Antonella Olivieri, il Sole 24 Ore 12/5/2013, 12 maggio 2013
«PMI ITALIANE, UNO SPREAD INACCETTABILE»
UDINE. Dal nostro inviato
George Soros è un dichiarato «speculatore non pentito». Per il finanziere americano di origini ungheresi non è la speculazione a provocare le crisi, sono invece «gli errori dei regolatori a permettere alla speculazione di avere questi effetti». L’Italia ricorda ancora bene le sue imprese, quando con la sua scommessa contro la lira contribuì a far crollare il cambio a livelli dai quali non si è più risollevato. «Furono le dichiarazioni pubbliche della Bundesbank, che avrebbe difeso la lira ma non oltre un certo punto, a convincermi a prendere posizione. Fu una speculazione di successo», ricorda mentre è a Udine, alla manifestazione Vicino/lontano per ricevere il premio Terzani per il suo saggio «La crisi globale e l’instabilità finanziaria europea». Oggi che si dedica ad attività filantropiche e a diffondere il verbo della "società aperta", ha dismesso le vesti dell’investitore attivo: «Del mio fondo – precisa – si occupa un team indipendente, che non necessariamente ascolta i miei consigli». Di previsioni sui mercati perciò non ne fa, ma se il suo fondo ha investito in titoli della Repubblica oggi si ripresenta l’occasione di un’altra grande speculazione centrata sull’Italia, ma in direzione opposta rispetto a vent’anni fa. Se le sue tesi sullo "stato dell’Unione" – puro buon senso – fossero accolte, in un futuro non troppo lontano i BTp diventerebbero infatti solidi quanto i Bund.
per funzionare deve poter disporre anche dello strumento della politica fiscale, un Tesoro unitario per intendersi, e questo richiede un’azione politica». Certo, Soros è consapevole delle resistenze che, soprattutto in Germania, si oppongono a questa soluzione, ma la Bce, sostiene, «è un’istituzione indipendente che, fintanto che si muove nell’ambito del suo mandato, è sovrana». In altre parole: «La Germania non è in posizione di esercitare veti».
Più Europa, dunque, è la ricetta. L’elezione del Parlamento europeo l’anno prossimo sarà un passaggio fondamentale se, come insistono Ppe e Pse, competerà a Strasburgo nominare il presidente della Commissione Ue. Ma l’Europa deve tornare a essere «un primo attore sulla scena globale» e per questo non può continuare a «nuocere a se stessa», restando «disallineata dal resto del mondo» con una politica d’austerity che ne mortifica le potenzialità. «Il Giappone è l’ultimo convertito su questa strada, ora tocca all’Europa: prima succede e meglio è». «Ci si muove all’interno di trattati che sono inadeguati, ma che non si ha il coraggio di cambiare. Serve invece una spinta politica che disattivi questo meccanismo che considero un vero e proprio incubo, perchè le regole attuali sono inaccettabili e portano alla disintegrazione dell’Europa».
Senza l’austerity che fa esplodere la disoccupazione, l’Italia sarebbe un «Paese normale», con «un’economia molto ben funzionante, per certi versi anche più della Germania, se non fosse per il fatto che gli italiani non pagano le tasse». Soros non pensa però che si tratti di una situazione «senza speranza», ma l’Italia, ci tiene ad aggiungere, «ha un problema politico molto serio: la tragedia dell’Europa, che è anche la tragedia dell’Italia, è che questa crisi sta contribuendo a riportare indietro Berlusconi».