Marco Ansaldo, la Repubblica 12/5/2013, 12 maggio 2013
LITE SUI PRIMI SANTI DI PAPA FRANCESCO “IL LORO MIRACOLO MERITO DELLA SCIENZA”
CITTÀ DEL VATICANO — Una reliquia considerata miracolosa, una suora di Otranto guarita in maniera “inspiegabile”, 800 martiri dei Turchi — chiamati a intercedere per la religiosa — fatti santi tutti insieme. E un medico, oncologo di fama, cattolico, che si oppone e dice: non è stato un miracolo, la donna l’ho avuta in cura per tre anni ed è guarita grazie alla scienza.
Oggi Papa Francesco compie il suo primo atto di canonizzazione: quello del tessitore Antonio Primaldo e dei suoi compagni ai quali, raccontano le cronache del 1480, fu mozzata la testa perché rifiutarono di convertirsi all’Islam dopo l’assedio della città. Beatificati da Clemente XIV nel 1771, il nuovo provvedimento è stato annunciato da Benedetto XVI in una data fatidica: l’11 febbraio 2013 quando, subito dopo, proclamò la rinuncia al pontificato, facendo rimanere di sasso non solo tutto il mondo, ma pure il cardinale di Cracovia, Stanislao Dziwisz, ex segretario di Karol Wojtyla, che puntava invano lo stesso giorno a strappare la canonizzazione di Giovanni Paolo II.
Il miracolo necessario a far salire di livello gli 800 martiri — il numero più alto di santi nella storia della Chiesa — è stato infine trovato nella “guarigione inspiegabile” di suor Francesca, al secolo Cecilia Levote, affetta da un tumore ovarico. Recita la deposizione della clarissa, morta solo nel 2012 all’età di 85 anni, in uno degli incartamenti alla Congregazione per le cause dei santi: “Nel mese di agosto del 1979 mi accorsi di avere una massa a livello addominale. La previsione di vita fu di circa 6 mesi. L’urna con le reliquie dei beati Martiri di Otranto fu deposta sul mio letto per chiedere la guarigione. Alla fine della chemioterapia, il 22 luglio 1981, l’indagine medica dimostrò che non c’era più malattia metastatica”.
Il caso, sostenuto dall’Arcidiocesi di Otranto, è stato assegnato alla cura di una postulatrice, una delle pochissime al mondo, argentina come Jorge Mario Bergoglio, l’avvocato Silvia Monica Correale. «La prognosi era fatale — spiega a Repubblica — nessuna terapia poteva guarire suor Levote. Tutte le clarisse della comunità a Otranto si misero a pregare i Martiri ogni giorno. E gli accertamenti si dimostrarono infine negativi. Sono stati poi chiamati dalla Consulta medica vaticana 7 specialisti, che hanno giudicato la guarigione come inspiegabile dal punto di vista medico».
La memoria scritta della clarissa non nega che la religiosa tentò la strada della medicina: «Mi sottoposi alla cobaltoterapia presso gli Ospedali “Galliera” in Genova e alla chemioterapia presso il “San Martino”, tra il 1979 e il 1982, sotto la direzione del prof. Salvatore Toma ». Fu appunto Toma a seguirla. Oggi, interpellato sul miracolo, dice: «È incomprensibile e inaccettabile
che si sia giunti a una tale conclusione a prescindere dalle mie considerazioni cliniche e scientifiche». Perché professore? «Noi tentammo un trattamento combinato: iniziammo con la chemioterapia, quindi radioterapia addominale sulle stazioni linfonodali (a Y rovesciata) e quindi di nuovo chemioterapia. Fu così che osservammo, nell’arco di circa 2 anni, una risposta clinica completa». Ergo: non è stato un miracolo, professore? «Non posso sostenere che fu un miracolo, ma un evento scientifico. Siamo stati forse bravi noi oncologi, sperimentatori a quei tempi di nuove terapie. Dal punto di vista religioso il miracolo deve essere istantaneo. La suora, che fu encomiabile come paziente, mi disse solo nel 2004 che le sue consorelle le avevano messo una reliquia nel letto».
Toma è stato ascoltato da una commissione vaticana, ma solo di recente ha saputo della prossima santificazione dei beati di Otranto. Nel decreto emanato da Joseph Ratzinger nel 2007 si parla del martirio di Antonio Primaldo e dei suoi concittadini come uccisi “in odio alla fede”. Il mondo musulmano guarda a questo atto di Papa Francesco con estrema cautela.