Angelique Chrisafis, il Fatto Quotidiano 12/5/2013, 12 maggio 2013
IO, DALL’EST COMUNISTA ALLA GUIDA DI LE MONDE
Nel suo ufficio all’ultimo piano della sede parigina di Le Monde, Natalie Nougayrède, 47 anni, la prima donna a dirigere il prestigioso quotidiano francese, ammette di essere arrivata in cima alla piramide in un momento in cui “Le Monde è in una fase particolare”. Dopo dieci anni di bilanci in rosso e timori di fallimento, due anni fa il quotidiano è stato acquistato da uno strano trio di uomini d’affari: Pierre Bergé, ex socio di Yves Saint-Laurent, Xavier Niel, magnate delle telecomunicazioni arricchitosi con le chat erotiche, e il banchiere Mathieu Pigasse. Promettendo di rispettare l’autonomia editoriale e la collocazione di centro-sinistra del giornale, i tre uomini d’affari finanziarono un’operazione di ammodernamento del quotidiano famoso per la sua prosa pesante e seriosa e per la mancanza di foto.
IL GIORNALE lanciò alcuni supplementi tra cui M e il popolare supplemento scientifico del sabato. Negli ultimi due anni il gruppo ha chiuso il bilancio in attivo, ma gli obiettivi sono più ambiziosi. La direzione era stata affidata a Erik Izraelewicz che lo scorso novembre ha avuto un infarto negli uffici del giornale ed è morto. Aveva 58 anni. “Perdere il direttore è un fatto traumatico. È stato un duro colpo per noi tutti”, dice Nougayrède.
A marzo, l’80% della redazione le ha manifestato il suo gradimento e Natalie è diventata la prima direttrice donna di Le Monde. “Abbiamo deciso che bisognava andare avanti dandoci nuovi obiettivi, ma conservando i fondamentali del giornale, in particolare la sua autonomia”. Il mese scorso il tema dell’autonomia del giornale dagli azionisti è stato messo alla prova quando Bergé ha attaccato la decisione di pubblicare un annuncio pubblicitario contro il matrimonio gay. Bergé, che sosteneva la posizione del governo sul matrimonio omosessuale, ha twittato una serie di commenti furibondi quando il giornale ha ospitato una pagina acquistata da una organizzazione che si opponeva al disegno di legge. Nougayrède si limita a commentare che l’annuncio “non viola le norme di Le Monde in materia di pubblicità. Gli azionisti hanno tutto il diritto ad avere le loro opinioni. Noi facciamo il nostro lavoro. Io dirigo il giornale e sono responsabile della sua autonomia, della qualità dei contenuti e del comportamento dei giornalisti”.
La direttrice aggiunge che gli azionisti non hanno il diritto di interferire sui contenuti giornalistici. “Abbiamo un accordo che vieta agli azionisti qualunque forma di intervento sui contenuti del giornale e sono decisa a pretendere il rispetto di questo accordo”. Per molti versi Natalie Nougayrède è una outsider. Non ha mai ricoperto ruoli di un qualche rilievo all’interno del giornale fondato nel dicembre del 1944 dopo la liberazione, sulle spoglie di un precedente quotidiano che si era compromesso con le forze di occupazione tedesche. La nuova direttrice è stata una infaticabile corrispondente nei Paesi dell’est europeo e nella Russia di Putin e ha ottenuto ambiti riconoscimenti per i servizi in occasione dell’assedio di Beslan e del conflitto ceceno. È ritornata in sede nel 2005 per occuparsi di rapporti con la stampa estera facendolo in modo talmente irriverente da provocare l’irritazione del ministro degli Esteri Bernard Kouchner. La sua idea di giornale si fonda sulla convinzione assoluta che giornalisti e politici non debbano avere rapporti troppo stretti. “Potrà sembrare una cosa ovvia, ma mi è sembrato utile sottolineare che nel raccogliere e pubblicare le notizie non debbono esistere vincoli di amicizia con gli esponenti del potere. Bisogna evitare di creare rapporti tali da mettere in pericolo la propria autonomia di giornalisti”.
Natalie Nougayrède intende garantire la reputazione del giornale che dirige puntando sul giornalismo d’inchiesta e sui reportage di qualità. Il mese scorso il reportage sui paradisi fiscali – realizzato in collaborazione con altri giornali europei – ha fatto lievitare significativamente le vendite e i contatti sul sito web. “In un momento in cui siamo invasi da informazioni provenienti da una infinità di fonti diverse e le agenzie di pubbliche relazioni sono attivissime in campo politico e in campo economico, è importantissimo avere dei punti di riferimento”, dice Natalie Nougayrède.
“Considero estremamente importante che i nostri articoli e le nostre analisi poggino su fatti certi e dimostrabili. Sono nemica giurata delle approssimazioni. Esigo che tutto quello che pubblichiamo sia vero e possa essere dimostrato. Potrà sembrare una regola ovvia e banale per i giornalisti inglesi o americani, ma credo che questo approccio debba essere sottolineato e ribadito in un Paese come la Francia dove per tradizione abbondano i commenti a scapito dei fatti. Per lunga tradizione i giornali francesi si schierano politicamente e commentano gli avvenimenti politici. Fermo restando che su certi temi ci schiereremo e prenderemo posizione, voglio che l’obiettivo principale del giornale sia quello di diventare una autorevole, affidabile fonte di informazioni e notizie”.
LA PRIMA MOSSA importante della nuova direttrice è consistita nel lanciare un supplemento giornaliero dedicato all’economia che si chiama Eco & Entrerprise. Le Monde conta molti lettori tra i colletti bianchi, i manager pubblici e privati, gli operatori finanziari eppure, a differenza di altri giornali, quali ad esempio il quotidiano di destra Le Figaro, non aveva in passato un supplemento dedicato espressamente alle questioni economiche. Il nuovo supplemento è molto eclettico e consente alla redazione di politica estera – la più grande tra tutti i giornali francesi – di svolgere inchieste giornalistiche e di scrivere reportage sui mercati emergenti e sulle nuove tecnologie. “Nel mondo in cui viviamo sono poche le notizie che non siano in un modo o nell’altro riconducibili all’economia”, dice Natalie Nougayrède.
La sfida più grande delle nuova direttrice è la rete. Al pari di altri giornali francesi, il sito di Le Monde (lemonde.fr) ospita contenuti gratuiti e contenuti a pagamento, articoli di approfondimento, analisi, materiale d’archivio, video e inchieste disponibili pagando un abbonamento di 15 euro al mese. Il sito, con i suoi due milioni di visitatori al mese, è il più grande di Francia nel campo dell’informazione. Attualmente il giornale conta 43 mila abbonati alla sola edizione online e 67 mila abbonati alla edizione online e a quella su carta. La circolazione è di circa 319 mila copie, ma il giornale è letto ogni giorno da 1 milione e 900 mila persone.
L’OBIETTIVO della direttrice è di triplicare o quadruplicare nel giro di pochi anni il numero degli abbonati alla versione online. Il mese scorso il giornale ha ammodernato l’edizione online con una nuova grafica, una maggiore facilità di navigazione e l’accesso esclusivo ad alcuni articoli prima che vengano pubblicati sul quotidiano in vendita nelle edicole. Grande successo ha avuto l’archivio digitale che risale al 1944. “Questo sta a indicare che oggi la gente sente il bisogno di punti di riferimento”, osserva Nougayrède. “I lettori non si accontentano delle notizie, ma vogliono contestualizzarle andando a vedere i precedenti”. Ultimo obiettivo della direttrice è quello di creare una unica redazione mettendo insieme i giornalisti del giornale su carta e quelli dell’online che ora appartengono a due mondi diversi. “È una autentica rivoluzione e intendiamo procedere poco alla volta”.
OLTRE a corteggiare i lettori di lingua francese in Africa e in altre parti del mondo, Natalie Nougayrède – che è bilingue ed ha vissuto in Gran Bretagna e in Canada – punta anche al mercato inglese pubblicando sul sito una selezione di articoli tradotti in inglese. “Certo la Francia non ha l’influenza che aveva 30 o 40 anni fa, ma rimane pur sempre un Paese che ha qualcosa da dire sui principali temi internazionali”. Il tradizionale giornale di carta esisterà sempre? “Non mi sembra il caso di seppellire il giornale cartaceo”, risponde. “Chi può dire cosa accadrà tra 50 anni! Una cosa è certa: per sopravvivere il quotidiano tradizionale deve puntare alla qualità e deve essere più selettivo”.