza la libertà di manifestazione politica del Pdl, erano radunati intorno a numerose bandiere rosse del Sel, come documentato dalle immagini televisive".
Pronta è arrivata la replica dall’ufficio stampa di Sinistra ecologia e libertà. "L’onorevole Brunetta, può stare tranquillo: non c’è bisogno dei suoi comunicati domenicali per stabilire da che parte sta Sinistra Ecologia Libertà. Brunetta non troverà mai Sel tra i violenti: il nostro dissenso si è sempre espresso e si esprimerà in forme nonviolente e democratiche", si legge in una nota.
Il Pdl aveva anche definito "sconcertanti e inconsistenti le polemiche di queste ore a proposito della manifestazione di ieri del Popolo della Libertà a Brescia. La manifestazione, convocata da tempo, a sostegno del candidato sindaco Paroli (che tra l’altro è intervenuto dal palco, contrariamente a quanto avvenuto per altro genere di eventi pubblici) rientra nella normale campagna elettorale per le elezioni amministrative, e sarà seguita da eventi analoghi, in altre città, da qui al voto di fine mese. Non è un caso, inoltre, che il titolo dell’evento fosse ’Per Paroli sindaco’".
"E’ assolutamente normale - continua la nota del Pdl - che a manifestazioni di questo tipo partecipino il presidente del partito, il segretario, i dirigenti nazionali. Ed è addirittura ovvio che chi interviene svolga considerazioni e valutazioni sull’attualità politica nazionale, com’è avvenuto in tutti gli altri precedenti comizi, senza che peraltro nessuno si fosse sognato di battezzarli contro qualcosa o qualcuno. Accade così in tutte le democrazie del mondo. Che qualcuno, in Italia, trovi spunti per polemiche senza fondamento appare letteralmente surreale".
Rincara la dose Fabrizio Cicchitto, secondo il quale si tratta di polemiche inaccettabili "come se Alfano non fosse vicepresidente del Consiglio in rappresentanza del Pdl, che ha tutto il diritto di fare manifestazioni sulla politica economica e sociale, sulla politica della giustizia e sulle prossime elezioni comunali".
Il Pd, dal canto suo, continua a sollevare critiche alla partecipazione di ministri del governo alla manifestazione di ieri del popolo azzurro. "E’ stata inopportuna la manifestazione del Pdl di ieri a Brescia", attacca il capogruppo Pd alla Camera Roberto Speranza a l’Intervista di Maria Latella su Skytg24. "La violenza va sempre condannata. Esistono due Italie ma la violenza si condanna sempre", argomenta Speranza. E aggiunge: "Detto ciò è stata del tutto sbagliata la manifestazione di Brescia e soprattutto la presenza dei ministri. Ovviamente", conclude, "lì c’è il capo, e quando c’è una decisione non c’è spazio per discuterla".
A Speranza risponde Renato Brunetta: "Ogni partito ha il diritto di fare manifestazioni, ancor più se in campagna elettorale, come lo è il Pdl a Brescia in questi giorni", dice il capogruppo Pdl alla Camera. E Maria Stella Gelmini puntualizza: "Nessuna manifestazione contro la magistratura. Tutto si è svolto secondo il nostro impegno politico del momento, per Brescia e soprattutto per l’Italia, nell’esercizio della libera dialettica politica cosi come vuole la nostra Carta costituzionale".
(12 maggio 2013)
La storia dell’abbazia di Spineto, dove oggi il presidente del Consiglio Enrico Letta ha portato in ’ritiro’ i ministri del suo governo, risale al 1085, un’epoca nella quale i boschi della Toscana venivano scelti dai vari ordini religiosi per realizzare piccoli ma veri e propri ’feudi’. Con l’ordine Vallombrosano l’abbazia diventa un punto di riferimento per la Toscana del sud fino a quando, con la caduta di Siena, anche questo luogo finisce sotto il dominio dei Medici. Alla fine del ’700, dopo varie peripezie, e dopo aver conosciuto il periodo di massimo splendore tra il XII e il XIV secolo, i monaci lasciano definitivamente l’abbazia che dal 1830 passerà ai privati. Oggi, trasformata in una struttura ricettiva con 98 camere (distribuite tra l’abbazia e gli 11 poderi, tra foresterie e casali), conserva l’antica conformazione architettonica, isolata dall’esterno, con circa 800 ettari di boschi e colture intorno
GRILLO - REPUBBLICA.IT
ROMA - Il Movimento 5 Stelle dice la sua sulla manifestazione di ieri a Brescia con un post sul blog di Beppe Grillo. "Nei vicoli che portavano alla piazza del Duomo di Brescia sono sfilati ieri, insieme e contrapposte, la meglio gioventù e la vecchiezza della Repubblica. Maglioncini girocollo, pullover, cravatte e occhialini sul petto, capelli bianchi e pantaloni comodi dei pensionati si mescolavano con magliette, rasta, felpe, barbe incolte, bandiere multicolori di disoccupati, studenti, precari. I due gruppi erano impermeabili come l’olio con l’acqua. Vasi incomunicanti. Due salti generazionali, un abisso. Nipoti e nonni". Descrive così il post dei grillini, intitolato "I sommersi e i salvati", le differenze tra le persone presenti a Brescia.
"Negli occhi delle persone anziane che si apprestavano al palco ad ascoltare i deliri di un vecchio di quasi ottant’anni c’era stupore, meraviglia. Non capivano le urla e la rabbia dei ragazzi. Per loro era normale che un condannato a quattro anni per frode fiscale attaccasse pubblicamente la magistratura scortato dal ministro degli Interni. Una scena sudamericana nella città della strage di piazza della Loggia - continua il post - Per i ragazzi era uno sfregio, una provocazione. Per gli anziani rappresentava la normalità, quella conclamata ogni giorno dalle televisioni, il loro filtro faustiano di eterna giovinezza. Lo smarrimento nei confronti della protesta era autentico".
Intanto, ospite di Lucia Annunziata su Raitre, il capogruppo di M5S al Senato Vito Crimi, gratifica Beppe Grillo niente meno che del titolo di "padre". "Considero Grillo come un padre che accompagna un bambino che cammina ancora carponi e lo guida lontano dai pericoli. A partire dal pericolo soldi che introduce disagio nella vita politica: i soldi devono stare fuori dalla politica", spiega Crimi.
Attestato che non impedisce però al presidente dei senatori M5S di prendere le distanze da Grillo sul tema dello Ius soli. "Sono a favore e nel movimento non c’è alcuna spaccatura su questo ma non vogliamo che si dimentichi che oggi la vera emergenza è quella della crisi economica che produce suicidi e disagio. Il post di Grillo ha evidenziato che è un problema europeo e non solo italiano", spiega.
(12 maggio 2013)
CANALE 5
ROMA - Se ci sarà una nuova puntata della campagna ormai martellante sulle reti Mediaset "contro i vent’anni di persecuzione" del Cavaliere, dipenderà anche da quel che accadrà domattina nell’aula di Tribunale a Milano, in una delle ultime udienze del processo Ruby. Così racconta chi ha lavorato a quella sorta di documentario che andrà in onda stasera, in prima serata, su Canale5. Si intitola proprio così. "La guerra dei vent’anni: Ruby, ultimo atto", in programma alle 21,10 ed è solo l’appuntamento odierno della sequenza di interviste e speciali e approfondimenti che sull’ammiraglia (e non solo) delle reti Mediaset è stata imbastita da giorni per raccontare nel merito la difesa di Silvio Berlusconi, a ridosso della sentenza. Campagna pianificata - raccontano nel Pdl - con i direttori delle testate giornalistiche. "Perché ho l’esigenza di offrire al grande pubblico la verità sul caso Ruby, quella che non ho avuto modo di raccontare in aula" è stato l’input del Cavaliere allo stato maggiore della comunicazione.
Così, per la prima volta stasera saranno mostrate la sala delle cene e la taverna, luogo del presunto "bunga-bunga". Saranno riproposte le registrazioni originali delle testimonianze rese ai giudici. Sarà ricostruita minuto per minuto la notte del fermo in questura di Karima el Mahroug, attraverso le dichiarazioni in sonoro dei funzionari e dei pubblici ministeri in servizio quella sera. Le testimonianze dei pm dei minori Annamaria Fiorillo, del capo di Gabinetto Piero Ostuni, del medico dell’ex premier Alberto Zangrillo, di Carlo Rossella, che alle cene aveva partecipato. E infine, un’intervista alla stessa Ruby. E una allo stesso Berlusconi. In una sorta di arringa difensiva, spiega: "Alle cene non poteva succedere nulla che potesse essere definito scorretto e imbarazzante. C’era un grande tavolo, io attiravo l’attenzione di tutti, si parlava di calcio, di politica. A nessuno mai fu chiesto di lasciare il telefonino, tutti potevano fotografe o raccontare perché non c’era alcunché di non raccontabile. Io non ho niente da nascondere". E poi prosegue: "Ruby venne una sera a una cena e raccontò una storia drammatica, disse di essere figlia di una ricca famiglia egiziana che i genitori avevano cacciato perché aveva deciso di abbracciare la religione cattolica".
Nell’intervista l’ex premier racconta che Ruby "mostrò cicatrici di olio bollente, parlò di difficoltà enormi, di comunità e di essere arrivata a Milano poco tempo prima dove aveva trovato un lavoro da cameriera in un ristorante. Una storia che commosse tutti i presenti". E che lui, comunque non ha "assolutamente mai avuto rapporti intimi con lei: una ragazza che si era presentata con una storia terribile, e che non induceva nessun sentimento diverso dalla commiserazione".
(12 maggio 2013)