
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ieri sera abbiamo potuto sentire su Canale 5 la storia di Ruby, un programma preparato dagli uomini Mediaset, su ordine dello stesso Cav, con l’intenzione evidente di contrastare o sbiadire o smentire l’arringa che Ilda Boccassini si accinge a pronunciare oggi nel processo di Milano in cui Berlusconi è accusato di induzione alla prostituzione e di concussione.
• Come si difende il super capo del centro-destra?
La tv ha mostrato le stanze dove avevano luogo le cene del Cavaliere, cene che lui ha sempre definito “eleganti” e che i giudici pensano invece come luoghi di perdizione, dove si svolgevano orge con ragazze pagate e tra queste - dicono sempre i magistrati -la celebre Ruby, all’epoca minorenne. Bene, a un certo punto appare Berlusconi e dice: «Alle cene non poteva succedere nulla che potesse essere definito scorretto e imbarazzante. C’era un grande tavolo, io attiravo l’attenzione di tutti, si parlava di calcio, di politica. A nessuno mai fu chiesto di lasciare il telefonino, tutti potevano fotografe o raccontare perché non c’era alcunché di non raccontabile. Io non ho niente da nascondere». E poi: «Ruby venne una sera a una cena e raccontò una storia drammatica, disse di essere figlia di una ricca famiglia egiziana che i genitori avevano cacciato perché aveva deciso di abbracciare la religione cattolica».
• Già, l’Egitto. Berlusconi, quando Ruby venne fermata dalla polizia, telefonò per dire che si trattava della nipote di Mubarak.
È la telefonata che è costata al cavaliere l’accusa di concussione, cioè il presidente del consiglio (in quel momento era presidente del consiglio) avrebbe usato del suo potere per intimidire gli agenti che stavano facendo il loro lavoro. Su Ruby, ieri sera, Berlusconi ha detto questo: «Ruby mostrò cicatrici di olio bollente, parlò di difficoltà enormi, di comunità e di essere arrivata a Milano poco tempo prima, dove aveva trovato un lavoro da cameriera in un ristorante. Una storia che commosse tutti i presenti».
• La questione è se il Cav ci andò a letto e, andandoci a letto, sapeva che era minorenne.
Berlusconi ieri sera ha detto questo: «Non ho assolutamente mai avuto rapporti intimi con lei: una ragazza che si era presentata con una storia terribile, e che non induceva nessun sentimento diverso dalla commiserazione». Anche Ruby dice che il Cavaliere non l’ha mai neanche molestata, anche se è stata lei a raccontare, nel primo interrogatorio, la storia del bunga bunga. Canale 5 ha mandato anche le testimonianze del pm dei minori Annamaria Fiorillo, del capo di Gabinetto Piero Ostuni, del medico dell’ex premier Alberto Zangrillo, del giornalista Carlo Rossella, che alle cene aveva partecipato, e poi della stessa Ruby. Titolo del programma: «La guerra dei vent’anni: Ruby, ultimo atto».
• Che conseguenza può avere un’iniziativa simile sul processo e, mi permetto di dire, sul governo?
Sul processo, niente. Anzi, rischia di inasprire ancora di più l’animo dei giudici, che secondo i difensori di Berlusconi condanneranno senz’altro, perché sono prevenuti e non hanno alcun interesse agli argomenti della difesa. Sul governo, Berlusconi ha fatto in modo - con grande abilità - che il problema sia soprattutto del Partito democratico. La tattica è questa: il Cav e il centro-destra tirano la corda il più possibile, come hanno fatto sabato con la manifestazione di Brescia, ma più tirano la corda più dichiarano a gran voce il loro sostegno pieno a Enrico Letta. Sottinteso: se non vi sta bene quello che diciamo o facciamo, cari alleati, fatelo cadere voi il governo delle grandi intese. Alfano, che ne aveva poca voglia, è stato spinto per questo - da vicepresidente del consiglio e, soprattutto, da ministro dell’Interno - a farsi vedere a Brescia. Intendiamoci: tutti quelli che gridano allo scandalo, hanno dimenticato che al tempo dell’ultimo governo Prodi, tre ministri sfilarono contro la base di Vicenza che il governo stava concedendo agli alleati americani.
• Il governo intanto si ritira in un convento per “fare spogliatoio”, secondo l’espressione usata dal presidente del consiglio.
Sì, due giorni di clausura nell’abbazia di Spineto (Siena). Per affiatarsi e mettersi d’accordo sulle cose da fare, specialmente per quello che riguarda l’Imu. Ma non solo. All’arrivo (anche con due pullmini della presidenza del Consiglio) hanno trovato un finto Enrico Letta messo lì da “Striscia la notizia”. Ai giornalisti, carichi di domande, hanno dato risposte generiche: «Ci aspettiamo una bella discussione tra noi» oppure «Capire meglio cosa fare per il Paese e come coordinarci meglio». A proposito: ognuno sosterrà da sé le spese di vitto e alloggio (per due giorni e una notte, un 200 euro circa).
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